Rivista "IBC" XVI, 2008, 2
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni, storie e personaggi
Talvolta alla ricerca storico-archivistica concorrono i più disparati fattori: una mostra in corso che induce ad approfondire temi e argomenti, anche accessori; un archivio esplorato solo in parte; l'interesse e la motivazione forte di chi si affaccia al mondo del lavoro ed entra in stage all'interno di un'istituzione culturale. Quando queste cause sono concomitanti, la ricerca assume ogni caratteristica per dirsi fruttuosa. Il recente ritrovamento di lettere autografe di Corrado Ricci,1 senza trionfalismi, si inserisce fra gli esiti delle investigazioni condotte spontaneamente per approfondire i temi enucleati dalla mostra ravennate "La cura del bello. Musei, storie, paesaggi per Corrado Ricci". La stimolante esposizione - allestita dal 9 marzo al 22 giugno 2008 nelle tre sedi del MAR - Museo d'arte della città, della Biblioteca Classense e del Museo nazionale per celebrare il centocinquantesimo anniversario della nascita di Corrado Ricci - ha documentato in modo esaustivo l'attività dello storico dell'arte e del capace funzionario della Direzione generale delle Antichità e Belle Arti. La mostra ha ripercorso, inoltre, le attività finalizzate alla riorganizzazione dei musei di cui Ricci si fece promotore, con riferimento alle scelte metodologiche da lui adottate per il necessario passaggio dalla concezione museale ottocentesca a quella del moderno museo, e con riferimento all'attenzione rivolta al problema del restauro.
Sotto questo aspetto, per la verità, le lettere ritrovate non hanno spessore documentario tale da aggiungere novità alle già risapute notizie biografiche su Corrado Ricci. Tuttavia ne evidenziano l'autorità in un ambito che già lo vedeva esperto: quello giustappunto degli interventi tesi al restauro delle significative opere d'arte del patrimonio nazionale. Tanto esperto da assolvere doverosamente anche compiti minuti come l'ordinario disbrigo della corrispondenza. Ci interessano in particolare le date di queste poche lettere, inviate tra il 1903 e il 1913 a due referenti ferraresi, Pietro Niccolini e Giuseppe Agnelli. Dieci anni fondamentali nell'opera e nella carriera di Corrado Ricci, durante i quali ricopre diversi e prestigiosi incarichi, accreditandosi sempre più per la propria competenza e attestandosi come funzionario capace.2 Nelle diciture stampigliate sulla carta intestata si legge: "Accademia Carrara di Bergamo", "Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti", "Consiglio Superiore per le Antichità e le Belle Arti", "Ministero dell'Istruzione - Il Direttore Generale per l'Antichità e Belle Arti": sono queste alcune delle importanti istituzioni presso le quali svolge egregiamente il suo incarico, sempre prestando ascolto alle specifiche esigenze di quanti gli si rivolgono.
L'attenzione di Corrado Ricci per le tecniche del restauro e per la "cura del bello" svela un amore autentico per il patrimonio artistico che si trovò in quegli stessi anni ad amministrare, con l'intenzione di renderlo più fruibile per il visitatore, alla cui vista voleva restituirlo con "risarcimenti" appropriati e definitivi. Una fotografia pubblicata in "Emporium" nel febbraio 1917 lo ritrae insieme a un gruppo di collaboratori tra le rovine della basilica di Sant'Apollinare Nuovo di Ravenna, da poco devastata da un'incursione aerea austriaca.3 È quell'immagine a dare l'idea della sua levatura morale: pur indignato dalla distruzione di un luogo sacro, Ricci sembra rivolgersi ai collaboratori infondendo serenità e fiducia sul possibile recupero del tempio fino all'ultimo tassello degli splendidi mosaici con la Vita di Cristo, Santi e profeti, di cui nell'interno basilicale (in altra foto a corredo dello stesso articolo) si intravedono estesi lacerti. La sua coerenza e la volontà di una fedele ricostruzione sono ben esemplate nella mostra ravennate con l'esposizione della cospicua sequenza di tavole storiche della parete settentrionale di Sant'Apollinare Nuovo, edite dal 1930 al 1937 e provenienti per l'occasione dalla Biblioteca della Soprintendenza.
Una prima missiva su cartolina postale, inviata da Harleem nel luglio 1903 a Pietro Niccolini,4 ci dice come Corrado Ricci, che da appena un mese aveva riordinato la Pinacoteca di Brera, fosse interessato ai consigli provenienti dall'esterno, dispensati da uomini di cultura ma anche da politici.
