Rivista "IBC" XII, 2004, 1
territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, progetti e realizzazioni
"In fondo proteggere i giganti secolari del mondo vegetale significa anche, in qualche modo proteggere noi stessi, difenderci dall'insidia dell'inaridimento, sentire che il dialogo con la natura non è ancora spento, solo che si sappia ascoltare e soprattutto vedere". Queste parole del professore Ezio Raimondi nella premessa al catalogo della mostra "Giganti protetti. Gli alberi monumentali in Emilia-Romagna" - l'iniziativa che l'Istituto per i beni culturali (IBC) ha realizzato per valorizzare l'inestimabile patrimonio riconosciuto e tutelato dalla legge regionale n. 2/1977 - offrono lo spunto per riproporre questo tema e per presentare un resoconto di questa iniziativa.
La mostra infatti, dalla sua inaugurazione nel novembre del 2002 a Bologna, è stata esposta in varie realtà locali da Piacenza a Ferrara passando per la Romagna appenninica, ospitata presso enti locali, musei di storia naturale e nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi. Il piccolo evento ha rappresentato l'occasione per promuovere a livello locale iniziative di conoscenza e valorizzazione di questo patrimonio, con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni che operano sul territorio. L'interesse mostrato fa sperare in un consolidamento della sensibilità verso queste presenze così discrete eppure così importanti per la nostra stessa esistenza, e nel contempo rende più chiaro quanto occorre ancora fare affinché questi "monumenti vivi" ottengano l'attenzione e la cura che si meritano.
Lo scrittore Mario Rigoni Stern ricordava che la presenza degli alberi tra noi, ma soprattutto il loro aspetto, il loro vigore, la loro decadenza, diventano misura della qualità della nostra stessa esistenza. Occorre però trovare il tempo per guardarsi attorno, accorgersi della loro esistenza, imparare a osservarli e amarli per aiutarli a vivere. Troppo spesso ci accorgiamo della loro presenza e dei loro problemi quando rischiano di diventare pericolosi per le cose o per le persone, senza domandarci se sono arrivati a questo punto per la nostra incuria e per il nostro scarso interesse.
L'albero, in quanto entità biologica, è suscettibile di danneggiamenti o patologie e prima o poi giunge alla fine del suo ciclo vitale: è necessario individuare quindi delle modalità di salvaguardia, sia intese come normative che come interventi gestionali ammessi sulle piante e nelle immediate vicinanze, per mantenerle nelle condizioni adatte a svolgere il loro ruolo di monumenti. L'IBC da anni si occupa degli alberi monumentali, del loro censimento e della loro individuazione sul territorio regionale, impegnandosi sulla conoscenza di questo patrimonio, affinchè diventi condiviso, ma anche intervenendo nella cura e nella manutenzione sollecitando atti gestionali corretti.
In questo articolo vengono presentate alcune iniziative realizzate a livello locale in occasione della mostra "Giganti protetti". L'IBC, che continua a monitorare i circa 600 alberi tutelati dalla legge regionale per verificare lo stato della loro integrità, ha avviato la realizzazione di un manuale a carattere tecnico e divulgativo sugli alberi monumentali in grado di fornire ai tecnici gli strumenti per la loro valorizzazione e conservazione nel tempo. Perché sia esaudito il desiderio espresso una volta da Rigoni Stern: "E come vorrei che attorno a essi venisse alzato un 'recinto sacro' a protezione. I secoli e le stagioni hanno fin qui rispettato questi alberi, non siano gli uomini a farli morire come già è capitato".
