Rivista "IBC" XVI, 2008, 1

biblioteche e archivi / pubblicazioni

La Biblioteca del Convento di San Francesco di Bologna. Incunaboli e cinquecentine: catalogo, a cura di G. Zanotti, schede di Z. Zanardi, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2007.
Il gatto mangiò il topo

Anna Chiara Marchignoli
[IBC]

Un percorso iniziato ai tempi di Bibliotheca Franciscana - la catalogazione degli incunaboli e delle edizioni del XVI secolo possedute dalla Provincia minoritica di Cristo Re e raccolte nella Biblioteca di San Paolo in Monte a Bologna - e proseguito poi con un lavoro sulla Biblioteca di Santa Chiara in Carpi (Modena), si è arricchito ora, sempre a opera di Zita Zanardi, della descrizione dei 32 incunaboli e delle 224 cinquecentine conservate nella Biblioteca del convento di San Francesco di Bologna. Questa puntuale catalogazione, che contribuisce ancora una volta a far meglio conoscere il patrimonio librario delle biblioteche ecclesiastiche, porta di conseguenza a una più spiccata valorizzazione del materiale stesso. In particolare il lavoro eseguito presso il Convento di San Francesco ha permesso di stabilire lo status attuale della raccolta libraria, e il percorso della sua lenta e costante ricostruzione, poiché la Biblioteca ha subìto nel corso del tempo, soprattutto con le soppressioni delle congregazioni religiose in epoca napoleonica e postunitaria, un progressivo smembramento di quello che era uno dei più antichi studi della città.

E le numerose vicissitudini storiche subìte dal Convento di San Francesco sono state dettagliatamente documentate nel saggio iniziale di padre Gino Zanotti, che indica poi nel ministro provinciale, padre Benedetto Giunchi, l'artefice del nucleo di quella che è l'attuale biblioteca. Questi infatti, nel suo fruttuoso periodo di provincialato dal 1948 al 1960, oltre a riunire a Bologna gran parte di ciò che possedevano i conventi di Longiano, Faenza e Ferrara, ha incrementato la consistenza della biblioteca stessa, che già negli anni Sessanta raggiungeva il numero di circa centomila unità (tra volumi e opuscoli). Nel tempo si è avuta una particolare cura nell'ampliare soprattutto quelle che diverranno la "sezione francescana" e la "sezione musicale" della biblioteca. Il nucleo di cui si occupa il catalogo, che riguarda il materiale antico, è formato ovviamente, per la maggior parte, da opere a carattere religioso, ma anche da testi di classici latini e da testi giuridici, tra cui ricordiamo la rara edizione di Alberto Gandino attinente questioni di diritto penale, come recita il titolo Super maleficiis.

Una delle caratteristiche peculiari del lavoro di Zita Zanardi sta, oltre che in una descrizione analitica e dettagliata delle edizioni, nella particolare attenzione rivolta alle molteplici marche tipografiche presenti nei volumi, che consentono una conoscenza più raffinata delle diverse botteghe editoriali, facendo particolarmente apprezzare la cura e la bellezza delle immagini che caratterizzano i vari editori: perché, come dice Emerenziana Vaccaro nell'introduzione a Le marche dei tipografi ed editori italiani del secolo XVI (Firenze, Olschki, 1983), "pur evolvendosi durante tutto il secolo la marca non depone mai la sua funzione di salvaguardia della proprietà editoriale". Su 55 illustrazioni che completano il catalogo, ben 26 riportano frontespizi o altre parti delle edizioni in cui risaltano anche le marche tipografiche che testimoniano emblematicamente la loro funzione.

A titolo di esempio ecco tre marche composte da un analogo soggetto, espresso con modalità differenti che rappresentano una stessa entità editoriale: la famiglia dei Sessa. All'immagine del gatto con il topo in bocca e il motto: "Dissimilium infida societas", corrisponde una versione del gatto col topo in bocca senza alcun motto a corredo, e una versione ulteriore in cui il gatto col topo in bocca allatta un gattino, con un altro motto: "Imparibus dissidii satis". Come dice ancora la Vaccaro: "Per la spiegazione di un simbolo così caro a tipografi tanto illustri si può ricorrere solo ai vari motti i quali dicono di guardarsi da società fra dissimili, oppure a cessare dalla lotta; sembra chiaro che si debba intendere che i Sessa erano il gatto e i loro infelici concorrenti il topo".

Altro elemento particolarmente significativo di questo catalogo è la puntuale e attenta indicazione delle note di possesso rilevate in tutte le loro forme nelle edizioni: un dato indubbiamente utile proprio nel caso, come questo, di una biblioteca dalla derivazione così diversa, sporadica e anche occasionale. Delle 143 voci di possessori registrate, infatti, notiamo che solo 29 riguardano conventi e ordini religiosi, mentre la maggior parte individuano persone singole, con prevalenza di ecclesiastici o appartenenti a ordini religiosi: una conferma di come la consistenza di questa raccolta sia il frutto di tanti frammenti dagli intrecci più variegati. Infine è da sottolineare la presenza di quattro preziosi indici: quello dei luoghi di stampa, quello degli editori e dei tipografi, quello dei nomi e quello delle provenienze e dei possessori, imprescindibili punti di riferimento per i ricercatori.


La Bibliotecadel Convento di San Francesco di Bologna. Incunaboli e cinquecentine: catalogo, a cura di G. Zanotti, schede di Z. Zanardi, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2007, 271 pagine, senza indicazione di prezzo.

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