Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

Dossier: ER_METE - Emilia-Romagna_MEmoria TEatrale

biblioteche e archivi, dossier /

Teatro Bonci: l'archivio

Marco Turci
[responsabile della Mediateca del Centro Cinema San Biagio, Cesena]

Il 15 agosto del 1843, a Cesena, si posa la prima pietra del Teatro Bonci, che verrà sontuosamente inaugurato il 15 agosto 1846. Il "nuovo e assai bel teatro", costruito in tre anni su progetto dell'architetto Vincenzo Ghinelli, è un modello architettonico di quello che diverrà il "teatro all'italiana": elegante e funzionale, con pianta a ferro di cavallo e dotato di acustica e palcoscenico di eccezionale livello.1 Fu un enorme successo per la città. Per un mese intero dall'inaugurazione, il Teatro rimase aperto con debutti e repliche. Vi si riversavano fino a 1600 persone che partecipavano secondo quelli che erano i costumi ottocenteschi: un rito che andava ben oltre l'assistere a uno spettacolo e che iniziava sin dall'accoglienza entusiasta che spesso veniva riservata agli attori che arrivavano in città, continuava poi con la partecipazione a tombole che spesso precedevano gli spettacoli (utilizzate per finanziare gli spettacoli stessi, o raccogliere fondi per le esigenze del Teatro e del personale) e proseguiva anche dopo le rappresentazioni (gli attori raccoglievano il successo, ricevendo biglietti, sonetti o veri e propri doni; oppure, in altri casi, il fiasco, con fischi e grida di scherno).

Un altro periodo molto felice per la storia del Bonci è all'inizio del Novecento, quando il Teatro è luogo di riferimento in una città che vive uno dei suoi momenti più intensi dal punto di vista culturale. Sono gli anni di Renato Serra, che proprio al Bonci tiene nel 1912 una celebre conferenza su Giovanni Pascoli, e poi ancora nel 1914 su Giosue Carducci. Il teatro a Cesena si caratterizza come luogo adatto a cogliere quella che è la vita sociale del proprio tempo: accanto agli spettacoli, con le migliori compagnie e i grandi cantanti lirici, ospita conferenze letterarie e politiche, mette in calendario avvenimenti sportivi come tornei di lotta greco romana o esibizioni di illusionisti (compreso un "esperimento di calcolomanzia istantanea a memoria prodigiosa del professor Ugo Zaneboni, detto l'uomo cifra").

Nel secondo dopoguerra il teatro italiano è ormai profondamente diverso da quello del secolo precedente. Sono cambiate le forme di gestione, con le amministrazioni che scelgono sempre più una gestione diretta; in ambito artistico nasce una nuova e importantissima figura come quella del regista, e anche il pubblico ha una differente percezione del teatro, sia a causa dei cambiamenti artistici sia a causa della diffusione di altri fenomeni di massa come cinema e televisione. In questo periodo il Teatro Bonci passa a una gestione affidata all'ETI - Ente teatrale italiano, un ente pubblico che ha lo scopo di promuovere e valorizzare il teatro nazionale, per poi ritornare a una gestione diretta del Comune dal 1971. È a partire da questo momento che nascono le caratteristiche che contraddistinguono tuttora l'attività di programmazione del Teatro Bonci - un cartellone aperto che va dai generi tradizionali agli altri settori dello spettacolo contemporaneo: prosa, ricerca, balletto, concerti, lirica, ragazzi - e contemporaneamente si affermano a livello nazionale e internazionale, a partire da Cesena, nomi e compagnie: Franco Mescolini, Maurizio Ferrini, Massimo Rocchi, Societas Raffaello Sanzio, Teatro della Valdoca.

Con l'eccezione di due anni recenti nei quali il Teatro è stato chiuso per una rilevante opera di restauro e adeguamento tecnologico, sono a oggi 160 gli anni di attività del Bonci. Si tratta quindi di un'importante panoramica della storia del teatro italiano che contempla, tra gli altri, nomi come Vincenzo Jacovacci ("il primo impresario d'Italia"), il cesenate Alessandro Bonci a cui il Teatro è dedicato, gli attori del teatro all'antica all'italiana (tra cui Ermete Novelli, Irma Gramatica), personaggi come Camille Saint-Saëns e Giacomo Puccini, e poi, nei decenni più recenti, le tantissime prime nazionali con Vittorio Gassman, Luchino Visconti, Gabriele Lavia, Paolo Poli, Carmelo Bene, Glauco Mauri.


I più antichi documenti relativi al Teatro Bonci sono a carattere amministrativo e in qualche modo sono addirittura precedenti alla sua nascita; esiste infatti, presso l'Archivio di Stato di Cesena, un fondo relativo alla costruzione del Teatro, con lettere, atti del Consiglio comunale, progetti, capitolati d'appalto e pianta del Teatro. Altri archivi relativi al Bonci si trovano presso la Biblioteca Malatestiana (fotografie, lettere, contratti, carte e opuscoli relativi al Teatro; locandine e programmi relativi agli spettacoli) e presso il Museo del Teatro Bonci, con locandine, foto e programmi vari dell'Archivio Settefonti (storico custode del Bonci stesso).

