Rivista "IBC" XV, 2007, 4
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
Intento dichiarato del progetto "Ferrara Città del Rinascimento", di cui la mostra "Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L'arte a Ferrara nell'età di Borso d'Este" rappresenta il fulcro, è promuovere "un autentico ritorno al Rinascimento, inteso non solo come rivisitazione e riappropriazione del passato, ma anche come traduzione contemporanea della vivacità culturale e della tensione intellettuale che ha caratterizzato la Ferrara degli Este". Così recita la prima delle brevi introduzioni al catalogo della manifestazione, curata da Mauro Natale. Il volume rievoca la congiuntura unica e felice che prende il nome di colui che fu signore di Ferrara dal 1450 al 1471: il saggio documentato di Luke Syson, Lo stile di una signoria: il mecenatismo di Borso d'Este, pur non sottacendo le incongruità del personaggio, traccia un profilo che contrasta l'immagine talora caricaturale diffusa dagli avversari di Borso e perpetuata fino al XX secolo. Borso vi appare come un regnante pragmatico, che sapeva quel che faceva. Un sovrano spesso munifico verso i cittadini e accondiscendente verso i maggiorenti (così da non motivare mai il malcontento dei primi o la diffidenza degli altri), capace di far quadrare i bilanci (che pare curasse di persona) e, dato assai rilevante, deciso a non far conoscere guerre alla città.
Quale sia stata la reale consistenza della sua figura, durante il periodo in cui Borso resse le sorti della città, Ferrara toccò l'apice dello sviluppo artistico. Pittori, scultori, orafi, miniaturisti e architetti obbedivano ai voleri del Signore, motivati dalla sua committenza, ma non per questo limitati nelle loro capacità creative. Fra i molti che confluirono a Ferrara a formare la cosiddetta "Officina ferrarese", secondo la nota definizione di Roberto Longhi, spiccano i nomi di Cosmè Tura e di Francesco del Cossa. Il primo, seguendo le orme del Mantegna e di Rogier van der Weyden, presente in mostra con la Sepoltura di Cristo, divenne l'artista di corte per eccellenza, elaborando uno stile molto personale, spesso drammatico, che incontrò l'approvazione incondizionata di Borso. I volti dei suoi santi, della Madonna, di Cristo, dagli occhi sempre fortemente distanziati, che conferiscono agli sguardi una nota assorta e pensosa, non di rado esprimono una tristezza così sentita da dare luogo a rappresentazioni d'intenso dolore. A differenza di Piero della Francesca, indicato come suo maestro, che invece trasmetteva, attraverso gli occhi dei suoi personaggi, una purezza espressiva spesso insondabile.
Francesco del Cossa, al contrario, non fu artista particolarmente amato da Borso, tanto che, oscurato dalla presenza di Tura, sul quale quasi esclusivamente si riversava il mecenatismo del Signore, si vide costretto a cercare miglior fortuna a Bologna. Ardito sperimentatore, lasciò comunque la più importante traccia del suo operato proprio a Ferrara, nel Salone dei Mesi a Palazzo Schifanoia. Da lui fu affrescata la parete est del Salone, in cui sono raffigurati i mesi di marzo, aprile e maggio. Il Salone, unanimemente considerato fra le più rilevanti opere murali del Rinascimento, corrispose anche al culmine della fortuna di Borso, che morì poco dopo il suo compimento. Le scene in esso illustrate (quelle di Cossa sono le più ricche d'invenzioni cromatiche) accomunano figure mitologiche e simboli astrologici a rappresentazioni di carattere pubblico in cui il signore di Ferrara è protagonista, così da rafforzarne l'immagine politica e suggerirne una valenza mitopoietica.
L'altro grande pittore della scuola ferrarese fu Ercole de' Roberti. A lui, come a numerosi altri artisti, di cui a tutt'oggi in alcuni casi non si è potuto risalire all'identità, la mostra - aperta dal 23 settembre 2007 al 6 gennaio 2008 e articolata fra Palazzo dei Diamanti e Palazzo Schifanoia - ha offerto il giusto spazio. Il progetto "Ferrara Città del Rinascimento" si protrarrà fino al settembre del 2008 (www.ferraracittadelrinascimento.it).
Cosmè Tura e Francesco del Cossa. L'arte a Ferrara nell'età di Borso d'Este, a cura di M. Natale, Ferrara, Ferrara Arte Editore, 2007, 528 pagine, 58,00 euro.
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