Rivista "IBC" XVII, 2009, 1

Dossier: Studi d'artista - Conoscere e conservare i luoghi della creatività in Emilia-Romagna

musei e beni culturali, biblioteche e archivi, dossier /

Conservare il Novecento

Rosaria Campioni
[IBC]

Nell'ambito del Salone ferrarese del restauro, nel 2000, furono dedicate due giornate alla riflessione sull'enorme e variegata eredità novecentesca, con particolare riguardo agli archivi e alle biblioteche d'autore. Il convegno "Conservare il Novecento" - promosso dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna - Soprintendenza per i beni librari e documentari, dall'Associazione italiana biblioteche e dall'Istituto centrale di patologia del libro - riscontrò un notevole interesse tra gli operatori culturali, tanto da diventare negli anni successivi un appuntamento fisso del Salone.

Alla salvaguardia del patrimonio culturale contemporaneo la Soprintendenza regionale è stata da sempre attenta, con una serie di attività che vanno dall'acquisizione diretta - sia di fondi librari e documentari (Giuseppe Raimondi, Alberto Menarini, The Living Theatre, Raccolta di autografi lacerbiani e vociani, Francesco Balilla Pratella, Dante Arfelli, Archivio Renzo Renzi, Fondo campaniano Federico Ravagli, Carteggio Marino Moretti - Umberto Bertuccioli) sia di fondi fotografici (Enrico Pasquali, Archivio Camera, Renzo Crovini, eccetera) - agli interventi di inventariazione e catalogazione (sui fondi Cesare Zavattini, Luigi Orsini, Antonio Baldini, Giovannino Guareschi, Antonio Beltramelli, Diego Fabbri, Alfredo Panzini), da momenti formativi a iniziative editoriali ed espositive.

Tra le varie iniziative di ricerca e valorizzazione è opportuno ricordare quelle sui fratelli Arcangeli, che significativamente incarnano il dialogo fra le diverse arti: con Nino maestro di musica, Gaetano poeta, Francesco critico d'arte e Bianca pittrice. Dalle ricerche sugli archivi culturali emerge infatti un dialogo fertile tra i letterati, i pittori, i critici letterari, gli storici dell'arte, i registi, gli editori e i promotori di premi e concorsi. Basti citare il sodalizio di Marino Moretti con Filippo de Pisis, illustrato nella mostra "Marino Moretti Filippo de Pisis: mare scritto mare dipinto" del 1992, che recentemente ha trovato una nuova visibilità per i visitatori della suggestiva casa affacciata sul Porto canale di Cesenatico, col ritorno di quattro acquarelli del pittore ferrarese grazie alla donazione Angelini Casadei. La Casa Moretti, in cui sono conservati la biblioteca e l'archivio, è tra l'altro ben presentata nel CD interattivo, curato da Dante Bolognesi e Manuela Ricci, Le case-museo dei poeti e degli scrittori di Romagna, che comprende pure l'illustrazione della casa di Vincenzo Monti, del Cardello di Alfredo Oriani, della Casa Rossa di Alfredo Panzini, delle case di Giovanni Pascoli e di Aurelio Saffi. Una concentrazione davvero straordinaria (a cui potrebbe aggiungersi la casa di Renato Serra recentemente inaugurata a Cesena) che prefigura un percorso dell'anima, una rete da consolidare e da valorizzare nel suo insieme.

Sono senz'altro meno numerose nella nostra regione le case-museo dedicate ai pittori, tra le quali emerge per la singolare fisionomia quella di Remo Brindisi, ideata dal maestro col duplice obiettivo di farne un'abitazione familiare e nel contempo un "museo vivo". Dall'esigenza di ricostruire i contesti, superando le separatezze disciplinari, è sorto una quindicina di anni fa il progetto "Archivi dell'arte", teso al censimento dei principali nuclei documentari relativi alle arti visive, di cui si è intrapreso lo scavo per comprendere le vicende figurative che hanno contraddistinto il territorio emiliano-romagnolo e per ricostruire i processi di formazione delle raccolte di arte contemporanea. A tale proposito, un filone di ricerca assai fruttuoso si è rivelato quello dedicato ai concorsi d'arte e ai premi di pittura del dopoguerra, tra i quali spicca il "Campigna", che ha festeggiato nel 2008 il cinquantesimo anniversario con un'articolata rassegna, curata con la consueta perizia da Orlando Piraccini.

