Rivista "IBC" XVII, 2009, 2

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / convegni e seminari, mostre e rassegne, progetti e realizzazioni

"La cultura è diffusa. Esperienze e idee per la crescita delle comunità locali", Fusignano (Ravenna), Auditorium Arcangelo Corelli, 21 marzo 2009.
La cultura è diffusa

Orlando Piraccini
[IBC]

A Fusignano, il 21 marzo 2009, il pubblico incontro era stato convocato sulla più recente politica culturale unitaria dei comuni della Bassa ravennate. Nel nuovo auditorium della cittadina romagnola si sono così ritrovati sindaci, assessori, pubblici amministratori, operatori culturali, rappresentanti dei movimenti e delle associazioni locali: per un bell'applauso a Lino Costa, assessore uscente a Fusignano, e un omaggio corale reso al suo lungo "servizio" autenticamente militante a favore della comunità locale; ma specialmente per ribadire la volontà di "stare insieme", ancor più strettamente uniti in questa "cattiva sorte" che sta capitando.

Non è forse vero - è stato chiesto, tra resoconti e auspici, attestati d'operatività e dichiarazioni d'intenti e mentre sotto la lente veniva posto specialmente il vero grado di persistenza della "pubblica utilità" nelle odierne politiche culturali - non è forse vero che nei bilanci comunali la cultura si è nuovamente vestita con i panni della cenerentola di tutti gli assessorati? Non è forse vero che per assessori e organizzatori di cultura la ricerca che conta oggi è quella di una qualche benefica e salvifica sponsorizzazione? Non è forse vero che sulle supposte impossibilità d'azione pubblica, in certe città maggiori della Romagna, si sono conclusi veri e propri passaggi di titolarità dell'impresa culturale al potere economico? Con il mecenate che trionfa, il benefattore che provvede (là dove il sindaco non può) alla crescita culturale della città, al suo sviluppo turistico, alla sua affermazione in Italia e all'Estero.

Si è osservato, a questo proposito, che mentre i benefattori fanno "grandi mostre" milionarie - esposizioni da cassetta, con i titoli "civetta" e i sottotitoli "sparati", con la solita sfilza di Maestri (da Questo a Quello), ma troppo spesso prive di contenuti e sostanze culturali - nelle stesse città le istituzioni culturali versano in stati di particolare arretratezza e assai poco si fa per il funzionamento di musei e spazi espositivi, per la conservazione e valorizzazione dei patrimoni locali e per l'incentivazione dell'affiorante creatività giovanile. Grandi affari e vuoti culturali, verrebbe da dire. Che è proprio tutto l'opposto di quanto mostrano di sé i territori. Tanto più se, come nel caso ravennate, i territori sono larghi e al tempo stesso omogenei, rappresentativi di comunità plurime, ma unite da una stessa autentica vocazione verso l'interesse collettivo.

Qui, tra Fusignano, Cotignola, Lugo, Bagnacavallo, Massa Lombarda, Conselice, Alfonsine, in questi anni ha funzionato un vero e proprio laboratorio, nel quale si sono sperimentati processi davvero straordinari di collaborazione, di rapporto, di relazione fra enti diversi. Si è trattato di processi i cui effetti si vedono anche oggi e che hanno coinvolto non, astrattamente, le strutture, ma i loro animatori e, tramite il loro lavoro, strati sempre più larghi di popolazione, non di soli addetti ai lavori. La linea-guida - per esempio nelle tante iniziative espositive e proposte legate alla creatività del nostro tempo, che hanno collegato fra loro sindaci, amministratori, operatori culturali e collettività locali - sembra essere stata in buona sostanza quella di qualificare questa terra sempre e comunque come una terra di provincia, ma in modo sempre meno provinciale.

Si e ricordato, non a caso, che proprio a Bagnacavallo, oltre una dozzina d'anni fa prese il via una delle più interessanti linee di ricerca, ma anche di intervento e di offerta dell'Istituto regionale per i beni culturali (IBC), denominata "Archivi dell'arte", volta da allora a valorizzare storie, aspetti, fenomeni, figure, tesori nascosti delle creatività novecentesche in Romagna. Nel corso degli anni, sotto l'egida particolare della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC, "Archivi dell'arte" è diventato il contenitore ideale in cui comprendere tante iniziative svolte insieme agli enti locali del territorio ravennate. Si è contribuito ad alimentare un dibattito a livello nazionale per far sì che le espressioni artistiche del nostro tempo venissero considerate effettivamente come beni culturali, beni della collettività e quindi necessitanti di cura, di sostegno, di attenzioni particolari da parte delle pubbliche amministrazioni.

Grazie ad "Archivi dell'arte", quanti personaggi sono stati riscoperti? Autori già oscurati dalla critica militante durante il corso del Novecento e anche nel tempo più recente, e invece meritevoli di attenzione e in qualche caso di particolare encomio (come ben lascia intendere il caso recente di Bergamini, "rivelato" qualche mese fa proprio a Fusignano). Di fatto il riconoscimento delle figure e degli artisti che hanno animato la scena locale lungo il corso del secolo passato, fino alla più stretta attualità, ha contribuito a riaffermare i valori fondanti di una cultura locale realmente aperta a contesti e a problematiche più generali.

Il sistema delle piccole mostre prodotto in questi anni nel territorio della bassa ravennate (pensiamo per esempio a quelle appena chiuse in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Luigi Varoli, ottimo artista e figura luminosa sul piano civile e per questo insignito del titolo di Giusto fra le Nazioni), costituisce un esempio luminoso di saggia amministrazione e di buona politica culturale al servizio della gente. È un esempio che trova somiglianza con altri casi nei territori della nostra regione (per restare in ambito romagnolo: il Sistema dei musei della Provincia di Ravenna; il Coordinamento per le arti visive della Provincia di Forlì-Cesena, al quale aderiscono i piccoli comuni delle vallate del Savio e del Bidente; la "rete" delle case e degli studi d'artista fra il ferrarese e la Romagna).

L'augurio è che questa esperienza che vede i centri del territorio ravennate uniti in un'azione condivisa di politica culturale possa sempre più affermarsi ed essere d'esempio anche per le città maggiori; una politica misurata sulle piccole cose, fatte con dedizione e con rispetto, espressioni autentiche e pienamente al servizio di tutta quanta la comunità.

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