Rivista "IBC" XVII, 2009, 2

biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi

M. Miretti, I Davia. Profilo di una famiglia senatoria bolognese tra XVII e XIX secolo, Firenze, Le Monnier Università, 2007.
Una famiglia 'da via'

Zita Zanardi
[IBC]

Chi ha avuto il piacere di assistere alla godibile pellicola girata nel 1954 da Giorgio Pastina Il cardinale Lambertini, ispirata all'omonima opera teatrale di Alfredo Testoni, forse ricorderà che era ambientata nel 1739, un anno prima che venisse eletto pontefice, con il nome di Benedetto XIV, l'arcivescovo bolognese interpretato da un irresistibile Gino Cervi. E ricorderà anche sicuramente un'altra figura particolare, a cui dava vita l'altrettanto bravo Tino Buazzelli: quella dell'alquanto reprensibile conte Davia. Ma chi erano i Davia e che ruolo rivestivano nell'ambito della società locale? Ebbene, grazie a un lavoro minuzioso e paziente di ricerca in archivi e biblioteche, un libro di Monica Miretti ci permette di conoscere "vita, morte e miracoli" di questa famiglia venuta a Bologna da lontano: "da via", appunto.

Tale, almeno, sembra essere l'origine del cognome, mutato, come a volte accadeva, dall'originale Campieri e divenuto, da soprannome, la forma definitiva per contraddistinguere un casato che ebbe il suo primo elemento determinante in Pietro Antonio. Il quale, una volta giunto nella seconda città dello Stato pontificio (siamo all'inizio del XVII secolo), decise di imprimere una svolta decisiva alla propria esistenza. Partendo dall'umile attività del "garzone del forno d'impasteria da S. Martino delle Bollette", si dipanano a poco a poco, attraverso le pagine del volume, il progresso e la successiva inarrestabile crescita sociale sua e dei suoi discendenti, attraverso un abile intreccio di matrimoni vantaggiosi e alleanze utili, fino all'introduzione nelle più alte cariche della magistratura, composta dalla nobiltà bolognese che, come osserva l'autrice, era "esclusiva ma non escludente". Il tutto sorretto dall'introduzione di un fedecommesso, grazie al quale ogni erede primogenito era tenuto a conservare integro il patrimonio e a trasmetterlo tale e quale alla sua morte. Ciò non impedì comunque ai membri di questa intelligente e avveduta famiglia di provvedere sempre anche ai figli cadetti e alle figlie, che non soffrirono mai per questa condizione "sottoposta".

Un lungo capitolo del volume è dedicato a una delle caratteristiche più significative dei Davia, che la Miretti intitola eloquentemente "investire nella cultura": dal cardinale Giovanni Antonio, impegnato per tutta la vita nei suoi studi scientifici, fino al pronipote Giuseppe, figlio di quel Francesco di cui si parlava inizialmente (alle prese con il cardinale Lambertini) ed erede della stessa passione scientifica del prozio, che saprà trasformare in professione. Anche le donne rivestono un ruolo importante nell'evoluzione di questa famiglia: la madre di Giuseppe è Laura Bentivoglio - cognome fondamentale per la storia della città - che fu "emblema di quanto la scienza nel Settecento non sia prerogativa maschile". Frutto di tanta cultura familiare è l'importante biblioteca deviana, "la quale non può che essere necessaria, e di adornamento a una famiglia": di essa restano gli inventari redatti nel 1741 e nel 1769. Da questi, l'autrice, dopo un'attenta disamina che ha comportato anche la lettura del ricco epistolario, trae la conferma degli effettivi interessi culturali dei Davia: oltre infatti all'algebra e alla geometria, sono presenti la geografia (materia che proprio in quegli anni subì importanti rivolgimenti), le lingue straniere (cui era particolarmente interessata la Bentivoglio) e la storia.

Uno studio veramente stimolante, questo, che permette sia di conoscere in maniera approfondita la complessa ed eclettica realtà culturale della Bologna settecentesca, sia di apprezzare pienamente quanto i Davia ne siano stati una componente attiva e sostanziale.


M. Miretti, I Davia. Profilo di una famiglia senatoria bolognese tra XVII e XIX secolo, Firenze, Le Monnier Università, 2007, 186 pagine, 13,40 euro.

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