Cartolina postale (Briefkaart - Carte postale)
Timbro postale di partenza, Harleem (non rilevato, ma 17 luglio 1903)
Timbro postale di arrivo, Ferrara 30 luglio 1903
Ill. Sig. Cav. P. Niccolini, già sindaco di Ferrara. Italy.
Ill. mo Signore
Harleem 17. VII. 03
Mille grazie dell'ottimo consiglio. Appena in Italia scriverò al Ministero per Schifanoia.
Suo Corrado Ricci
Egli stesso non lesina poi consigli di ordine politico e amministrativo quando si tratta di attribuire titolarità a sedi museali nazionali per far sì che ricevano sovvenzioni. È il caso della lettera datata 21 maggio 1905 inviata a Giuseppe Agnelli,5 all'epoca direttore della Biblioteca civica.
Cartolina postale italiana (Carte postale d'Italie)
Timbro postale di partenza, Ravenna 21 maggio 1905
Timbro postale di arrivo, Ferrara 21 maggio 1905
All'ill.mo sig. Prof. Giuseppe Agnelli, biblioteca Ferrara
Ravenna 21.V.05
Caro Agnelli,
la cosa è grave. Anzitutto la legge dice che gli acquisti dei reperti o scolture fatti col fondo comune vanno nei musei e nelle gallerie governative. Dunque, questo è il primo ostacolo da vincere. Poi sta di fatto che città come Firenze e Venezia che contribuiscono al fondo comune con 140 mila lire annue, non potranno rassegnarsi all'esclusione completa del primo acquisto. Infine non farà poca impressione il fatto che a Ferrara si trovano altri quadri di Cosmè Tura, mentre a Bologna - dove l'arte ferrarese si manifestò gloriosamente - non se ne trova nemmen uno. Come vedi, non è possibile passar sopra a tante cose, specialmente da parte d'un direttore di galleria che non deve trascurare del tutto gli interessi de' suoi visitatori, per quanto non si faccia paladino assoluto d'un luogo a danno d'un altro. Cercate che la vostra Galleria diventi governativa e ne ritrarrà molti vantaggi.
Con affetto tuo Corrado Ricci
Anche quando è costretto ad allontanarsi dal suo ministero per ragioni di salute, non disdegna interventi appropriati, occupandosi per esempio di un imprecisato "equivoco" sorto a proposito della pubblicazione, nel 1908, dell'Albo Frescobaldiano, uscito dai torchi tipografici della casa editrice Zuffi di Ferrara.6
Carta da lettere non intestata
Viserba (Rimini) 3.X.08
Onorev. Signore,
la sua lettera mi giunge a Viserba dove mi trovo in convalescenza dopo lunghe febbri infettive.
Non so quindi, né mi spiego come sia avvenuto l'equivoco dell'Albo Frescobaldiano, respinto dal ministero; scrivo subito, mandando la Sua stessa lettera alla Direzione Generale, perché si provveda a seconda dell'impegno preso.
Mi creda sempre dev.
Corrado Ricci
Interviene talvolta in ragione della sua nomina a direttore generale per le Antichità e Belle Arti (1 ottobre 1906), incarico che onorerà occupandosi tre anni più tardi del riallestimento museale dell'Accademia Carrara, avvalendosi per questo della fidata collaborazione di uomini come Giuseppe Gerola, all'epoca sovrintendente dei Monumenti.
Carta da lettere intestata
Accademia Carrara, Bergamo, Segreteria
Bergamo (Hotel Moderno)
11.IX.11
On. Signore
Benissimo. Manderò da Ravenna il Gerola che, oltre ad essere Sovrintendente dei Monumenti, è pure giudice di valore.
Cordiali saluti dal suo
Corrado Ricci
Non solo in qualità di direttore generale delle Antichità, ma da esperto qual è nel campo specifico del restauro, propone a Pietro Niccolini nomi prestigiosi come il notissimo Luigi Cavenaghi o Lucarini di Firenze, menzionando anche i restauratori romani che godono di maggior fama.
Carta da lettere intestata
Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti
Roma 20.I.1913
On. Amico
Trovare un buon e sicuro ristauratore di dipinti non è facile. A Milano c'è Cavenaghi e a Firenze il prof. Lucarini, ma sono impegnatissimi. A Roma ci sono il Venturini-Papasi e il Cecconi-Principi. Occorrendole altre informazioni e conoscere indirizzi, scriva liberamente al suo
Corrado Ricci
Si esprime altresì, e senza remore di sorta, sulle specifiche credenziali dei restauratori, indicando i fratelli Steffanoni di Bergamo come i più qualificati nello stacco e nel restauro degli affreschi; ma li stima "meno quotati" nei restauri dei dipinti su tavola o su tela.