[Teresa Tosetti]
Il Comitato per la salvaguardia degli alberi della provincia di Ferrara
Il "Comitato per la salvaguardia degli alberi della provincia di Ferrara" è nato nell'autunno 2001: ne fanno parte i rappresentanti di diverse associazioni e istituzioni locali.1 Il Comitato si è costituito nel tentativo di dare forma e forza a iniziative tese a due obiettivi fondamentali:
● la salvaguardia delle alberature esistenti nel territorio ferrarese, attualmente sottoposte a manutenzioni incompetenti e ad abbattimenti indiscriminati che rischiano, in breve tempo, di depauperare gravemente il patrimonio paesaggistico, ecologico e anche economico rappresentato dagli alberi della provincia;
● la promozione di un'opportuna e più ampia diffusione degli alberi, considerando che la nostra provincia risulterebbe essere in Emilia-Romagna (per lo meno in base ai dati finora disponibili) la meno dotata di alberature ragguardevoli. La rilevanza del fenomeno appare dal confronto con la vicina provincia di Ravenna. Quest'ultima, pur essendo di superficie significativamente inferiore a quella di Ferrara (1.860 contro 2.632 chilometri quadrati), presenta un patrimonio di alberi ragguardevoli che è il doppio rispetto a quello della nostra provincia.2
Iniziative in questo senso sono già state intraprese dal Comitato. In particolare:
- è stata effettuata una conferenza stampa sul tema "Le alberature stradali: un patrimonio da salvare";
- è stato pubblicato sulla stampa un intervento per esprimere la posizione del Comitato sulla questione dei "platani killer" e sulla proposta di abbattimento delle piante nei viali alberati sulle strade;
- sono state inviate lettere alle amministrazioni comunale e provinciale per invocare l'osservanza delle norme sulla lotta obbligatoria contro il "cancro colorato" del platano;
- è stata inoltrata all'amministrazione provinciale una richiesta per l'attivazione di un servizio "SOS alberi" o "Telefono verde", finalizzato a raccogliere le segnalazioni dei cittadini sugli alberi trascurati o in pericolo;
- è stata denunciata (con una documentazione fotografica) a tutti gli organismi competenti la palese incompatibilità fra il decreto regionale di tutela sui pioppi bianchi della Golena di Francolino e le strutture private (apparentemente abusive) che sono sorte nelle immediate vicinanze dei pioppi, mettendone a repentaglio una corretta conservazione;
- si è tenuto un incontro preliminare con i rappresentanti dell'Unione industriali per proporre un'ipotesi di premio da destinarsi all'imprenditore o agli imprenditori più attenti alla progettazione di "ammortizzatori" ambientali per l'insediamento dei loro stabilimenti;
- nella primavera del 2003 si è collaborato con l'Istituto regionale per i beni culturali (IBC) e col Museo civico di storia naturale di Ferrara per la buona riuscita della mostra "Giganti protetti", promuovendo con lo stesso Museo l'organizzazione di "Visite ai grandi alberi del territorio ferrarese". In seguito alla mostra il comitato ha valutato la fattibilità di un progetto per la creazione di percorsi (ciclabili o pedonali) denominabili "Circuiti degli alberi monumentali della provincia di Ferrara", per fare delle aree che ospitano questi alberi altrettanti punti di attrazione ambientalistica e turistica;
- sono state inviate lettere alle amministrazioni comunale e provinciale, e alla stampa, per segnalare la preoccupazione del Comitato per il progressivo depauperamento del patrimonio arboreo della provincia, derivante da abbattimenti indiscriminati o comunque senza sostituzioni, danni irreversibili provocati da cantieri di lavoro incompetenti e incuranti della salvaguardia di esemplari arborei importanti, mancanza di cure agli alberi tutelati;
- di concerto con l'IBC si sta compiendo un censimento sugli alberi tutelati e segnalati della provincia per valutarne la sopravvivenza e le condizioni fisiopatologiche;
- si sta realizzando un progetto, curato dal Garden Club di Ferrara e denominato "Targhe per i grandi alberi della provincia di Ferrara": esso prevede che i grandi alberi della provincia (tutelati, segnalati, o comunque ragguardevoli) vengano contrassegnati da targhe, ove sia riportato il nome comune e scientifico dell'albero insieme alla valutazione dell'età presunta. La conclusione del progetto è prevista entro il 2004;
- il professore Franco Cazzola dell'Università di Bologna, rappresentante della Deputazione di storia patria di Ferrara in seno al Comitato, ha delineato il progetto "Alberi per i percorsi lenti", individuando e segnalando alcuni percorsi "minori" della nostra provincia, che ben si prestano a essere alberati. Si auspica che il professore Cazzola - assieme ai rappresentanti delle istituzioni locali (Comune e Provincia), della Facoltà di Architettura, del Dipartimento per le Risorse naturali e culturali della nostra Università e dell'Ordine dei dottori agronomi e forestali presenti nel nostro Comitato - promuova la costituzione di un "gruppo di lavoro", finalizzato all'individuazione di alcuni percorsi prioritari da sottoporre ad analisi più approfondita e a un'eventuale progettazione paesistica che preveda un impianto arboreo adeguato;
- il 5 marzo 2004, assieme all'Università, al Comune, alla Provincia di Ferrara e alla Regione Emilia-Romagna, è stato organizzato un convegno dal titolo "Grandi alberi a Ferrara. Quale futuro?".
