Rivista "IBC" XVI, 2008, 4
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
"Un tema, quello delle esposizioni d'arte antica, che poneva molti problemi e molte domande ma che gli storici dell'arte curiosamente non hanno particolarmente approfondito (lasciandolo piuttosto ai sociologi), al contrario di quanto è avvenuto e quanto avviene per la storia dei musei, la cui bibliografia è in continua crescita". Enrico Castelnuovo e Alessio Monciatti, docenti di Storia dell'arte alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in Medioevo/Medioevi. Un secolo di esposizioni d'arte medievale si pongono una serie di problematiche relative alla storia delle mostre, eventi effimeri per eccellenza, tanto che solo per gli ultimi decenni ne abbiamo una documentazione fotografica, un catalogo di ampie dimensioni. Una serie di esperti - Donata Levi, Adriano Peroni, Carlo Bertelli, Claire Challéet, Elisa Camporeale, Emilio Tolaini, Tiziana Franco e altri - ha analizzato alcune rassegne diventate storiche perché sono state innovative o perché hanno dato una spinta significativa agli studi di settore: la "Mostra dell'antica arte senese" del 1904, che per prima analizzò i primitivi senesi; la "Mostra giottesca" di Firenze (1937); la "Mostra della scultura pisana del Trecento" di Pisa del 1946-1947, la prima negli anni postbellici; "Quando le cattedrali erano bianche" (Modena, 1984-1985).
Prendiamo quest'ultima come paradigma. "Quando le cattedrali erano bianche" è stata forse la più importante rassegna artistica realizzata a Modena nel secolo scorso: per un anno intero, dal luglio 1984 al luglio 1985, partendo dal restauro della facciata di Lanfranco e Wiligelmo eseguito da Uber Ferrari, si mise in atto una metodologia, da allora in poi pochissimo ripetuta, che permise di rileggere le sculture e le novità architettoniche di Wiligelmo e del mirabilis artifex, rendicontandoli al pubblico al di là di un "semplice" convegno. La mostra modenese - composta da varie sezioni, peraltro poco visitate - permise di riscoprire novità sulle epigrafi, il riuso di marmi antichi, il cantiere medievale, ma soprattutto oggi ci permette di comprendere l'importanza di certe esposizioni pensate per anni e legate alla storia di un territorio. In caso contrario (e purtroppo è la maggioranza dei casi), se le mostre si concludono con la chiusura delle sale, sono destinate a rimanere confinate nel campo dell'effimero, dove un esiguo prato nutre schiere di ansiogeni presenzialisti, assessori bisognosi di consenso immediato e centri cultural-economici troppo spesso ancora privi di personale abbastanza qualificato da evitare che fungano solo da bancomat o da promotori di appuntamenti tutt'altro che epocali.
Ma il problema non riguarda solo l'arte medievale, naturalmente. Molte altre mostre - Giovanni Bellini a Venezia nel 1949, Antonello da Messina a Messina nel 1953, Picasso a Milano nello stesso anno, Mondrian a Roma nel 1956-1957, per esempio - risultano "epocali" per gli studi dei vari settori artistici. Se ne occupa Anna Chiara Cimoli in un altro volume, Musei effimeri. Allestimenti di mostre in Italia 1943-1963, puntando la sua attenzione soprattutto sugli allestimenti in cui in Italia si sono raggiunti livelli di eccellenza. Volume importante soprattutto per l'apparato fotografico dunque, dove si rivede, per esemplificare, l'impaginato nitido ed essenziale di Carlo Scarpa per Bellini o l'allestimento lenticolare simil-ragnatela pensato da Eugenio Carmi per l'indagine relativa a "Luca Cambiaso e il suo tempo" (Genova, 1956).
Teorie, siano esse museologiche o museografiche, che permettono di richiamare la grande tradizione espositiva dell'Italia, descritta in due volumi importanti non solo per la messe di considerazioni che riportano, ma anche perché da essi possono nascere strumenti pratici in grado di meglio organizzare il mondo dell'arte. In particolare, scrivono ancora Castelnuovo e Monciatti, sarebbe davvero necessario "creare nei vari paesi dei veri e propri archivi delle mostre in cui confluisse e venisse conservato tutto il materiale che le riguarda". Il censimento sulle mostre a tema medievale organizzate in Italia negli ultimi duecento anni è in corso di progettazione.
Medioevo/Medioevi. Un secolo di esposizioni d'arte medievale, a cura di E. Castelnuovo e A. Monciatti, Pisa, Edizioni della Normale, 2008, 605 pagine, 30,00 euro; A. C. Cimoli, Musei effimeri. Allestimenti di mostre in Italia 1949-1963, Milano, Il Saggiatore, 2007, 244 pagine, 75,00 euro.
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