Compulsare le carte per illustrare le vicende artistiche è un modo per far parlare lettere, comunicati stampa, inviti, fotografie, ritagli di giornale: una documentazione composita ma considerata minore, perciò a rischio di dispersione. È anche un modo per mostrare l'opportunità della sua conservazione integrale: in altri termini, si tratta di un atto di salvaguardia e di doverosa tutela.

[Rosaria Campioni]


Già a margine della seconda Conferenza nazionale dei beni librari tenutasi a Bologna nel 1988, la Soprintendenza per i beni librari e documentari aveva presentato una selezione di documenti tratti dalle raccolte di interesse letterario acquisite dalla Regione Emilia-Romagna in questi anni e destinate ad arricchire i fondi di alcune biblioteche, sia pubbliche sia universitarie. Si scrisse allora che quando in uno spazio così ristretto trovano posto, a mo' di esempio, frammenti di grande scrittura, a testimonianza del lavoro intellettuale dei maggiori letterati e studiosi del nostro Novecento (le stesure dell'Ungaretti dell'Allegria, o la sistemazione grafica di Pampa, o ancora il manoscritto dell'Esame di coscienza di Renato Serra, come pure i materiali concernenti il dialetto bolognese di Alberto Menarini), allora, nell'occasionalità della mostra, si traccia contestualmente il percorso intenzionale che porta alla conoscenza e alla fruizione pubblica di materiali altrettanto irraggiungibili.

L'atto di recuperare questi materiali dagli scaffali e dai cassetti originari, o addirittura da scatole di cartone pronte per essere immesse sul mercato antiquario, sottintende una chiara visione della distribuzione di ruoli e competenze professionali, i cui punti di riferimento sono necessariamente da ricercare nel campo istituzionale, connotati da una concezione inedita di gestione della politica culturale del nostro Paese. La netta e cosciente definizione di tali ruoli e compiti si manifesta, così, sia nello sforzo, innanzitutto economico, che la Regione Emilia-Romagna ha sostenuto da qualche tempo a questa parte con un'insistente e articolata politica di censimenti e acquisti di fondi librari e documentari privati, sia nell'attività e nella competenza del suo organo operativo in campo bibliotecario e archivistico, la Soprintendenza per i beni librari e documentari, che ha promosso e reso possibile le fasi di individuazione, inventariazione, ordinamento e catalogazione del materiale.

Fasi in cui, alla sicurezza e alla linearità dell'intervento, si accompagnano dubbi e difficoltà, per la natura stessa del materiale, circa criteri e norme di descrizione e di sistemazione, per cui il livello di corresponsabilità tra sedi istituzionali e saperi professionali si è allargato ulteriormente fino a ricomprendere diversi momenti di dibattito e confronto fra studiosi di letteratura, bibliotecari e archivisti. Contemporaneamente si delinea il passaggio dalla fase dell'acquisizione e dell'organizzazione a quella della destinazione, cioè l'individuazione di luoghi e possibilità di fruizione pubblica: quest'ultima fase, riguardando biblioteche di enti locali e università, è avvenuta all'interno del circuito di produzione e diffusione della cultura, in base alle specializzazioni e al materiale già conservato, e senza alcuna distinzione circa la loro pertinenza istituzionale.

Rimane da aggiungere che recuperi e acquisizioni come quelli che si stanno verificando oggi sono da considerare come veri e propri risarcimenti rispetto alla memoria legata non solo ai personaggi, ma spesso anche ai luoghi nei quali scrittori, intellettuali, artisti hanno vissuto e operato. Un caso esemplare è il ritorno di un importante epistolario morettiano nella "casa per scrivere" sul porto canale di Cesenatico, dopo esser stato individuato sul mercato e prontamente salvato dalla dispersione. Nuovi contenuti e nuove possibilità metodologiche e operative ridisegnano così ciò che solitamente e secondo la legislazione vigente sembra esaurirsi in un atto amministrativo e fiscale.

[Liberamente tratto da: Progetto biblioteche, Bologna, Analisi, 1989, pp. 243-244]

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