La promozione del Bonci si caratterizza da subito: programmi di sala, locandine, cartoline, addirittura articoli raffinati come fazzoletti di carta per signora, con incisi i titoli delle opere. Nell'Ottocento questi articoli erano posti in vendita dai commercianti cittadini, nel 1909 sono in vendita nell'atrio; nel 1901 il Teatro ha una propria "tabella d'affissione" per le locandine, posta in via Dandini; nel 1919, dal prospetto delle spese per affissioni di manifesti riguardanti l'opera Werther, risulta una distribuzione notevole in città e paesi della Romagna.2 A programmi di sala, manifesti e locandine, ancora oggi tra i principali documenti legati alla promozione e alla documentazione delle attività del Bonci, si aggiungono fotografie, videoregistrazioni e siti web propri del Teatro. Presso il Centro culturale San Biagio di Cesena è depositato l'archivio dei video realizzati in Super-VHS e DVD-video a partire dal 1996, quando (dopo gli interventi di restauro) il Teatro viene dotato di impianto di videoregistrazione voluto per documentare tutto quanto avviene in palcoscenico.

Oltre ai fondi particolari conservati nelle sedi sopra indicate, il corpo dell'archivio è conservato dagli anni Settanta in un deposito del Comune presso il Palazzo Guidi ex Comandini, mentre con l'avvento dell'attuale gestione curata da ERT - Emilia Romagna Teatro Fondazione, il materiale dal 2001 si trova presso il Centro culturale San Biagio, nella sede cesenate della Fondazione stessa. Negli archivi depositati in queste sedi il materiale è costituito prevalentemente da manifesti, locandine, programmi di sala e fotografie; in aggiunta a questi si trova anche tutta la documentazione relativa alla gestione amministrativa (carteggi, contratti, rider tecnici,3 borderò) e il materiale promozionale inviato dalle compagnie. In entrambe le sedi la documentazione amministrativa è conservata separatamente dal resto del materiale per consentire ai funzionari del Teatro facilità di accesso ai documenti. La documentazione fotografica degli anni recenti è su supporto digitale, mentre per gli anni precedenti la parte più ingente è costituita dal Fondo Zangheri depositato presso il Centro culturale San Biagio.

L'aspetto più particolare del progetto "ER_METE - Emilia-Romagna MEmoria TEatrale" è la capacità di documentare, con le tre realtà che ne fanno parte, tre interessanti aspetti del teatro contemporaneo: la produzione a Modena, il festival a Santarcangelo, la programmazione a Cesena. Nel caso specifico del Teatro Bonci, considerandone le caratteristiche basate su una programmazione fortemente organizzata in cartelloni e stagioni teatrali, il progetto è mirato all'identificazione dei singoli spettacoli piuttosto che ai singoli documenti fisici: questi sono testimonianza dello spettacolo e quindi, nella pratica, la loro descrizione è legata alla descrizione dello spettacolo e contemporaneamente ne è la base stessa. La notizia relativa allo spettacolo è così un ottimo punto di accesso per effettuare ricerche nel catalogo on-line del polo della Rete bibliotecaria di Romagna (opac.provincia.ra.it/SebinaOpac/Opac): presentandosi completa di tutte le informazioni, la notizia è il punto nodale per la navigazione sia verso i documenti fisici (quindi verso un'analisi dei singoli pezzi e delle loro caratteristiche) sia verso le stagioni teatrali (quindi verso un'analisi "storica" della programmazione). Altri canali di accesso particolarmente interessanti riguardano la gamma degli autori e delle loro responsabilità: per ogni spettacolo sono stati indicati registi, autori dei testi, compositori, responsabili delle scene, dei costumi e delle luci, coreografi, produttori, compagnie, orchestre, cori, cantanti, ballerini, musicisti e attori; nel caso dei documenti fisici, come autori sono stati indicati grafici, illustratori o fotografi.

Poiché i documenti teatrali del Bonci sono un patrimonio culturale soprattutto se considerati nel loro insieme specifico e poiché questo patrimonio include anche materiali autoprodotti, in accordo con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e con il Polo SBN Romagna si è deciso di catalogare gli archivi del Bonci esclusivamente in polo, attraverso l'utilizzo del software Sebina. Questa scelta ha dato l'opportunità di creare una specifica tipologia di materiale e apposite tabelle, di strutturare gerarchicamente i legami tra le notizie (dai documenti fisici agli spettacoli a cui essi appartengono, da questi alle relative stagioni teatrali) e, in ultimo, di fornire informazioni sullo spettacolo come evento rappresentato dal vivo.


Note

(1) Per una ricognizione dei teatri storici in Emilia-Romagna: www.ibc.regione.emilia-romagna.it/teapre.htm.

(2) Tutte le informazioni relative alla storia del Teatro contenute in questo articolo sono tratte da: G. Azzaroni, P. G. Fabbri, F. Dell'Amore, R. Pieri, Un palcoscenico per Cesena, a cura di A. Maraldi, Cesena, Società Editrice "Il Ponte Vecchio", 1997, in particolare pp. 81-139, 189-274; Museo del Teatro, a cura di F. Pollini, Cesena, Comune di Cesena, [senza anno di edizione].

(3) Documenti tecnici in cui sono specificate le condizioni, le esigenze, i modi e i tempi di lavoro necessari per l'allestimento di uno spettacolo.

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