Rivista "IBC" XV, 2007, 2

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi

Rosalba. Il riverbero della memoria. Bianca, Gaetano, Nino e Francesco Arcangeli, a cura di B. F. Buscaroli, Bologna, Bononia University Press, 2007.
Album di famiglia

Orlando Piraccini
[IBC]

E dunque hanno pensato di riunire nuovamente la Famiglia, dieci anni dopo la grande mostra allestita dalla Fondazione Tito Balestra e dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna al Castello Malatestiano di Longiano e poi nelle sale del Museo civico archeologico di Bologna. Così dall'8 marzo al 9 aprile 2007 gli Arcangeli, Nino, Gaetano, Francesco e Bianca, si sono ritrovati in un'esposizione (promossa dalla Fondazione Cassa di risparmio in Bologna, ora che essa è proprietaria dell'intera raccolta d'arte legata al nome di "Momi", già conservata nella casa di strada Maggiore abitata dai quattro celebri fratelli) che di veramente riverberante presenta il titolo, così ben calibrato sul grado d'intensità d'una memoria che tutti conoscono ricca di contenuti e di valori tra passato e presente. Per il resto poche le novità sulla straordinaria, complessa vicenda umana e culturale dei quattro Arcangeli dopo il varco conoscitivo, discreto quanto efficace, aperto nella precedente occasione grazie ad alcune esemplari indagini archivistiche e documentarie.

Ha tuttavia il merito della lievità e della compostezza questo odierno "omaggio" agli Arcangeli, con le immagini del catalogo che ricostruiscono momenti, luoghi e intrecci della vita familiare e domestica, mentre si debbono a Beatrice Buscaroli, Marco Bazzocchi, Claudio Spadoni "ritrattini" singoli e di gruppo, felicemente delineati come in controluce. Che poi lungo il corso dell'intera narrazione affiori di continuo lei, Bianca (la donna, la sorella, la fedele custode delle memorie arcangeliane) non può che far piacere. E rivediamo volentieri la Bianca creativa (che racconta anche oggi d'esser nata con la matita), la Bianca in arte Rosalba, "tenue travestimento" - scrive Buscaroli - "che asseconda la sua natura d'artista, discreta e silenziosa, finissima paesaggista d'Appennino, notturna osservatrice di chiome d'alberi secolari illuminati dalla luna, dalla neve, dal riverbero della memoria".

Ci sono le note musicali di Nino, la poesia di Gaetano (e di "Momi"); e ritroviamo esposti in pubblico i "quadri" di Francesco Arcangeli (scrive Fabio Roversi Monaco nella presentazione al catalogo: "Raduniamo la donazione che Bianca Arcangeli ha fatto alla Fondazione per esporla al pubblico: i dipinti che furono di Francesco, Momi per gli amici, il geniale critico e storico dell'arte che dette all'arte bolognese un assetto e un ordine mai avuti prima"). Ecco dunque il paesaggio di Ilario Rossi, ecco il piccolo Borgonzoni, ecco l'architettura cosmica di Guidi, il quadretto di Fieschi, la testina di De Pisis (potremo noi mai dimenticarli quei dipinti appesi alle pareti di casa Arcangeli?), anch'essi tra i tantissimi tramiti che s'intrecciano allo straordinario rapporto tra l'artista della parola e gli artisti dell'immagine.

Infine l'album di famiglia: tutto da sfogliare, dalle prime e sbiadite immagini dell'infanzia dei quattro fratelli, le scuole, le vacanze alla Barafonda a San Giuliano, le vite comunicanti e le relazioni personali. Non tante, in verità, le fotografie inedite (o almeno quelle non esposte alla mostra del '96, con le lettere, i libri, le "dediche" tra i quattro fratelli), ma tra le altre ci piace qui segnalare un'istantanea risalente a un pomeriggio d'estate del '70, che ritrae Francesco Arcangeli nell'ufficio di Cesare Gnudi in Soprintendenza. Nello sfondo della foto si scorgono il divano e le poltrone con i braccioli dorati, la libreria a vetri, la scrivania del soprintendente deserta, mentre in primo piano, presso un tavolo colmo di carte e fotografie, il critico sta lavorando all'impaginazione del catalogo di "Natura ed espressione". Al suo fianco c'è Carlo Marzocchi.

Il fatto è che in tanti anni di lavoro all'interno della Soprintendenza, Marzocchi ha avuto un ruolo di primo piano nella "Bologna dei libri d'arte", come impaginatore raffinato, redattore attento e meticoloso. Lunghissimo è l'elenco delle pubblicazioni passate tra le sue mani, suoi tra gli altri i "rapporti" e i "quaderni" delle "Belle Arti", i cataloghi delle mostre dell'"Ente Bolognese Manifestazioni Artistiche", dell'Accademia Clementina, della Cassa di risparmio in Bologna. Carlo è stato un maestro anche per noi, agli inizi dell'Istituto per i beni culturali. Ha studiato assieme a Pirro Cuniberti la linea grafica delle nostre prime pubblicazioni, ci ha aiutato a far nascere la rivista "IBC". Nel suo lavoro usava strumenti artigianali: squadra, forbici e colla, tanto gusto e tanta passione. Già cominciata l'era della videocomposizione, veniva a trovarci in Istituto e si raccomandava di preparare sempre un menabò "fatto a mano", parlava di carta e di cuore, di ingegno e di matita. Sono cinque anni che Carlo ci ha lasciati ed è stato bello ritrovarlo in questa vecchia foto di lavoro proprio accanto al professor Francesco Arcangeli.

 

Rosalba. Il riverbero della memoria. Bianca, Gaetano, Nino e Francesco Arcangeli, a cura di B. F. Buscaroli, Bologna, Bononia University Press, 2007, 146 p., euro 24,00.

 

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