Desideriamo sottolineare come provvedimenti importanti, finalizzati alla conservazione e alla valorizzazione degli alberi della nostra provincia, sono stati adottati dall'amministrazione provinciale dopo la costituzione e gli interventi del Comitato. Ne citiamo alcuni:
- è stato approvato il progetto "Viabilità storica e Paesaggio: strumenti, stili e processi di progettazione delle strade di interesse storico-culturale della Provincia di Ferrara in rapporto al loro ambiente vegetale e naturale" (deliberazione del Consiglio provinciale n. 103 del 30 ottobre 2002);
- è stato approvato il "Regolamento per la tutela e la gestione del patrimonio arboreo delle Strade della Provincia" (allegato alla deliberazione 105 del 30 ottobre 2002);
- l'Assessorato provinciale all'agricoltura ha avviato il progetto relativo al censimento delle emergenze naturalistiche del Ferrarese;
- nell'ambito del processo di "Agenda 21" locale è stato promosso un incontro per adottare un piano d'azione comune "per la tutela e la promozione del patrimonio arboreo e delle emergenze della provincia di Ferrara" (7 gennaio 2004);
- gli Assessorati all'ambiente e all'agricoltura, con il Servizio tutela flora e fauna dell'amministrazione provinciale, hanno promosso un incontro con tutti i rappresentanti dei Comuni ferraresi per sollecitare l'adozione e l'applicazione di "Regolamenti del Verde", che stabiliscano norme precise e condivise per la tutela e la manutenzione degli alberi e, più in generale, del Verde. Nello stesso incontro si è ottenuta la collaborazione dei Comuni per la segnalazione di alberature singole, in gruppo o in filare, ritenute meritevoli di tutela (22 gennaio 2004);
- la Provincia ha individuato nella responsabile del Servizio protezione flora e fauna, Elisabetta Mantovani, il referente in materia di coordinamento dei Comuni della provincia per l'adozione di "Regolamenti del Verde" e per il censimento, la tutela e la conservazione degli alberi monumentali.
Il Comitato riconosce all'iniziativa dell'IBC denominata "Giganti protetti" di avere contribuito in maniera significativa - attraverso il concorso fotografico, la mostra e la bella pubblicazione omonima - a sensibilizzare positivamente l'opinione pubblica locale sul tema dei grandi alberi e a rinfocolare lo spirito di servizio del Comitato nei confronti della salvaguardia degli alberi della nostra provincia, il cui territorio è stato, per buona parte, riconosciuto "Patrimonio dell'Umanità".
