Rivista "IBC" XVI, 2008, 1
Dossier: Divine metamorfosi - Il restauro dei cartoni per i mosaici danteschi del Museo d'arte della città di Ravenna
musei e beni culturali, dossier / progetti e realizzazioni, restauri
Ormai è evidente: Dante fa tendenza. Lo dimostrano gli appuntamenti televisivi di Roberto Benigni che raccolgono l'eredità del grand tour di Vittorio Sermonti e delle suggestive letture di Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene e Vittorio Gassman. E se da un lato le terzine della Divina Commedia penetrano dal tubo catodico nel profondo dell'anima dei telespettatori, dall'altro Dante sbarca anche a teatro: sulla stampa nazionale, infatti, è stata recentemente annunciata la realizzazione del primo musical tratto dal capolavoro dell'Alighieri. La Divina Commedia. L'opera: l'uomo che cerca l'amore: è questo il titolo dello spettacolare evento musicale - prodotto da Nova Ars con musiche composte da monsignor Marco Frisina - che, a partire da Roma, andrà in tournée per tutta l'Italia con cantanti, attori, ballerini, acrobati e creature realizzate da Carlo Rambaldi.
Anche la città di Ravenna, come ogni anno, nel mese di settembre celebra Dante Alighieri con numerose iniziative culturali, eventi e spettacoli che contribuiscono a consolidare l'identità dantesca della città, coinvolgendo il grande pubblico e mantenendo viva la memoria del Sommo Poeta. Due rassegne principali, "Settembre Dantesco" e "Dante 09", valorizzano le radici dantesche della città, per la quale il padre della letteratura italiana costituisce un punto di riferimento ineludibile, anzi un invito al viaggio. La popolarità di Dante a Ravenna si rinnova quotidianamente anche grazie agli edifici (il Teatro comunale, l'Ostello della gioventù, il Liceo classico), ai luoghi pubblici (il Museo e il Centro dantesco), alle società e associazioni culturali che portano il suo nome, tra cui la Società Dante Alighieri, il Lions Club, il Circolo filatelico numismatico.
Nel 2005 è stato istituito il Premio nazionale "Dante Alighieri", frutto di una collaborazione tra la Facoltà di conservazione dei beni culturali (Università di Bologna - Sede di Ravenna) e il Segretariato sociale della RAI - Radio televisione italiana, premio destinato a coloro che si sono particolarmente distinti nella conservazione e nella difesa del patrimonio artistico nazionale. Nel 2007, inoltre, l'Università cattolica del Sacro Cuore e il Centro dantesco dei Frati minori conventuali hanno aperto la Scuola estiva internazionale in studi danteschi, per tutti coloro che, italiani o stranieri, nutrono un profondo interesse per le tematiche dantesche. Ma la straordinaria fortuna che l'opera di Dante continua ad avere nel nostro tempo, e non solo entro i confini del Bel Paese, trova soprattutto riscontro ogni giorno a Ravenna nei turisti che visitano la sua tomba e il bassorilievo che lo raffigura, scolpito nel 1483 da Pietro Lombardo e custodito nel tempietto a cupola eretto nel 1780 dall'architetto Camillo Morigia per volere del cardinale legato Luigi Valenti Gonzaga. La lampada votiva che pende dal sommo della volta viene alimentata ogni anno dall'olio offerto dal Comune di Firenze in occasione dell'anniversario della morte del Poeta.
Alle numerose manifestazioni culturali, letterarie e poetiche con cui la città mantiene vivo il ricordo di Dante si aggiungono anche le iniziative artistiche realizzate con l'intento di illustrare la DivinaCommedia. Nel corso dei secoli il connubio tra Dante, il suo poema e gli artisti è sempre stato molto forte. Sarebbe troppo lungo, qui, fare l'elenco dei pittori e degli scultori: basti ricordare le pergamene vergate in punta d'argento da Sandro Botticelli, realizzate dal 1490 al 1497 su commissione di Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, cugino del Magnifico; oppure le incisioni di Gustave Doré realizzate dal 1861 al 1868 circa, la parte più favolistica e narrativa della sua opera; per non parlare della produzione artistica del Romanticismo, in cui si inserisce l'esempio di Eugène Delacroix, che nel 1822 si impose al salone di Parigi con la sua Barca di Dante. Non va dimenticato, inoltre, il concorso bandito nel 1900 da Vittorio Alinari, rivolto agli artisti italiani per l'illustrazione della Commedia, che tra i partecipanti vide Libero Andreotti, Galileo Chini, Adolfo De Carolis, Giovanni Fattori, Alberto Martini, Plinio Nomellini, Duilio Cambellotti, Armando Spadini e Alberto Zardo (che risultò vincitore).