Carta da lettere intestata
Consiglio Superiore per le Antichità e le Belle Arti
Roma 4.2.13
On. Amico
I fratelli Steffanoni di Bergamo hanno una ragguardevole abilità nello stacco e nel ristauro degli affreschi; ma per ristauri di dipinti su tela o su tavola sono assai meno quotati.
Cordiali saluti da
Corrado Ricci
Se le valutazioni di Corrado Ricci in merito alla perizia dei restauratori dell'epoca, pur senza mai risultare sprezzanti, sono così lapidarie, lo si deve a una competenza sul campo che risale al 1883 (lo stesso anno in cui compare la prima Carta del Restauro di Camillo Boito), quando pubblica nel celebre "Fanfulla della Domenica" l'articolo Ristauri e restauratori. Specialmente davanti a certe espressioni utilizzate da Corrado Ricci, che definisce "idraulici del Genio Civile" i tecnici del restauro, si è indotti a maturare dell'uomo un'opinione diversa. Ma sappiamo che quell'apparente presunzione nasceva dalla volontà di elaborare, in funzione del restauro, linee e tendenze tali da salvaguardare sempre la valenza storico-artistica del monumento o reperto su cui intervenire, escludendo le operazioni inopportune di presunti tecnici non qualificati.
Note
(1) Le lettere sono conservate presso la Biblioteca dei Musei civici di arte antica di Ferrara, Collezione di autografi Niccolini, busta 172. Le missive assommano a sette, di cui l'ultima, datata "Roma, 6 marzo 1913" su carta intestata "Ministero dell'Istruzione", è riportata in questa nota e non nel testo in considerazione dello scarso interesse del suo contenuto: "On. Amico, Come le promisi, l'avverto che io (martedì prossimo, 11 marzo) alle 11.14 sarò a Ferrara per rimanervi sino alle 17.13. Cordiali saluti dal suo Corrado Ricci". Sulla Collezione di autografi Niccolini si veda: G. Muscardini, Una Collezione di Autografi presso i Musei Civici d'Arte Antica di Ferrara, "Cartevive", Bollettino dell'Archivio Prezzolini e degli Archivi di cultura contemporanea della Biblioteca Cantonale di Lugano, 2003, 2 (34), pp. 64-81.
(2) Sulla figura e l'opera di Corrado Ricci si rimanda a: G. Federzoni, C. Ricci, F. Flamini, Un aneddoto e due conferenze, Bologna, Zanichelli, 1922; Regio Istituto d'Archeologia e Storia dell'Arte, In memoria di Corrado Ricci, Roma, Palombi, 1935; G. Agnelli, In memoria di Corrado Ricci, Ferrara, SATE, 1936; Corrispondenti di Corrado Ricci. Indice-inventario della serie corrispondenti nel carteggio Ricci della Biblioteca Classense, a cura di S. Secchiari, Ravenna, Società di studi ravennati, 1997; Corrado Ricci. Nuovi studi e documenti, a cura di N. Lombardini, P. Novara e S. Tramonti, Ravenna, Società di studi ravennati, 1999; La cura del bello. Musei, storie, paesaggi per Corrado Ricci, a cura di C. Spadoni e A. Emiliani, catalogo della mostra, Milano, Electa, 2008.
(3) "Emporium", 1917, 266, p. 141.
(4) Sulla biografia e sulla vasta produzione di Pietro Niccolini, uomo politico e animatore di cultura, si vedano: Collana dei ferraresi benemeriti, a cura di D. Bombardi, Ferrara, [senza nome dell'editore], 1939, pp. 3-27, e Pietro Niccolini, [senza luogo di edizione], Stabilimento della Società Anonima Emiliana, 1940.
(5) Notizie biografiche su Giuseppe Agnelli si leggono in: V. Cian, Giuseppe Agnelli, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", CXVI, 1940, secondo semestre, pp. 243-246; M. Barsali, Agnelli Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, I, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1960, p. 422.
(6) X. F. Haberl, Girolamo Frescobaldi. Esposizione della sua vita e delle sue creazioni riassunta dall'Albo Frescobaldiano, Ferrara, Zuffi, 1908.
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