[Giulia Vullo]
I giganti protetti nel Parco nazionale delle Foreste casentinesi
Non è un caso che il noto volume Gli alberi monumentali d'Italia,3 nella sezione dedicata all'Emilia-Romagna, inizi con la descrizione del paesaggio dell'Alto Appennino forlivese visibile dalla vetta del Monte Penna a pochi chilometri dall'abitato di Badia Prataglia. Il sentiero che porta alla sommità del monte è tutto all'interno di una fitta faggeta che si dirada solo giunti alla vetta e il paesaggio che si apre all'improvviso è inaspettato e straordinario. La giogana che divide la Romagna dalla Toscana è completamente ricoperta di antiche e secolari foreste, e verso valle domina la Foresta della Lama posta nel cuore del Parco nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
La Foresta della Lama e in generale le intere Foreste casentinesi vengono considerate tra le più belle e antiche foreste d'Europa. Il nostro "gigante protetto" è la foresta nella sua complessità fatta di alberi e foglie, ma anche di animali, funghi e ogni altro essere vivente. Nei mesi di luglio e agosto 2003 il Parco ha ospitato nel propri Centri visita di Premilcuore e Londa l'importante mostra "Giganti protetti". Nell'ambito dell'inaugurazione si è svolta una serata dedicata al Parco e ai suoi giganti, con una conferenza a cui ha partecipato tra gli altri, oltre allo scrivente, la responsabile del Servizio per i beni architettonici e ambientali dell'IBC, Marina Foschi. Dall'incontro sono emersi diversi stimoli sul tema, che qui vorrei sintetizzare in tre punti: le antiche foreste, l'Abete bianco, i giganti protetti.
Le antiche foreste
Le Foreste demaniali casentinesi si estendono senza interruzioni su entrambi i lati tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli. Poco più di diecimila ettari e oltre cinque milioni di alberi: meno di un terzo di tutto il Parco, ma indubbiamente la più importante natura dell'area protetta. Abetine secolari, boschi di faggio e acero montano, boschi misti con incredibili varianti di specie che in autunno creano variopinte macchie di colore: faggi, aceri (di ben 5 specie), frassini, olmi, tigli, ornielli e i rari tassi e agrifogli.
Facendo un conteggio della biodiversità forestale attraverso il numero di specie di alberi e arbusti si giunge allo straordinario numero di 48 specie. Apparentemente si ha la sensazione di foreste dimenticate, rimaste abbandonate nei secoli, e così giunte a noi per un caso fortuito. In realtà questi luoghi hanno una storia molto importante, millenaria, che va dalla fondazione dell'eremo di Camaldoli nel 1024 all'istituzione del Parco nazionale nel 1993.
L'Abete bianco
L'Abete bianco (Abies alba) più di ogni altro albero sintetizza mirabilmente l'elevata naturalità e la presenza di testimonianze di storia millenaria. La storia che vede protagonista l'Abete prende l'avvio dai Monaci di Camaldoli, che per primi si dotarono nel 1080 di un codice forestale, dedicando moltissima attenzione a questo albero, favorendolo rispetto alle altre specie arboree tanto da determinare, nel tempo, la trasformazione di estese porzioni della foresta mista di latifoglie e conifere in formazioni forestali pressoché pure: le abetine.
Il portamento colonnare e slanciato verso il cielo, l'essere sempreverde e quindi simbolo della continuità della vita anche nella stagione "morta", le dimensioni eccezionali: sono tutte caratteristiche che hanno sicuramente contribuito a creare nei Camaldolesi un'attrazione mistica e particolare per quest'albero. Ma forse, ancor più del significato simbolico, ciò che ha maggiormente interessato gli uomini, monaci o forestali, è il legno pregiato dell'abete. I tronchi erano particolarmente ricercati per le costruzioni navali nei cantieri di Pisa e Livorno e furono utilizzati anche nella realizzazione del Duomo di Firenze. A Campigna, vicino al piccolo Museo forestale, vi è un tronco di abete secolare con le stesse dimensioni di quelle utilizzate per costruire l'albero di maestra delle navi.
Giganti famosi nel Parco
Il Castagno "Miraglia"
Il più famoso e visitato tra i giganti che vivono nel Parco è il Castagno "Miraglia", presso il Monastero di Camaldoli: è l'albero dedicato alla propria moglie dal commendator Miraglia, direttore generale del Ministero dell'agricoltura alla fine dell'Ottocento. Le dimensioni sono ragguardevoli: diametro a petto d'uomo 4,20 metri, altezza 19 metri, età stimata 300-500 anni, la spaccatura che lo attraversa è alta 10 metri. Il Parco ha dedicato un sentiero natura che racconta gli alberi e la foresta e ha come tappa finale il secolare Castagno.