Anche su questo versante, in ambito locale, non mancano testimonianze artistiche sulle tematiche dantesche: alcuni esempi sono rappresentati dal presunto ritratto di Dante scoperto nel 1920 nella Chiesa di San Francesco, dal Ritratto di Dante eseguito da Vittorio Guaccimanni, dalla statua realizzata dal ravennate Enrico Pazzi che fu collocata a Firenze in piazza Santa Croce nel 1865, dalle numerose raffigurazioni della Tomba nelle stampe ottocentesche e da tutta l'iconografia raccolta nel Museo dantesco, inaugurato nel 1921, la cui gestione è affidata all'Opera di Dante, l'istituzione dantesca ravennate per eccellenza. Tra le testimonianze artistiche ci piace ricordare anche il ritratto di Dante inserito da Luca Longhi, pittore ravennate tra i più significativi all'interno del Cinquecento romagnolo, nella Circoncisione di Gesù, grande olio su tavola oggi conservato presso la Pinacoteca nazionale di Ferrara, firmato e datato 1561. Da segnalare inoltre il quadro intitolato Dante e le nobildonne di Ravenna, dipinto da Anselm Feuerbach, nativo di Speyer, città non a caso gemellata con Ravenna.
A queste si possono aggiungere le opere d'arte di cui si è persa traccia, citate negli atti dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna: Quadro a olio di Pompeo Randi rappresentante Dante alla corte di Scarpetta Ordelaffi in Forlì (1857); Bozzetto a olio di Gasparo Martinetti Cardoni rappresentante Dante nel pineto ravennate (1860); Dante sbandito che peregrinando si conduce per l'Appennino all'Eremo di Fonte Avellana, quadro a olio del prof. Andrea Besteghi, ispirato alla cantica "Una notte di Dante" di Giovanni Marchetti ed esistente nel palazzo del marchese Pizzardi di Bologna (1862); Esterno del sepolcro di Dante scolpito in lamina di argento da Achille Montanari (1864) che una nota ci dice essere stato "donato dal Comune a Maria Pia di Savoia quando andò sposa al Re di Portogallo"; Quadro a olio del prof. Andrea Besteghi, acquistato dalla Società protettrice delle B. A. di Bologna (1865); Medaglia d'oro modellata da G. Duprè incisa da A. Pieroni per il sesto centenario (1865). In una pratica d'archivio dell'Accademia ravennate (1921, protocollo 104) è contenuta anche una ricca documentazione a proposito di una permuta di gessi avvenuta con l'Ambasciata di Francia a Roma: in cambio di un calco del busto di Victor Hugo, eseguito dallo scultore August Rodin, veniva richiesta una copia del bassorilievo di Dante esistente nella sua tomba.
Altre realizzazioni artistiche, ricoverate in depositi comunali, sottratte alla pubblica visibilità e quasi dimenticate, tornano oggi a far parlare di sé. È il caso del nucleo di cartoni preparatori di mosaici a soggetto dantesco che il Museo d'arte della città di Ravenna ha inserito in un progetto di restauro finalizzato alla loro conservazione, valorizzazione ed esposizione. Furono eseguiti in occasione delle iniziative promosse a Ravenna per il VII centenario della nascita del Poeta (1965), voluti da Giuseppe Bovini per raccordare il mosaico all'identità moderna della città: una sorta di riscoperta del mosaico sulla base di una tematica antica particolarmente cara alla comunità ravennate. Per l'occasione vennero istituiti un comitato dantesco, presieduto dal sindaco Bruno Benelli, e un comitato organizzatore della mostra, composto, oltre che da Bovini, da critici d'arte ed esperti di tecniche musive, tra cui Stefano Bottari, Giovanni Guerrini, Giuseppe Salietti, Renato Barilli, Alberto Martini e da monsignor Giovanni Fallani, presidente della Pontificia commissione per l'arte sacra.
