Rivista "IBC" XII, 2004, 1

biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni

A duecento anni dalla nascita, la Biblioteca comunale "Trisi" di Lugo (Ravenna) ha messo in mostra i suoi tesori e ripercorre il suo cammino in un saggio storico.
Secoli di carta

Giuseppe Bellosi
[Biblioteca comunale "Piancastelli" di Fusignano (Ravenna)]

Osservando il pubblico che il 20 dicembre dell'anno scorso riempiva il Teatro Rossini di Lugo (Ravenna) per assistere alla presentazione del volume La Biblioteca Comunale "Fabrizio Trisi" di Lugo (1803-2003),1 e il pubblico che poi affollava Palazzo Trisi all'inaugurazione della mostra "La Biblioteca, i libri, la storia" (aperta fino al 28 febbraio), veniva da chiedersi se veramente in questa città della Romagna esistessero tanti amatori di libri e non solo i pochi e noti bibliofili che potrebbero trovarsi, senza stare stretti, attorno a un tavolino di caffè sotto il Pavaglione. Se questa - com'è facile supporre - non è stata una manifestazione di furore bibliofilo, è stata senz'altro una dimostrazione dell'attaccamento dei lughesi alla maggiore istituzione culturale della citttà e il riconoscimento "popolare" dell'insostituibile funzione svolta dalla Biblioteca nei suoi due secoli di vita.

Certamente la mostra avrebbe meritato spazi espositivi più estesi e adeguati, spazi di cui purtroppo Lugo ancora non dispone e che avrebbero messo maggiormente in risalto la bellezza e la preziosità degli esemplari presentati, alcuni dei più significativi del patrimonio della Biblioteca. In apertura si potevano ammirare alcuni dei volumi, prevalentemente giuridici, appartenuti alla "Libraria" del Collegio Trisi (sorto nel 1674 per volontà testamentaria di Fabrizio Trisi), all'acquisto dei quali aveva contribuito la stessa Comunità lughese utilizzando le rendite del mercato del Pavaglione. La seconda sezione della mostra proponeva opere di teologia, filosofia, medicina provenienti dai fondi incamerati in epoca napoleonica, che testimoniano la vivacità della vita intellettuale all'interno dei conventi locali. La parte che ha più attirato l'attenzione dei visitatori è stata senza dubbio quella comprendente le opere miniate, tra le quali tre messali manoscritti del XV e XVI secolo e due incunaboli: i Consilia di Francesco Zabarella (Pescia, 1490) e una Biblia latina (Venezia, 1482-1483).

Altri incunaboli e le cinquecentine sono stati esposti nella sezione successiva, a esemplificare un patrimonio costituito da un centinaio di volumi del XV secolo e circa duemila del XVI. Tra le opere in mostra si trovavano l'Ethica ad Nicomachum di Aristotele (Strasburgo, prima del 10 IV 1469), il De re militari di Roberto Valturio (Verona, 1483), la Summa de arithmetica di Luca Pacioli (Venezia, 1494), il Dante con l'espositioni di Christoforo Landino, et d'Alessandro Vellutello (Venezia, 1578) e il De gelidi potus abusu di Nicolò Masini (Cesena, 1587). La memoria storica della città era rappresentata anzitutto dal grande Quadro storico-topografico della nobile cospicua Terra di Lugo realizzato nel 1765 dall'Istituto Albriziano e dagli statuti lughesi in due edizioni: la prima, ferrarese, del 1532, in uno straordinario esemplare (l'unico esistente in pergamena?), la seconda, forlivese, del 1652, cui si accompagna il manoscritto della Istoria di Lugo di Girolamo Bonoli (edita nel 1732).

Dai fondi antichi della "Trisi" proveniva poi un'ampia scelta di volumi del XVI secolo contenenti testi di autori classici (greci, latini e italiani), ai quali si sono aggiunte due opere del letterato e latinista lughese Bartolomeo Ricci (Apparatus Latinae locutionis, Lione, 1534; De imitatione, Parigi, 1557). La mostra si concludeva con una sezione riservata ai libri per ragazzi e ai loro illustratori, con edizioni di pregio come la prima versione integrale italiana dei Viaggi di Gulliver stampata da Formiggini nel 1913 e le Avventure di Pinocchio illustrate da Carlo Chiostri (1903).

Non mancavano, infine, le immagini di interni della vecchia Biblioteca: chi ha avuto la ventura di salire all'ultimo piano di Palazzo Trisi e frequentare la sala di lettura, con i suoi scaffali di legno e i suoi tavoli (due dei quali esposti, insieme con l'antico schedario), prima che la ristrutturazione degli anni Settanta la cancellasse, non può non guardare queste fotografie senza rivivere l'atmosfera di allora con l'emozione che si accompagna al ricordo non solo di libri, ma anche di volti, di voci, di incontri ormai sempre più lontani.

La mostra ha offerto materiali qualitativamente alti anche se quantitativamente esigui, estratti da un patrimonio di circa 170.000 volumi, del quale fanno parte alcuni fondi di straordinaria importanza, qui purtroppo non rappresentati: ad esempio la ricca biblioteca personale di Pietro Cavallini, il Fondo musicale Malerbi e la raccolta di libri, spartiti e documenti di Francesco Balilla Pratella. Di questi e della storia della Biblioteca danno conto i contributi raccolti nel corposo volume curato da Sante Medri, che osserva: "Si tratta di saggi che, ripercorrendo la storia dell'Istituto, gettano una nuova luce sui rapporti tra la biblioteca e il contesto socioculturale della città consentendo di verificare l'interesse delle autorità e l'attenzione degli intellettuali, o fanno emergere l'esempio di singoli cittadini che donarono le loro raccolte bibliografiche per l'incremento della dotazione della biblioteca lughese".