L'Abete di Sasso Fratino
La Riserva integrale di Sasso Fratino, la prima riserva integrale in Italia, annovera nei suoi 764 ettari un numero enorme di giganti arborei, che stupiscono per forme e dimensioni: fra tutti il più noto era (purtroppo è crollato una decina di anni fa) un Abete bianco di 42 metri di altezza e quasi 2 metri di diametro dal tronco biforcuto.
L'Abetone della Verna
Nel Sacro Monte della Verna è conservata una foresta monumentale ricca di faggi, ma anche qui il più noto tra i patriarchi è un Abete bianco considerato vecchio di 800 anni. Anch'esso purtroppo è crollato e oggi appare sul sentiero vicino al santuario come un grande scheletro abbandonato di un enorme dinosauro.
L'arboreto "Siemoni"
Nel paese di Badia Prataglia, contiguo al Centro visita del Parco, vi è l'arboreto "Carlo Siemoni" che annovera diversi giganti arborei, tra cui il più spettacolare è una Sequoia gigante introdotta proprio dal Siemoni nella seconda metà dell'Ottocento.
I Pioppi neri di San Paolo
L'altopiano erboso di San Paolo in Alpe è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi del Parco. A pochi chilometri da Corniolo (Santa Sofia) e appena un quarto d'ora di cammino si raggiunge la prateria panoramica dove svettano due grandi pioppi neri vicino ai ruderi della chiesa. L'altezza di ciascuna pianta è di circa 25 metri, la circonferenza di 3 metri e l'età presunta di 110 anni.
Dalla mostra un progetto per il Parco
L'esposizione promossa dall'IBC ha comunque dimostrato, anche a noi, che la conoscenza di questi giganti arborei è ancora insufficiente. Nel territorio del Parco, ad esempio, vi è un patrimonio di alberi secolari associati alla case poderali: roverelle, cerri, ciliegi, e soprattutto vecchie cultivar di meli, peri e ciliegi, che meriterebbero maggiore attenzione. L'abbandono dei poderi non ha favorito queste piante spesso soffocate dalla vitalba e dalla rinnovazione naturale del bosco. Sarà merito anche di questa mostra se il Parco, come è auspicabile a tempi brevi, promuoverà un progetto che operi una salvaguardia degli esemplari più importanti e organizzi percorsi per la riscoperta dei propri giganti protetti.
[Nevio Agostini]
"Tra acqua e storia": in bicicletta tra gli alberi del Piacentino
In occasione della mostra "Giganti protetti", ospitata a Piacenza nella sede del Museo civico di storia naturale dal 15 settembre al 15 ottobre 2003, sono state avviate alcune iniziative per coinvolgere le scuole della città e della provincia sulla conoscenza del patrimonio arboreo locale. La rassegna fotografica sugli alberi tutelati dalla Regione è stata il motore propulsivo per spingere gli studenti a identificare nell'area provinciale altri alberi meritevoli di essere salvaguardati, le cui immagini verranno presentate nel corso di una appendice alla mostra che si terrà a fine anno scolastico, sempre presso la sede del Museo civico di storia naturale.
Nel corso dell'anno scolastico 2003/2004 l'Istituto superiore di istruzione agraria "Raineri-Marcora" ha avviato un progetto didattico intitolato "Tra acqua e storia" che ha come obiettivo principale la diffusione della pratica sportiva del cicloturismo innestandola sulla conoscenza del territorio. Il progetto di cicloturismo si inserisce nel più ampio discorso di promozione che la Regione Emilia-Romagna ha avviato per diffondere la conoscenza degli alberi monumentali presenti sul territorio emiliano. Partendo dalla consapevolezza che solo la conoscenza può produrre rispetto, il progetto riconosce il valore educativo che tutte le discipline possono offrire all'allievo e stimola la collaborazione nel gruppo dei docenti.