Un gruppo selezionato di artisti invitati per chiara fama, insieme a cinque pittori nati o comunque operanti nella provincia di Ravenna (per i quali fu bandito un apposito concorso), idearono i cartoni che furono poi tradotti a mosaico da maestri mosaicisti ravennati: Nedo Del Bene, Santo Spartà, Giuseppe Salietti, Renato Signorini, Giuseppe Ventura, Libera Musiani, Sergio Cicognani, Carlo Signorini, Romolo Papa, Sergio Pezzi, Zelo Molducci, Antonio Rocchi, Alberto Melano. I mosaici di ispirazione dantesca vennero esposti una prima volta nelle ampie sale dei chiostri di San Vitale, nella mostra realizzata dal 27 maggio al 31 ottobre 1965 in occasione del primo centenario del ritrovamento delle ossa di Dante. Il catalogo della mostra venne rieditato nel 1995 grazie al sostegno del Lions Club Dante Alighieri di Ravenna, in occasione di una seconda esposizione dei mosaici allestita nel chiostro francescano della Zona dantesca, messo a disposizione dalla Cassa di risparmio che ne è proprietaria: attualmente i mosaici sono collocati nella sala convegni del Parco divertimenti di Mirabilandia.
I cartoni preparatorii, conservati a lungo nel Museo d'arte della città, sono stati consegnati al laboratorio di Isabella Cervetti, per essere restaurati grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna relativo al piano museale 2005. Si è trattato di un recupero prezioso: la direzione dei lavori, condivisa tra l'Istituto regionale per i beni culturali e il Museo d'arte della città, ha previsto il risanamento di ventuno opere molto eterogenee tra loro per tecnica, dimensioni e supporti, realizzate da: Pierluigi Borghi, Domenico Purificato, Raul Vistoli, Domenico Cantatore, Anna Bertoni, Giulio Ruffini, Leila Lazzaro, Primo Costa, Franco Gentilini, Aligi Sassu, Orfeo Tamburi, Ferruccio Ferrazzi, Carlo Mattioli, Giovanni Brancaccio, Marcello Avenali, Giuseppe Migneco, Virgilio Guzzi, Lino Bianchi Bariviera, Ines Morigi Berti, Gisberto Ceracchini, Bruno Saetti. Nel corso dei lavori, si sono evidenziate alcune incongruenze:
· il nucleo di cartoni conservato presso il Museo d'arte comprende tre opere che non furono realizzate a mosaico (probabilmente si tratta di cartoni scartati dalla commissione esaminatrice), mentre a Mirabilandia sono presenti tre mosaici apparentemente senza cartoni (in realtà furono regalati dagli artisti ai mosaicisti ravennati che li eseguirono, presso i quali sono tuttora custoditi);
· contrariamente a quanto è stato scritto nei cataloghi del '65 e del '95, il mosaico intitolato I combattenti per la fede fu eseguito da Ines Morigi Berti, mentre il relativo cartone spetta ad Antonio Rocchi (il refuso ci è stato segnalato dalla stessa mosaicista, intervistata assieme ad altri maestri per documentare e meglio ricostruire la vicenda).
Illustrare la Divina Commedia non deve essere un'impresa facile e lo dimostrano queste opere, per le quali non si può solo parlare di mera illustrazione ma di vera e propria tensione interpretativa da parte degli artisti, che nel misurarsi con Dante hanno sperimentato non solo il loro coraggio e la loro audacia, ma soprattutto la capacità di riconoscere nella Commedia quell'inesauribile fonte di riflessione e di ispirazione che soltanto le grandi opere continuano a conservare nel tempo. In assoluta libertà di espressione e di linguaggio figurativo, dieci artisti scelsero di confrontarsi con canti e situazioni dell'Inferno, cinque si orientarono verso il Purgatorio, sei preferirono ispirarsi al Paradiso.
I primi dodici cartoni restaurati sono già stati esposti nel settembre 2007, in occasione delle manifestazioni cittadine legate alle celebrazioni della figura di Dante: nel settembre 2008 verranno presentati al pubblico tutti i ventuno cartoni, riportati alla loro bellezza originaria. Anche a queste iniziative si deve la perenne attualità di Dante, rievocato nel mondo di luce e di colore del mosaico che contraddistingue Ravenna. Come scriveva Pier Paolo D'Attore nell'introduzione al catalogo del '95: "Vi è un aspetto etico da sottolineare in questo rileggere, ampio e moderno, le nostre radici culturali. È la ricerca, nell'incertezza del presente, di un interlocutore alto, non effimero, capace di parlarci di sentimenti, di responsabilità e impegno civile, di valori e tensioni vere".
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