Rivista "IBC" XV, 2007, 4

territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni

Associazione “Patriarchi della Natura in Italia”, I Patriarchi da frutto dell’Emilia-Romagna. Itinerari per scoprire i capostipiti della frutticoltura in Emilia-Romagna, a cura del Servizio valorizzazione delle produzioni - Assessorato agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2007.
Patriarchi dimenticati

Teresa Tosetti
[IBC]

Il volume realizzato dall'Associazione "Patriarchi della Natura in Italia" ed edito nella collana "I libri di 'Agricoltura'" della Regione Emilia-Romagna, è dedicato agli alberi monumentali da frutto presenti nella nostra regione: ne vengono descritti 58 tra i più significativi, censiti nelle province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna, ma è intenzione degli autori proseguire la ricerca anche nelle restanti province. L'individuazione e la descrizione di questi esemplari è frutto della passione di volontari che dedicano il loro tempo alla ricerca degli alberi da frutto, dei fruttiferi minori e selvatici, nonché di piante come il pino domestico, il noce e il castagno, ma anche degli ulivi, che confermano la tradizione di questa coltura in Regione. Sono alberi che vengono definiti "patriarchi" perché sono piante vecchie di molti decenni, ma anche perché si tratta di antiche varietà, e come tali di grandissimo valore anche genetico; rappresentano infatti un'importante risorsa per scegliere fra un numero più vasto di piante da frutto eterogenee nelle forme e nei sapori.

Questi patriarchi fruttiferi sono soprattutto rappresentati da singoli esemplari di diverse varietà, che un tempo venivano coltivate ai margini dei campi e vicino alla corte, erano conosciute e utilizzate dalle popolazioni locali per esigenze poco più che familiari e attualmente, poiché la produzione agricola si rivolge soprattutto al mercato, non vengono più coltivate: si rischia quindi la loro estinzione e con essa il perdersi di tradizioni culturali e culinarie della civiltà contadina. È importante dunque proseguire nella conoscenza di tali esemplari così come nella individuazione degli strumenti idonei a favorire la conservazione, la tutela e la valorizzazione di tali varietà. In questa direzione, tra l'altro, si muove la proposta di legge per la "Tutela del patrimonio di razze e varietà locali di interesse agrario del territorio emiliano-romagnolo", presentata dalla Giunta regionale, che intende riconoscere il ruolo dell'"agricoltore custode", cioè colui che provvede alla conservazione in situ delle varietà riconosciute a rischio di estinzione.

La ripresa di interesse verso i "frutti dimenticati" significa salvaguardare le vecchie piante, favorire la loro coltivazione e il recupero dei frutti come alimento, ma anche riconoscere le piante stesse come elementi tipici di un paesaggio e valorizzarne l'impianto nei nostri ambienti ormai sempre più poveri di piante spontanee o tipiche. L'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni, nella presentazione al volume, ricorda l'importanza di questi "testimoni di abitudini e tradizioni", ancora capaci di produrre e di insegnare a noi e a quelli che ci seguiranno "la bontà di un frutto dimenticato, la maestosità di una chioma" e un pezzo della nostra storia.

Associazione "Patriarchi della Natura in Italia", I Patriarchi da frutto dell'Emilia-Romagna. Itinerari per scoprire i capostipiti della frutticoltura in Emilia-Romagna, a cura del Servizio valorizzazione delle produzioni - Assessorato agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Bologna, Regione Emilia-Romagna, 2007 (I libri di "Agricoltura", 2), 156 pagine, senza indicazione di prezzo.

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