Rivista "IBC" XVI, 2008, 1
Dossier: Divine metamorfosi - Il restauro dei cartoni per i mosaici danteschi del Museo d'arte della città di Ravenna
musei e beni culturali, dossier / progetti e realizzazioni, restauri
Fin dalla sua prima edizione, datata settembre 1991, l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) partecipa al Salone del restauro di Ferrara con grande impegno, facendone una vetrina privilegiata della propria attività e contribuendo attivamente a rendere la kermesse ferrarese un importante momento per il confronto e la discussione sulle problematiche dei beni culturali. Per la XV edizione del Salone, dal 2 al 5 aprile 2008, l'IBC presenta nel suo stand una mostra documentaria dedicata all'intervento di restauro che ha interessato un nucleo di 21 cartoni per mosaici a tema dantesco e un ritratto del Poeta a foglia d'oro su vetro, opere pressoché inedite conservate dal Museo d'arte della città di Ravenna (le fotografie dei cartoni pubblicate in questo dossier sono di Nazario Spadoni, quelle dei mosaici sono di Andrea Scardova). L'intervento è stato realizzato grazie ai fondi erogati sul piano annuale 2005 della Legge regionale 24 marzo 2000, n. 18, "Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali".
I cartoni furono realizzati in occasione del VII centenario della nascita di Dante, celebrato a Ravenna nel 1965. All'epoca una commissione, appositamente costituitasi, scelse un gruppo di artisti italiani, taluni molto noti, per ideare le opere su cui eseguire i mosaici celebrativi, indicando a ciascuno un certo numero di canti della Commedia a cui ispirarsi per l'elaborazione del bozzetto preparatorio; al gruppo prescelto si aggiunsero gli artisti premiati in un concorso, su un tema dantesco, di poco precedente. La scuola ravennate di mosaico, e altri maestri mosaicisti locali, tradussero gli elaborati nei mosaici che tuttora si conservano a Ravenna, nella sala conferenze del parco divertimenti di Mirabilandia. Questi cartoni, oltre a rappresentare uno specifico momento dell'arte italiana di quegli anni, sono la felice convergenza di molteplici interessi e significati: Dante e la costante attualità della sua opera più famosa, la Commedia; l'antica tradizione musiva di Ravenna che cerca e trova nuova linfa raccordandosi alla moderna identità della città;1 infine la salvaguardia dell'arte contemporanea e la necessità di affrontare con estrema attenzione il restauro e la conservazione di queste opere.
L'impegno dell'IBC per la salvaguardia del patrimonio artistico contemporaneo, diffuso sul territorio in modo assai consistente, copre un arco temporale di oltre quindici anni di lavoro. Le azioni promosse sono state indirizzate sia alla diffusione di una maggiore cultura del restauro sia alla formazione degli operatori, per sensibilizzare gli "addetti ai lavori": operatori culturali e responsabili dei musei in particolare, nonché restauratori, referenti naturali del nostro Istituto. Ai primi anni Novanta risale un corso di aggiornamento e formazione per il restauro di questa tipologia di opere, rivolto a chi già operava in qualità di restauratore. Nel 1991, in occasione del I Salone di Ferrara, l'IBC organizzava "Conservare l'arte contemporanea", uno dei primi e più significativi convegni dedicati a queste problematiche; in concomitanza veniva pubblicato Il restauro delle opere d'arte moderne e contemporanee, il volume che raccoglieva la traduzione in lingua italiana di una serie di studi di Heinz Althöfer, restauratore e storico dell'arte tedesco ritenuto uno dei massimi esperti della materia: questo libro rappresentava una prima panoramica di stili, materiali e tecniche dell'arte contemporanea in cui si individuavano criteri e possibilità per la conservazione e il restauro.2
