Rivista "IBC" XII, 2004, 4

musei e beni culturali / media, progetti e realizzazioni

Il Centro internazionale di documentazione sul mosaico di Ravenna sta mettendo a punto una banca dati sull'arte musiva di ogni tempo, luogo e forma.
La banca dei colori

Linda Kniffitz
[curatrice del Centro internazionale di documentazione sul mosaico di Ravenna]

La conoscenza deve la sua teorizzazione mitica e paradigmatica a Platone, che nel settimo libro della Repubblica identifica il processo conoscitivo come una progressiva liberazione dalle tenebre della caverna, attraverso la vista che percepisce la luce del sapere. Un vedere interiorizzato che permette di riconoscere la falsità delle apparenze, le ombre dagli oggetti veri, fino alla contemplazione della luce. Veicolo di questa contemplazione sono gli occhi, la capacità visiva. La cibernetica ci sta progressivamente abituando all'uso di macchine e tecnologie mediali per vedere ed esperire. Attraverso meccanismi trasfigurativi, che rendono possibile risalire al sapere e al prototipo, o ricostruire i dispositivi della comunicazione, è permessa una ricerca-dialogo che non necessita di spostamenti fisici.

Caratteristica intrinseca delle banche di dati elettroniche è la cosiddetta deterritorializzazione: cioè l'assunzione nel proprio ambito di una conoscenza che non comprende solo il proprio luogo, ma sconfina verso territori sconosciuti, generando un ingigantimento dell'esperienza. Numerose sono le banche elettroniche contenenti classi omogenee di dati, relative a tutto lo scibile umano, seppure in realtà ne rappresentano solo una parte piccolissima, e sono in pieno sviluppo le banche contenenti immagini digitalizzate. Questo sviluppo esponenziale delle e-resources ha però almeno due limiti che ne inficiano in parte i progressi raggiunti. Da una parte l'accesso ai materiali convertiti in file binari ha sempre più un risvolto commerciale: la digitalizzazione si configura come un investimento programmato per consistenti ritorni economici, che si realizzano attraverso abbonamenti, iscrizioni e fastidiosa pubblicità commerciale, anche perché sono in calo le iniziative finanziate con soldi pubblici, o con il concorso di soggetti non profit. Dall'altra l'open access a questi giacimenti informatici si rivela a volte deludente per l'approccio spesso settoriale e rigido dei contenuti.

Con il data base del Centro internazionale di documentazione sul mosaico (CIDM), nuova sezione del Museo d'arte della città di Ravenna, si vuole costituire un portale tematico in senso proprio per la valorizzazione del mosaico, inteso come oggetto di varie discipline scientifiche, tenendo conto delle esperienze pregresse, e delle raccomandazioni per un buon operare, scaturite dai convegni dedicati alle applicazioni informatiche in ambito culturale. Idea fondante è stata la costruzione di un modello di approccio alla conoscenza del mosaico in ogni sua forma, senza limiti cronologici e geografici, raccogliendo estratti di documentazione ed elaborazioni frutto di ricerche e analisi su diversi supporti (molto più di una bibliografia o di un elenco di dati e risorse), ricorrendo anche a dispositivi multimediali per una resa più efficace.

Il gruppo di lavoro che coordina la ricerca acquisisce la varia e ricca documentazione fornita dai ricercatori universitari, frutto di studio serio e rigoroso, e la ricompone in una scheda tipologica. Il primo problema da risolvere è stato la metabolizzazione delle informazioni, di per sé eterogenee e sterminate, in modo da costituire un percorso per le implementazioni che descrivesse tutti gli elementi di interesse scientifico, ma tenesse anche presente dei possibili scenari di ricerca per l'utenza. Si è cercato di salvaguardare il tessuto connettivo che lega le opere fra loro e al territorio che le ha prodotte, in modo che lo studio approfondito delle singole parti non avvenisse a scapito della ricostruzione del bene nel senso più ampio. Non potendosi ricorrere che parzialmente ad esperienze catalografiche incentrate sul mosaico, si sono studiati approfonditamente gli standard di catalogazione licenziati dall'Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (ICCD) e dall'Istituto centrale per il catalogo unico, riconducendo ad un'unica scheda informatizzata tutte le tipologie di mosaico, dalle estese decorazioni parietali e pavimentali ai mosaici contemporanei, dai reperti di scavo alle sculture.

