Rivista "IBC" XVII, 2009, 2
biblioteche e archivi / convegni e seminari, pubblicazioni, storie e personaggi
Luciano Scarabelli (Piacenza, 1806-1878), insegnante, giornalista, archivista, uomo politico, studioso di storia e belle arti, ha attraversato cinquant'anni di cultura italiana. Prima e dopo l'Unità, il mondo della cultura in Italia cambia profondamente: le nuove figure professionali, i più numerosi strumenti di comunicazione e le opportunità offerte dal riassetto del nuovo Stato innescano un processo di trasformazione delle professioni culturali destinato a completarsi agli inizi del Novecento. Di questo processo, che occupa gran parte del XIX secolo, Luciano Scarabelli rappresenta le luci e le ombre, le novità e le contraddizioni.
Lo studioso piacentino, noto soprattutto per l'amicizia con Pietro Giordani e autore di moltissimi testi (monografie, opuscoli, articoli di giornale) sugli argomenti più disparati, dall'istruzione alla statistica, dall'arte alla storia, non era stato finora oggetto di un'indagine specifica. L'interesse si è riacceso grazie ad alcune iniziative promosse a Caltanissetta, città alla quale nel 1862 lo Scarabelli aveva donato parte della sua biblioteca, nella quale erano confluiti anche i volumi del Giordani. Poi si è aggiunto il convegno piacentino del 23 e 24 maggio 2008, voluto dall'associazione "Amici del Bollettino Storico Piacentino", presieduta da Vittorio Anelli, dal Comune, dalla Provincia e dalla Banca di Piacenza.
Gli atti del convegno affrontano, per la prima volta in modo sistematico, la figura e l'opera dello Scarabelli, con la disponibilità anche di un'ampia documentazione archivistica, resa possibile dal riordino delle carte dello studioso custodite presso la Biblioteca "Passerini Landi" (materiali disponibili sul sito www.bollettinostoricopiacentino.it). I vari saggi ricostruiscono il percorso biografico e culturale dello studioso e lo intrecciano con i diversi aspetti del mondo culturale italiano di metà Ottocento. Ne emerge un panorama variegato, dai tratti a volte inediti, connotato da consolidate tradizioni e precoce modernità.
Gli inizi dello studioso non sono facili: autodidatta, di modestissime condizioni, viene fortemente aiutato (anche sul piano economico) da Pietro Giordani, del quale, nei primi anni, è "agente" e collaboratore. Obiettivo principale per lo Scarabelli, come per molti intellettuali in quegli anni, è garantirsi un decoroso sostentamento. Intraprende così numerose imprese: giornalistiche, editoriali, di ricerca. Si dedica ad altrettanti temi, storici, statistici, educativi, letterari e artistici. Non trascura neppure la carriera politica, che nel 1860, dopo una sofferta elezione, lo porta in Parlamento per una sola legislatura. Infine approda all'Accademia di belle arti di Bologna, dove tiene per circa un decennio l'insegnamento di estetica.
Hanno collaborato al volume Gian Paolo Bulla, Luca Ceriotti, Angelo Cerizza, Leonardo Farinelli, Giorgio Fiori, Arnaldo Ganda, Enrico Garavelli, Renata Lollo, Cecilia Magnani, Sergio Mangiavillano, Nicolò Mineo, Rosa Necchi, Letizia Pagliai, Maria Luigia Pagliani, Anna Riva, William Spaggiari, Diana Tura, Antonio Vitellaro. A Giovanna Rabitti era stato affidato il tema "Luciano Scarabelli dantista". Alla studiosa, piacentina di origine e fiorentina di adozione, non è stato concesso di completare la relazione e vedere la pubblicazione degli atti. Il volume è quindi dedicato alla sua memoria.
"Erudito e polemista infaticato e infaticabile". Luciano Scarabelli tra studi umanistici e impegno civile. Atti del Convegno di Piacenza (Palazzo Galli, 23-24 maggio 2008), a cura di V. Anelli, Piacenza, Edizioni Tip. Le. Co., 2009 ("Biblioteca storica piacentina", 26), 432 pagine, 32,00 euro.
Azioni sul documento