Rivista "IBC" XVII, 2009, 1

Dossier: Studi d'artista - Conoscere e conservare i luoghi della creatività in Emilia-Romagna

musei e beni culturali, biblioteche e archivi, dossier /

Dove l'arte si crea

Orlando Piraccini
[IBC]

Sono state dimore, studi, laboratori, officine, ambienti di vita e di lavoro di artisti che hanno segnato la vicenda figurativa novecentesca italiana fino ai giorni nostri. Luoghi unici, singolari, straordinari della creatività del nostro tempo. Piccoli, grandi giacimenti culturali, cumuli di storie, insiemi di memorie. Eppure - ci domandiamo - a quanti scempi, a quante dismissioni, scomparse, dispersioni dovremo ancora assistere, prima che si prenda finalmente coscienza della necessità di esplorarli a fondo questi fertili territori dell'arte, di farli conoscere e di provvedere alla loro salvaguardia? Anche nella nostra realtà regionale, infatti, non sono certo numerosi i casi di luoghi e memorie che hanno resistito oltre l'esistenza e l'attività dei loro stessi artisti, mentre tanti tesori incomparabilmente preziosi risultano irrimediabilmente perduti, dissolti nel nulla, senza lasciar traccia o quasi.

Chi ha frequentato degli studi d'artista, tanto più se di pittori o scultori di lungo corso, può testimoniare sulla straordinaria capacità di questi luoghi di procurare al visitatore stati particolari di emozione e di suggestione, saturi come sono di specialissime energie vitali, per le tracce ovunque disseminate di una creatività che nel corso del tempo deve essersi intrecciata con infinite altre storie all'esterno. Qui, dove l'arte si fa, dove l'artista vive e crea, le sorprese non mancano davvero. Come in un grande quadro o in una monumentale composizione plastica, a poco a poco le figure si scoprono, le storie si rivelano, i fatti veri e le esperienze realmente vissute emergono sotto le patine della memoria, i contesti conoscitivi si aprono su orizzonti più ampi.

Per questo gli studi d'artista e le loro memorie (ma lo stesso si può dire delle "case degli scrittori" o dei luoghi comunque legati a personaggi e fatti salienti del nostro tempo) dovrebbero essere considerati come "beni culturali" della modernità, tra i più degni di essere conosciuti e valorizzati. In questa direzione, certamente esemplari, possono dirsi alcuni "casi" che riguardano la nostra realtà regionale: per gli artisti della parola, l'affermarsi, finalmente, di un piccolo sistema romagnolo che collega fra loro le dimore di Pascoli, Panzini, Moretti, Oriani e altri; per gli artisti dell'immagine, talune esperienze significative che vedono protagonisti enti pubblici, ma anche privati, e che coinvolgono importanti "eredità", come per le case e i patrimoni culturali appartenuti a Luigi Varoli a Cotignola (Ravenna), a Remo Brindisi a Lido di Spina e a Dante Bighi a Copparo (Ferrara), oppure l'abitazione estiva di Morandi a Grizzana (Bologna), oppure, ancora, lo studio faentino di scultura che fu di Carlo Zauli e che oggi, grazie agli eredi, continua a essere un luogo vivo di lavoro e di studio.

Non musei di sé stessi, non sacrari per riti celebrativi, non archivi polverosi di memorie. Pian piano sopiti i mesti smarrimenti, colmati i vuoti silenti, disperse le vaghe penombre, in questi luoghi la creatività è finalmente tornata ad animare la scena. Qui oggi si studia, si lavora, si inventa, si crea, si espongono opere, si organizzano incontri. I giovani imparano dai maestri. In questa casa dello scrittore, in questo studio dell'artista, è la storia che riprende il proprio corso. È un cammino che ricomincia. Nel segno e nel nome dei loro formidabili abitatori.

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