Il CIDM non ha l'esigenza primaria di inventariare e catalogare proprie opere (sebbene possieda una collezione di mosaici contemporanei): l'indagine, essendo a tutto campo, riguarda opere appartenenti giuridicamente a varie istituzioni. Ci si è potuti quindi concentrare sulla ricerca filologica, l'iconografia, l'iconologia lo studio critico, approfondendo i legami storici e territoriali e lo stato conservativo. Oltre alla localizzazione geografica e amministrativa, è allo studio la georeferenziazione tramite punto di coordinata, in collaborazione con il Sistema informativo territoriale del Comune di Ravenna. Si sono organizzati campi di indagine che permettessero una ricognizione di tutta l'attività pregressa di restauro e le analisi di laboratorio effettuate, delle tecniche esecutive e dei materiali storici e contemporanei.

Si è cercato anche di pervenire ad un allineamento, nel trattamento delle informazioni e nella nomenclatura, con gli standard ministeriali, senza forzare o stravolgere i dati. La struttura della scheda descrittiva segue quella in uso per i codici di catalogazione dell'ICCD, prevedendo una scomposizione dei dati in unità elementari organizzate secondo una logica gerarchica. Parte delle informazioni fornite sono dei metadati, dati di dati, in quanto indicizzano e riassumono documentazioni presenti materialmente negli archivi delle istituzioni che collaborano alla ricerca. Indicazioni verranno fornite sugli archivi e gli istituti bibliografici ove approfondire la conoscenza della documentazione oggetto di spoglio nella scheda informatizzata.

L'architettura del sistema informatico, all'interno della quale si inserisce il data base, è stata progettata in collaborazione con i ricercatori dell'ENEA, l'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente, affermato centro di ricerca per lo sviluppo di sistemi informatici anche nel settore dei beni culturali. Il sistema progettato si caratterizza per l'apertura ai sistemi in rete (internet e intranet), la multimedialità, la facilità di utilizzo, l'indipendenza dalla piattaforma sviluppata e il potenziale espansivo. Per poter sfruttare al massimo il potenziale informativo raggiunto dall'analisi critica e dallo studio disciplinare inerente al mosaico, si sono effettuati preliminarmente dei piccoli test su alcuni fondi bibliografici e documentali, con l'aiuto di laureati della Facoltà di Lettere: ciò ha permesso di organizzare a priori il lavoro dei ricercatori, cercando di evitare sovrapposizioni e perdite di tempo.

Se sono abbastanza certi i contenuti che si intendono ricercare e implementare, e i sistemi di data entry, guidati e controllati, sono ancora allo studio i percorsi dell'information retrieval, il recupero dell'informazione. Lo scopo è quello di raggiungere il maggior numero di utenti, il grande pubblico ma anche tutti coloro che intervengono in modo diretto sull'argomento, con un atteggiamento amichevole e con un alto tasso di interattività, senza rinunciare al rigore e alla qualità.

Questa schedatura descrittiva informatizzata delle decorazioni musive, nuova, più accurata e sistematica, aggiornata e incomparabilmente più completa di quelle disponibili, si propone come uno strumento multiuso utile a docenti e studenti, che intendano approfondire gli esiti storico-artistici, ma anche tecnici e formali di questa forma d'arte. Anche gli enti preposti alla tutela e alla valorizzazione del mosaico in ambito regionale, che in buona parte collaborano alla realizzazione del progetto, si avvantaggeranno di una strutturazione ragionata di dati catalografici coerente con gli standard ministeriali. Per l'arte musiva contemporanea poi non esistono veri censimenti coordinati e programmatici, e questo data base può diventare uno strumento di ricerca utilissimo nei diversi ambiti didattici e organizzativi: per i musei, le fiere, le accademie, l'università, le gallerie, la divulgazione a mezzo stampa.

Si pensa di proporre all'utenza potenziale percorsi personalizzati in funzione del taglio di indagine che si intende condurre, con accessi guidati a vari livelli informativi. Questo insieme coerente di dati, destinato ad una larga diffusione, dovrebbe permettere di arricchire le esperienze e le iniziative dedicate al mosaico. Se l'immissione dei dati è prevista presso la sede del CIDM e per poche altre stazioni periferiche, la banca dati, in forma di sola consultazione, sarà disponibile in internet, per cui si prevede di doverne creare una versione in inglese.

