Rivista "IBC" XVII, 2009, 2
musei e beni culturali / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni
Uno dentro l'altro, come un broccolo di memoria in un archivio frattale. Dal 5 marzo al 12 aprile 2009 il Museo civico archeologico di Bologna ha ospitato l'omaggio dedicato a un grande autore di storia disegnata: "Sergio Toppi. Il segno della Storia". Dopo Magnus e De Luca, la mostra principale della terza edizione di "BilBOlbul. Festival internazionale di fumetto di Bologna", a cura dell'Associazione culturale Hamelin, ha celebrato un altro maestro del fumetto italiano (www.bilbolbul.net/toppi_ita.html). E la casa editrice Black Velvet ha pubblicato un ricco libro-catalogo a compendio dell'esposizione.
Oltre duecento opere, tra fumetti e illustrazioni, tratte da una vasta produzione quarantennale, non sono state ordinate secondo un tradizionale percorso antologico e cronologico, ma classificate secondo criteri formali e tematici. Sergio Toppi non è solo un disegnatore, bensì un autore completo e un innovatore, che ha saputo modificare la grammatica compositiva della tavola a fumetti. Due sono i filoni principali che hanno guidato i visitatori della mostra: il rapporto fra storia e fantastico e il tema del conflitto fra uomo e natura, con l'intrusione del sacro.
Nei disegni di Toppi, realtà storica e visione fantastica si amalgamano per effetto di una ipotetica macchina del tempo con cui l'autore sembra giocare, per trovare risposte non rintracciabili in documenti e reperti, e per dare così forma e vita a una fenomenologia dell'umano osservata con distanza e compassione. Ecco perché l'allestimento non avrebbe potuto svolgersi in una location più adeguata. La stessa collezione museale si è arricchita di ulteriori spunti e nuove ipotesi nell'alchimia con queste rivisitazioni dettagliatissime e visionarie di personaggi che, pur nella loro solennità ieratica, sono spesso meschini o fragili, e comunque strumentali nel restituire una visione del mondo in cui l'unica vera protagonista è proprio la Storia.
Nato a Milano l'11 ottobre 1932, Sergio Toppi ha cominciato come disegnatore autodidatta, fino al debutto nel 1954, illustrando la nuova edizione della Enciclopedia dei Ragazzi edita da Mondadori. Nel 1960 ha dato inizio alla collaborazione con il "Corriere dei Piccoli" creando il Mago Zurlì su testi di Carlo Triberti, per poi indirizzarsi su temi storici, lavorando con lo sceneggiatore Mino Milani. Successivamente ha collaborato con Sergio Bonelli, il "Messaggero dei Ragazzi", "Linus", "Corto Maltese", "Il Giornalino", "Comic Art" e perfino all'estero, con la casa editrice Larousse, per la realizzazione di alcuni episodi della collana "L'histoire de France en bandes dessinées". Fra i suoi personaggi seriali più celebri, il cinico Collezionista e Sharaz-De, fanciulla ispirata alle Mille e una notte.
Ma ciò che più conta rilevare è la rivoluzione formale di cui Sergio Toppi è stato artefice. Inizialmente il suo segno risulta fitto e nervoso, ricco di tessiture. Le vignette sono piene al punto da forzare alcuni elementi ad affacciarsi fuori dalle cornici. Il bianco prende il sopravvento e il suo stile diventa inconfondibile, allorché padre Giovanni Colasanti, direttore del "Messaggero dei Ragazzi", gli concede la libertà espressiva necessaria. Pieni e vuoti, bianco e nero, cominciano a trovare, così, un nuovo equilibrio sulla tavola e travalicano i confini della tradizionale scansione in vignette. Il bianco assurge al rango di colore e talvolta diventa addirittura protagonista, sia come sfondo dominante che come veicolo narrativo di una dimensione più rarefatta e metafisica.
Sergio Toppi rivela uno stile molto personale e non veristico anche nell'uso del colore. Basti guardare la serie di copertine commissionategli dal periodico "Sgt. Kirk" tra il 1975 e il 1979 (dal numero 43 al numero 60), probabilmente influenzate dall'interesse dell'autore per il cartellonismo cinematografico. Il cinema, in particolare quello epico di Akira Kurosawa, è infatti una grande passione di Sergio Toppi, maestro del racconto breve, narratore delle contraddizioni umane, in un mondo feroce di conflitti. Un mondo fatto di oltraggi e di speranze vane, che si ripropongono fatalmente in epoche diverse, proprio come la struttura geometrica di un frattale che si ripete uguale, ma su diversa scala.
Sergio Toppi. Il segno della Storia, a cura di Hamelin, Bologna, Black Velvet Editrice, 2009, 392 pagine, 28,00 euro.
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