Col crescere della sensibilità e dell'attenzione nei confronti di queste opere si comprendeva l'urgenza della loro tutela e conservazione e si intensificavano le azioni. A distanza di qualche anno sono stati realizzati numerosi significativi progetti, sia per quanto riguarda gli aspetti conoscitivi, con campagne di censimento, catalogazione e valorizzazione, sia sul versante conservativo; molti di questi progetti si sono sviluppati in progress e, trattandosi di arte contemporanea, universo in continuo divenire, non può che essere così. Tra le ricerche portate avanti a partire dal 1994 si rammentano gli "Archivi dell'arte", indagini sui vari fondi documentari relativi ad artisti e premi d'arte svoltisi in particolare nella Romagna, un'attività di competenza della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC, che per quanto riguarda la documentazione novecentesca agisce attraverso la tutela attiva (con l'acquisto di fondi di particolare interesse a rischio dispersione), l'inventariazione dei fondi documentari e la catalogazione dei fondi librari e grafici. Si ricorda in proposito la recente catalogazione delle opere grafiche della Fondazione Tito Balestra di Longiano (Forlì-Cesena), del Museo Brozzi di Traversetolo (Parma), dei disegni di moda e progetti di architettura appartenenti allo CSAC - Centro studi e archivio della comunicazione di Parma, del Museo alternativo Remo Brindisi del Lido di Spina (Comacchio, Ferrara).
I diversi settori dell'IBC (la Soprintendenza per i beni librari e documentari, il Servizio musei e beni culturali, il Servizio beni architettonici e ambientali), pur svolgendo attività tra loro diversificate, in determinate situazioni intersecano tra loro le varie operatività dando luogo a proficue sinergie: un esempio è l'attività svolta per l'organizzazione di un'iniziativa presentata al Salone nel 2003. La mostra "I territori della scultura contemporanea", curata da Orlando Piraccini, scaturiva da una specifica ricerca condotta nell'ambito del progetto "Archivi dell'arte", avviata dall'IBC nel 1995 per documentare i processi di costituzione del patrimonio d'arte del Novecento sul territorio regionale e per rilevare la presenza di raccolte e nuclei particolarmente significativi benché meno studiati rispetto alla rete museale.3 In questo caso si metteva in luce quel patrimonio variegato e multiforme rappresentato dalle opere plastiche diffuse nei più diversi ambienti urbani o naturali, isolate oppure aggregate in veri e propri parchi museali, come quello di Ca' La Ghironda a Zola Predosa (Bologna) o come i giardini del Museo internazionale delle ceramiche di Faenza (Ravenna) o del Museo Brindisi già citato. Nella stessa occasione venivano affrontati i vari aspetti della tutela e della conservazione della scultura contemporanea all'aperto, oggetto di dibattito nell'ambito del convegno "I territori della scultura contemporanea. Arte all'aperto in Emilia-Romagna. Realtà ed esperienze a confronto" (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/approf/scultura/atti.htm).
La realizzazione della banca dati dedicata ai luoghi della scultura del Novecento e dell'attualità in Emilia-Romagna, immessa sul sito web dell'IBC nel 2003 (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/scultura/), è stato il primo passo per la mappatura completa realizzata successivamente. Di rilevante importanza risulta infatti l'indagine di Claudia Collina raccolta nel volume I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo pubblicato nel 2004,4 di cui nel maggio del 2008 uscirà la seconda edizione aggiornata e ampliata. Il censimento "a tappeto", dettato dalla necessità di conoscere il sistema pubblico dell'arte contemporanea sul territorio regionale, pone in evidenza una mappatura del territorio densa e articolata, e oltre a offrire una fotografia dell'esistente è anche una guida, sia per gli addetti ai lavori che per chiunque voglia esplorare questo universo. Al volume ha fatto seguito una banca dati che ha permesso di tenere aggiornata una geografia in costante evoluzione (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/h3/h3.exe/aArteCont/fformSelezione).