Il progetto di informazione stratificata verrà supportato da altre azioni: la creazione di una banca dati specifica per i mosaicisti contemporanei, la produzione di CD-ROM, DVD e altre pubblicazioni, la ricostruzione virtuale di decorazioni musive scomparse, laboratori didattici per le scuole, l'organizzazione di convegni e mostre tematiche. In particolare la banca dati dedicata ai mosaicisti contemporanei nasce al fine di promuovere il mosaico contemporaneo, attraverso uno strumento di facile consultazione. All'interno dell'archivio informatizzato si potranno reperire informazioni utili sugli artisti, la loro formazione e la loro attività, e sulle opere da questi realizzate, corredate da precise indicazioni bibliografiche e iconografiche. Saranno inoltre segnalate le associazioni di categoria, le scuole e i corsi di formazione.

In questi mesi sono state approntate le schede per la rilevazione dei dati, che saranno distribuite, in un primo tempo, solo agli artisti del territorio provinciale, così da testare il prototipo. Le schede, compilate e corredate da immagini delle opere più significative, saranno implementate in un software di larga diffusione, elaborato allo scopo. La banca dati in un primo momento sarà consultabile solo presso la sede del Centro, su una postazione riservata, anche se si pensa già alla creazione di una versione per il web. Affinché il data base del CIDM non rappresenti un'esperienza isolata, ma si apra all'interazione con altre risorse elettroniche culturali, verrà assicurato il dialogo con altre banche dati presenti nel sistema informativo regionale.

 

EDITORIA IBC

L'immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia-Romagna

 

La recente pubblicazione - curata da Micaela Guarino con la collaborazione di Beatrice Orsini per la collana "ER Musei e territorio" dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) - è stata realizzata grazie al lavoro congiunto dell'IBC e della Commissione regionale per l'artigianato nell'ambito delle attività di studio, qualificazione e valorizzazione dell'artigianato artistico in Emilia-Romagna.

Il volume affronta la storia del mosaico dall'antichità alle realizzazioni più recenti grazie a contributi relativi ai diversi periodi storici, documentandola inoltre con mosaici presenti in musei, siti archeologici, edifici ecclesiastici e nell'arredo urbano del territorio regionale. Non manca però il riferimento ad opere che, seppur prodotte fuori dalla regione, ne hanno arricchito durante gli anni il patrimonio museale.

Si è cercato di fornire un quadro d'insieme dell'esperienza musiva regionale, tanto più importante per questo territorio che conserva in Ravenna uno dei centri più vitali dell'arte del mosaico. Il lavoro si pone come "un percorso ininterrotto" fra presente e passato, poiché "il presente si riflette nel passato ma a sua volta il passato viene rivisto con l'occhio del presente".

Il contributo iniziale propone una ricostruzione delle origini della tecnica musiva analizzando le differenziazioni stilistiche compiute in epoca romana. Si propone poi un excursus cronologico cha va dal periodo repubblicano al V-VI secolo d.C., relativo alle pavimentazioni di domus, villae e chiese, presenti in regione. Il contributo successivo analizza invece il nuovo significato svolto dalla decorazione musiva dal paleocristiano all'età moderna, sottolineando l'importante ruolo svolto dalla città di Ravenna. La sezione contemporanea relativa al XX e XXI secolo conclude questo percorso proponendo opere realizzate da mosaicisti emiliano-romagnoli e conservate anche fuori dal territorio.

La seconda parte del volume è invece articolata in schede bilingui, in italiano e inglese, relative ad artigiani mosaicisti, restauratori, produttori, scuole, centri formativi e didattici, associazioni, istituzioni e fondazioni che si occupano ancora oggi di questa tecnica artistica in Emilia-Romagna. A conclusione una nota relativa a materiali e procedimenti utilizzati tuttora per la realizzazione di mosaici.


L'immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia-Romagna, a cura di M. Guarino, collaborazione di B. Orsini, testi di E. Raimondi, M. Guarino, B. Orsini, M. Tosi, L. Notturni, Bologna, Editrice Compositori, 2004, 223 p., _ 27,00.

 

 

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