Sono quindi stati predisposte tre ipotesi di percorso sul territorio piacentino di pianura, di media e di alta collina, dove il mezzo usato, la bicicletta, consente di raggiungere alcuni dei "giganti protetti" presentati nella mostra. L'utilizzo del "Velotaxi" (un veicolo speciale, frutto di un progetto congiunto del Lions Club Bobbio e dell'Associazione Diversabili Persone Down Piacenza) consente il coinvolgimento di tutta la classe, compresi gli alunni con disabilità motorie e intellettive. È prevista la realizzazione di una monografia cartacea e multimediale che coinvolgerà su questi temi gli studenti dell'Istituto agrario "Raineri-Marcora" e gli eventuali altri istituti che volessero partecipare. È inoltre allo studio la predisposizione di un sito sugli alberi tutelati specifico per la provincia di Piacenza, che possa integrare quello regionale.
Tra i partner del progetto figurano: l'Istituto agrario "Raineri-Marcora" di Piacenza, il Museo civico di storia naturale di Piacenza, il Consorzio fitosanitario di Piacenza, l'Istituto di genio rurale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, il Lions Club Bobbio, l'Associazione Diversabili Persone Down Piacenza (Velotaxi - "Acque medicamentose di Bobbio").
I percorsi cicloturistici
1) Piacenza - Cassolo - Bobbio - Pieve di Montarsolo
- Specie: Platanus hybrida Brot. (Platano)
Comune: Bobbio; Località: Piazza San Francesco
Altezza: 22 m; Diametro: 138 cm
- Specie: Aesculus hippocastanum L. (Ippocastano)
Comune: Bobbio; Località: Viale San Francesco
Altezza: 17 m; Diametro: 119 cm
- Specie: Quercus pubescens Willd. (Roverella)
Comune: Corte Brugnatella; Località: Pieve di Montarsolo
Altezza: 28 m; Diametro: 198 cm
- Specie: Quercus pubescens Willd. (Roverella)
Comune: Corte Brugnatella; Località: Pieve di Montarsolo
2) Piacenza - La Faggiola (Azienda Tadini, Podenzano) - Gossolengo - Rivalta
3) Piacenza, percorso cittadino: giardini Margherita - viale Maculani - Barriera Torino - Faxhall - Palazzo Scotti, via San Siro.
[Bruno Chiusa, Marina Partiti]
Note
1) Il "Comitato per la salvaguardia degli alberi della provincia di Ferrara" è composto dalle seguenti associazioni e istituzioni: Amici dei musei e monumenti ferraresi; AREA - Associazione recupero essenze autoctone; Associazione "Amici della Bicicletta"; Associazione "Fotografia e Territorio"; Centro internazionale di studi sui paesaggi culturali; Centro studi territorio ambiente "Riccardo Bacchelli"; Circolo "Unione"; Comitato "Ferrara-UNESCO"; Deputazione provinciale di storia patria; Dipartimento delle Risorse naturali e culturali dell'Università di Ferrara; Facoltà di Architettura dell'Università di Ferrara; FAI - Fondo per l'ambiente italiano; Ferrariae Decus; Garden Club di Ferrara; Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori; Ordine dei dottori agronomi e forestali; Società naturalisti ferraresi; sezioni ferraresi delle associazioni: Italia Nostra, Legambiente, Lega italiana protezione uccelli, World Wildlife Fund.
Il Comitato si autofinanzia, è temporaneamente ospitato dallo storico Circolo "Unione" di Ferrara, ed è temporaneamente coordinato dal Garden Club di Ferrara (presidente: Giulia Vullo, via Savonarola, 6, 44100 Ferrara - e-mail: rinovullo@libero.it).
(2) Si veda: Alberi monumentali dell'Emilia-Romagna: censimenti e tutela, Bologna, Regione Emilia-Romagna - Istituto per i beni culturali, 1991.
(3) Gli alberi monumentali d'Italia, Roma, Abete, 1990.
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