Si è conclusa di recente anche l'indagine sulla localizzazione in Emilia-Romagna delle opere d'arte realizzate in applicazione della legge 29 luglio 1949, n. 717 (la cosiddetta "legge del 2%"), un progetto interdisciplinare che coinvolge il Servizio musei e beni culturali, il Servizio beni architettonici e ambientali e la Direzione dell'IBC nella realizzazione di un volume, una banca dati e un convegno sull'argomento. Dalla pubblicazione del repertorio dei Luoghi dell'arte contemporanea in Emilia-Romagna l'IBC è diventato un punto di riferimento per la valorizzazione di questo patrimonio: Mario Nanni, Giorgio Amadori e gli eredi di Carlo Leoni hanno donato alcune loro opere all'Istituto e il progetto "10 artisti per i beni culturali dell'Emilia-Romagna" ha inserito nella sede del Centro regionale del catalogo le opere donate da Pinuccia Bernardoni, Davide Benati, Nanni Menetti, Massimo Pulini, Antonio Violetta, Luka Moncaleano, Mario Nanni, Alberto Zamboni, Maria Assunta Karini e Andrea Renzini. Il progetto, ideato da Claudia Collina e Carmela Baldino, propone un profilo critico delle poetiche artistiche presenti in Emilia-Romagna e ha dato vita anche a una mostra virtuale visitabile on-line (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/mostre_virt/10ArtistiBeniCulturali/dieciartisti.htm).
L'apertura della Galleria d'arte moderna e contemporanea Villa Franceschi, realizzata dal Comune di Riccione (Rimini) in collaborazione con l'IBC, ha restituito alla collettività un edificio dalla caratteristica architettura balneare del primo Novecento; oggi, nelle sale che in parte conservano gli arredi originali, sono esposte alcune opere della Collezione d'arte civica formatasi in stretto rapporto con la storia della Riccione estiva del secolo scorso e l'importante "Collezione Arcangeli" di proprietà della Regione Emilia-Romagna: dipinti, sculture e disegni di Alberto Burri, Renato Birolli, Virgilio Guidi, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Alberto Sughi, Vincenzo Satta.
L'attività di restauro, svolta in particolare dal Servizio musei e beni culturali dell'IBC, è una delle più rilevanti e significative tra quelle portate avanti dall'Istituto. In tempi recenti, grazie ai finanziamenti regionali della Legge 18-2000 erogati sui piani d'intervento dal 2000 a oggi, sono state restaurate anche opere d'arte del Novecento. Per il Museo alternativo Remo Brindisi di Lido di Spina è stato promosso, in particolare, uno studio delle sculture all'aperto. L'intervento rientrava in un più articolato progetto di riordino, catalogazione e ripristino di questa collezione posta nell'edificio ideato nel 1970, per volontà di Brindisi, dall'architetto Nanda Vigo. Il luogo era sede di lunghe permanenze dell'artista, che era solito circondarsi di personaggi della cultura e dell'arte, dando spazio anche a giovani artisti per mostre e performance: si conserva un buon numero di opere pittoriche, plastiche e grafiche, oltre a un ricco archivio e a una biblioteca. Chiuso per un certo periodo a seguito della morte di Brindisi, il bene è stato donato dall'artista stesso al Comune di Comacchio, che insieme all'IBC ha riordinato e catalogato la collezione, oggetto di una pubblicazione uscita nel 2005.5
L'IBC ha avviato anche un progetto di indagine conservativa delle sculture poste nel giardino della villa, in vista del suo riallestimento: le opere collocate all'aperto, infatti, sono soggette a un rapido processo di deterioramento, dovuto sia a fattori materiali sia all'incidenza dell'aria salmastra e dell'inquinamento (per la vicinanza dell'area industriale ravennate). I risultati delle indagini sono stati presentati nel citato convegno di Ferrara nel 2003 (www.ibc.regione.emilia-romagna.it/approf/scultura/atti.htm). Quattro di queste opere (tre di Jamos Stryck, una di Lino Tinè), in condizioni conservative particolarmente gravi, sono state restaurate dalle stesse specialiste che avevano effettuato l'indagine (una per i materiali metallici, l'altra per i manufatti in pietra) e in attesa degli opportuni provvedimenti per l'esposizione all'aperto sono state ricoverate all'interno dell'edificio. Un altro intervento ha riguardato opere su carta particolarmente danneggiate (realizzate da Brindisi, Felice Casorati e Virgilio Guidi).
