Rivista "IBC" XVI, 2008, 1

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, restauri

Nove restauri fanno rivivere altrettanti sepolcri monumentali della Certosa di Bologna.
La città delle arti viventi

Valentina Lanza
[Ufficio nuove istituzioni museali del Comune di Bologna]

Oramai da diversi anni l'Ufficio nuove istituzioni museali del Comune di Bologna, con la collaborazione di partner di volta in volta diversi, è impegnato nella valorizzazione e conservazione dell'immenso patrimonio storico-artistico del cimitero monumentale della Certosa. Il più recente esito di questo processo è consitito nel restauro di nove antichi sepolcri monumentali: la tomba a Nicola Orsi di Antonio Basoli, la tomba a Tarsizio Riviera di Flaminio Minozzi, la tomba a Vincenzo Martinelli, dipinta da Pietro Fancelli e Luigi Busatti, la tomba a Pietro Magenta di Antonio Cipolla e Giovan Battista Lombardi, la tomba Lolli, dipinta da Giuseppe Muzzarelli e Luigi Bendini, la tomba Livizzani di Vincenzo Leonardi e Giacomo De Maria, la tomba a Giuseppe Pacchioni di Alfredo Neri, la tomba a Giovan Battista Ercolani dello scultore Diego Sarti e la tomba a Gaspare Garatoni, opera di Giacomo De Maria, che, a differenza degli altri otto sepolcri che saranno riconcessi a nuovi proprietari, sarà destinata a ossario-cinerario, la nuova tipologia di sepoltura collettiva. L'operazione è stata possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna.

I sepolcri restaurati ben rappresentano l'importanza artistica e la varietà del patrimonio presente nel cimitero felsineo, quasi un museo a cielo aperto nel quale è possibile fruire opere di grande valore e, attraverso queste, non solo tracciare un quadro esauriente circa la presenza di artisti coinvolti nella vivace vita culturale della città, bensì anche intuire quale è stata la risposta del pubblico nei confronti delle varie correnti artistiche che si sono sviluppate tra l'Ottocento e il Novecento. La storia della città, infatti, è necessariamente connessa a quella del cimitero: è qui che le famiglie benestanti hanno voluto lasciare un segno importante del loro passaggio, e per fare ciò non hanno risparmiato costose commissioni agli artisti più in voga del periodo. Antonio Basoli e Giacomo De Maria, per esempio, sono state figure fondamentali per il neoclassicismo bolognese, come dimostra la massiccia presenza in città di opere che portano la loro firma, mentre la richiesta di sculture di Giovanni Battista Lombardi rappresenta il desiderio di alcuni colti committenti di cercare nuove espressioni artistiche lontano dagli stilemi accademici. Visto in quest'ottica, il restauro dei sepolcri promosso dal Comune di Bologna è un modo efficace per valorizzare il patrimonio culturale dell'intera città.

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