Di Palazzo Trisi, eretto tra il 1764 e il 1777 su progetto di Cosimo Morelli e sede della Biblioteca, delinea la storia Maria Giulia Marziliano Ferrucci. L'edificio, ampliato e consolidato nel 1930, ha subìto negli anni Settanta un intervento di ristrutturazione che l'autrice considera non esente da mende e "eccessivamente demolitorio in taluni casi".

Il saggio di Sante Medri, La Biblioteca Comunale "Fabrizio Trisi", conferma l'ipotesi sostenuta da Ambrogio Bongiovanni che fa risalire l'origine della Comunale alla "Libraria" del Collegio voluto da Fabrizio Trisi nel XVII secolo, e traccia quindi analiticamente la Storia di un'istituzione al servizio di una comunità mettendo in evidenza le acquisizioni più importanti (ad esempio: i libri e manoscritti appartenuti a Francesco Leopoldo Bertoldi, la Biblioteca del Capitolo di Lugo, comprendente la Libreria del cardinale Francesco Bertazzoli, i libri di Giuseppe Compagnoni, i fondi delle corporazioni religione soppresse dopo l'Unità, la raccolta libraria del matematico lughese Silvestro Gherardi) e l'impulso dato in particolare da Bongiovanni, la cui trentennale permanenza alla direzione, a fine Ottocento, gli permise di "incidere a fondo nell'organizzazione della Biblioteca, affrontando problemi di riordinamento e descrizione delle raccolte, adottando nuove procedure catalografiche e instaurando stretti rapporti con studiosi, cittadini e studenti".

Simonetta Nicolini descrive I codici e gli incunaboli miniati, pochi ed eterogenei per stile e cronologia, ma comunque di grande interesse, e Rosaria Campioni conferma l'importanza delle raccolte di incunaboli e cinquecentine: tra i primi vi sono opere rarissime come "l'unico esemplare conosciuto nel nostro paese del Tractatus de arbitriis di Lanfranco di Oriano, edito a Pavia nel 1499" e alcune altre opere di cui si conservano in Italia pochissimi esemplari. Luisa Bedeschi illustra il tentativo di ricostruire nella loro omogeneità le "librarie" conventuali acquisite in età napoleonica e smembrate, tentativo effettuato con ricerche sistematiche all'interno dei magazzini che ospitano i fondi antichi e l'esame dei cataloghi storici della Biblioteca, pur nella consapevolezza che "la ricomposizione dei fondi è pressoché impossibile".

Altri interventi illustrano specifici tipi di materiali: Paolo Fabbri si occupa dei fondi musicali (tra i quali "il Fondo Malerbi che, per mole, importanza ed eccezionalità, rappresenta la porzione più cospicua e imponente", e il Fondo Pratella, recentemente donato, "basilare per la messa a fuoco della figura di Pratella, ma anche di personaggi a lui contemporanei, e in qualche caso perfino di temi e protagonisti che mai si sospetterebbe di andarvi a cercare"); Ivana Pagani ci fa conoscere "le principali fonti iconografiche presenti in biblioteca": stampe, disegni, fotografie, che nel corso degli anni si sono sedimentate accanto a libri e documenti e che attendono un'adeguata valorizzazione; Antonio Curzi espone "alcuni momenti significativi nella storia novecentesca degli Archivi lughesi", per una parte dei quali è in costruzione un nuovo edificio, che comporterà "una obbligata riorganizzazione complessiva delle serie archivistiche e dei fondi" e diventerà "l'occasione per la riunificazione complessiva delle molteplici fonti di storia cittadina"; Nives Benati illustra obiettivi, servizi, spazi, attività e nuovo ruolo della Sezione ragazzi, la cui utenza è talmente varia (dai bambini della scuola materna agli adolescenti, ai genitori e agli educatori) da richiedere "spazi, arredi, dotazioni, competenze professionali molto differenti".

Il contributo di Morena Medri (Dalla carta al digitale) è dedicato alle nuove tecnologie che hanno portato negli ultimi vent'anni a un cambiamento dei servizi e del rapporto tra biblioteca e utenti, con l'adesione negli anni Ottanta al Servizio bibliotecario nazionale, con l'acquisizione di materiali multimediali (videoregistrazioni, CD musicali, CD-ROM, DVD) e con l'attivazione di un servizio Internet, che dal 1995 continua a portare in biblioteca sempre nuovi utenti "nonostante l'ampia diffusione domestica di personal computer". La "Trisi" è andata così assumendo "la caratteristica di biblioteca ibrida: un luogo dove la risorsa su supporto cartaceo o multimediale posseduta si affianca, ad esempio, alla pagina digitale acquisita con lo scanner o via Internet e inviata via e-mail". Conclude il volume un intervento di Igino Poggiali su La Biblioteca Trisi per il futuro della città, in cui l'attuale dirigente dei Servizi culturali del Comune di Lugo tenta di "intercettare nei fili complessi che hanno dato vita al tessuto culturale e socioeconomico della società lughese e romagnola i germi del posizionamento che le biblioteche e le infrastrutture culturali in genere potrebbero occupare in futuro", come "luoghi di esercizio di diritti e di prerogative fondamentali per lo sviluppo dell'individuo e della società".

 

Informazioni

Biblioteca comunale "Fabrizio Trisi"

Piazza Trisi 19, Lugo (Ravenna)

Telefono: 0545 38556

E-mail: trisi@comune.lugo.ra.it

Web: www.comune.lugo.ra.it/trisi

 

Nota

(1) La Biblioteca Comunale "Fabrizio Trisi" di Lugo (1803-2003), a cura di S. Medri, Imola, Editrice La Mandragora, 2003.

 

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