Oltre a quello sui cartoni danteschi oggetto di questo dossier, altri interventi di restauro sul contemporaneo sono stati promossi dall'IBC a favore del Museo d'arte della città di Ravenna. Qui le collezioni del Novecento e del presente si sono costituite grazie a donazioni, depositi e a una rinnovata attività espositiva che, a partire dalla metà degli anni Settanta, ha dato una svolta alla crescita delle acquisizioni, arricchendo un patrimonio che si configura come una raccolta in divenire. Questa sezione, aperta al pubblico nel 1988, comprende una cospicua serie di artisti che offrono una significativa sintesi dell'arte, soprattutto italiana, dagli anni Cinquanta a oggi, espressione delle correnti artistiche più rappresentative e delle tecniche più innovative. Con finanziamenti erogati sul piano museale 2004 sono stati restaurati: Paesaggio in polvere di Franco Guerzoni, Così a lungo preda dell'aria di Sergio Monari e Prigione di Mirko Basaldella. Delicato e impegnativo è stato l'intervento sul Paesaggio in polvere: realizzato nel 1987 mediante una tecnica composita, con colori a tempera su un supporto in tela e rete metallica, risultava particolarmente fragile. L'intervento è stato concertato dai responsabili dei due enti insieme all'autore stesso, il solo che conosce a fondo le problematiche tecniche del caso, il quale comunque, nella fase operativa, si è valso della collaborazione di un restauratore professionista. Vista la fragilità del pigmento si è ritenuto opportuno proteggere il dipinto tramite uno schermo antiriflesso, con caratteristiche idonee alla corretta conservazione e fruizione estetica dell'opera.
Dello stesso piano museale 2004 fa parte il restauro di un nucleo di 15 opere pittoriche di Caterina Baratelli delle collezioni della Pinacoteca civica di Cesena, parte di una consistente donazione effettuata per volontà testamentaria dell'artista.6 Al piano 2006, infine, si devono gli interventi realizzati a favore del MAMbo - Museo d'arte moderna di Bologna per il restauro di tre opere: Non parto, non resto, biro su carta di Alighiero Boetti; Teste, china su carta applicata su tela, opera di grandi dimensioni di Mimmo Paladino; Fuga, scultura lignea di Nunzio.
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Note
(1) Sul tema del mosaico e sulle sue peculiari declinazioni emiliano-romagnole si vedano in particolare: La forma del colore. Mosaici dall'antichità al XX secolo, a cura di A. Donati, catalogo della mostra (Rimini, 22 agosto 1999 - 6 gennaio 2000), Milano, Electa, 1999; L'immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia-Romagna, a cura di M. Guarino, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2004.
(2) H. Althöfer, Il restauro delle opere d'arte moderne e contemporanee, a cura di M. C. Mundici, Firenze, Nardini Editore, 1991; sullo stesso tema, e nella stessa collana "Arte e Restauro", si veda: Conservare l'arte contemporanea, a cura di L. Righi, Firenze, Nardini Editore, 1992.
(3) I territori della scultura contemporanea. Arte all'aperto in Emilia-Romagna. Realtà ed esperienze a confronto, a cura di O. Piraccini, supplemento "IBC", XI, 2003, 1.
(4) I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo, a cura di C. Collina, Bologna, IBC - Editrice Compositori, 2004.
(5) Casa Museo Remo Brindisi. Una collezione d'artista. Dall'archivio all'inventario, a cura di Orlando Piraccini, Bologna, IBC- Editrice Compositori, 2005.
(6) M. Martelli, Caterina va in Brasile, "IBC", XV, 2007, 1, pp. 38-39.
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