Rivista "IBC" XV, 2007, 4
musei e beni culturali / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni, pubblicazioni
Sono andate in scena a Casa Saraceni, dal 20 settembre al 4 novembre 2007, le ultime acquisizioni in fatto di scultura effettuate dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna negli ultimi tre anni. L'erigendo Museo della Città preme e la politica di annessione di significative opere d'arte che possano ricostruire e dare un volto alla storia del nostro territorio si fa via via più stringente e interessante. "Scultura. Nuove acquisizioni" era il titolo di questa mostra ad ampio raggio, che spaziava tra i secoli, gli artisti, gli stili, senza limitarsi a opere di interesse esclusivamente bolognese ma aprendosi anche ad alcuni capolavori dell'arte novecentesca italiana ed europea, per seguire le direttive attraverso cui si snoderanno i percorsi museali di cui la Fondazione sta ultimando la definizione, e per cercare di tracciare un tessuto che comprenda la città nel suo sviluppo urbano, in un dialogo continuo con il territorio circostante, che può essere la regione, l'Italia o, perché no, il mondo.
Si parte dal Rinascimento e si arriva fino ai giorni nostri: da Lazzaro Casario, scultore carrarese cinquecentesco, fino a Fabrizio Corneli, fiorentino, classe 1958. Si comincia dai materiali della tradizione come il marmo, o la terracotta, e si finisce alla sperimentazione contemporanea con la dissoluzione estrema dell'opera, fatta solo di luce e di ombra, tanto estrema che basta spegnere l'interruttore e l'opera non c'è più. Se alcune opere era già stato possibile ammirarle nelle due scorse edizioni di "Bologna si rivela" - come il bellissimo ciclo dei 12 busti in terracotta, raffiguranti altrettante donne illustri bolognesi che dal Seicento ornavano il salone di Casa Fibbia in via Galliera, o l'Elisa Baciocchi di Lorenzo Bartolini, un gigante del neoclassicismo italiano - altre si vedevano per la prima volta. E tra queste si annoverano veri e propri capolavori, come Il pastore dell'essere di Alberto Viani, pezzo unico che ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1966, uno tra i preferiti dell'artista per sua stessa ammissione, opera capitale per comprendere lo stile e la poetica di Viani, la sua ricerca morfologica ispirata al purismo di Brancusi e Arp. Oppure lo splendido Atleta olimpionico di un Lucio Fontana ancora prespazialista, scultura in primo piano anche nella recente retrospettiva mantovana. O, ancora, il celebre Dux di Thayath, testa di bronzo in forma di elmo medievale riproducente i tratti fisionomici del dittatore (l'interessato, ricevendola, l'apprezzò così tanto da commentare: "Questo è Benito Mussolini così come piace a Benito Mussolini").
Lungo il percorso si scopre anche come un padre possa dopo secoli riabbracciare le sue due figlie transitando per le insondabili vie del destino e del tempo in maniera del tutto autonoma e in parte casuale: Giovanni Andrea Calderini, immortalato dal Casario nel 1573, famoso giureconsulto capostipite della nobile famiglia, non è altri infatti che il padre di Bettina e Novella Calderini, due delle dodici donne scolpite cent'anni più tardi per un altro luogo, per un altro momento e per un altro fine. Ora si trovano come non mai riuniti sotto lo stesso tetto: miracoli che solo possono l'arte e il collezionismo. Discorso a parte meritano Nonna Diamante di Vincenzo Vela, un altro gigante della statuaria italiana, e Per la sua causa di Raimondo Rimondi, artista bolognese a cui la Fondazione Carisbo ha dedicato una personale negli spazi di Santa Maria della Vita proprio in contemporanea con questa rassegna: due opere giunte alla Fondazione tramite due donazioni, a dimostrazione della fiducia che sempre più lega l'istituzione alla città e ai collezionisti, a chi desidera consegnare un pezzo di memoria personale e collettiva a mani preparate affinché possa essere conservata e fruita da tutti.
Nel catalogo, edito dalla Bononia University Press, la curatrice Beatrice Buscaroli si concentra sull'approfondimento dei dodici busti femminili - particolarmente rappresentativi del futuro Museo della Città, per il loro intrecciare continuamente arte e storia, per il loro essere opera d'arte e farsi nello stesso tempo racconto, testo e pretesto attraverso cui percorrere temi e vicende ulteriori - Nico Stringa pennella un rapido excursus della scultura moderna da Antonio Canova a Lucio Fontana. Ogni opera infine è corredata da una scheda compilata da Chiara Tiberio.
Scultura. Nuove acquisizioni, a cura di B. Buscaroli, Bologna, Bononia University Press, 2007, 87 pagine, 24,00 euro.
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