Rivista "IBC" XIV, 2006, 4
territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne
All'insieme di eventi organizzati intorno al tema "Storia e Ambiente" - la rassegna promossa alla fine di settembre 2006 dall'Alma Mater Studiorum, dal Comune di Bologna e dal Consorzio Università - Città di Bologna - dal 3 al 21 ottobre ha partecipato anche la Biblioteca dell'Archiginnasio, che ha realizzato una mostra con una selezione dei propri documenti antichi. Per ricollegarsi infatti al tema dell'ambiente - declinato in tutte le possibili interpretazioni, nella "consapevolezza che, solo sfogliando il libro del nostro passato, possiamo positivamente dialogare ancora oggi con l'ambiente dove siamo immersi e tentare di costruire per le future generazioni un rinnovato equilibrio tra il territorio e l'uso che l'umanità deve e può farne" - i due curatori, Giancarlo Roversi e Arabella Riccò, hanno costruito un percorso scegliendo una quarantina di bandi dal XVI al XIX secolo, riguardanti norme, divieti e prescrizioni emanati dalle autorità cittadine per la conservazione del decoro e della salubrità degli spazi cittadini e del contado.
Il terreno di indagine si è rivolto a questa tipologia di documenti perché i bandi, gli avvisi, le "provvisioni", gli editti, oltre a costituire una singolarissima testimonianza di costume, rappresentano una fonte di sorprendente immediatezza per conoscere la vita e le abitudini del passato. Le raccolte dell'Archiginnasio offrono a questo scopo una ricchissima messe di testimonianze, come si può vedere anche nel catalogo generale dei bandi bolognesi, già pubblicato col titolo Bononia Manifesta. Catalogo dei bandi, editti, costituzioni e provvedimenti diversi, stampati nel XVI secolo per Bologna e il suo territorio, a cura di Zita Zanardi (Firenze, Olschki, 1996). In particolare queste "comunicazioni di palazzo", un mezzo effimero costituito da un semplice foglio che veniva diffuso mediante la lettura per le strade, hanno potuto salvarsi quasi integralmente nella loro sistematicità grazie al dono fatto all'Istituto nel 1880 da Gustavo e Pantaleone Merlani, eredi delle Stamperie ufficialmente preposte alla loro pubblicazione.
Queste fonti penetrano negli aspetti più minuti e svariati della realtà sociale di Bologna e del suo territorio, specialmente nel periodo compreso fra la seconda metà del Cinquecento e il XVIII secolo, quando la pubblicazione dei bandi raggiunge (manzonianamente!) il culmine e diventa il mezzo di comunicazione di massa: una funzione che poi, a partire dell'Ottocento, verrà assorbita dai giornali. I bandi a stampa offrono una panoramica ad ampio spettro sulla città, con le sue strade, le sue piazze, il suo hinterland. L'immagine che ne scaturisce è spesso traumatica e ben lontana da molte oleografie stereotipate. Fra i temi affrontati, una posizione di primo piano rivestono quelli relativi al decoro urbano, alla salute pubblica e alla tutela dell'ambiente (a volte anche in chiave superstiziosa, come avviene nelle norme contro le risaie e i maceri, incolpati di diffondere la pestilenza e altri morbi). Così, nel pieno della raffinata civiltà rinascimentale, Bologna si presentava costellata da mucchi di letame graveolente, di pietrisco, di rifiuti che facevano bella mostra lungo le vie ai piedi dei palazzi senatori e delle grandi chiese.
L'aspetto poco invitante della città di un tempo era causato, come altrove, dall'abitudine di molti bolognesi di considerare le strade urbane come il ricettacolo di ogni sorta di rifiuti: acque luride, spazzatura, immondizie gettate dalle finestre, senza il benché minimo riguardo per il pubblico decoro. Questo è quanto emerge dai vari editti emanati a più riprese nella seconda metà del Cinquecento e ripetuti, seppur con minor frequenza, nei due secoli successivi. Per dare durevolezza di testimonianza all'ampia ricerca che ha sotteso la realizzazione di questa mostra, Arabella Riccò ne curerà anche il catalogo virtuale che sarà disponibile on line nel sito Internet della Biblioteca (www.archiginnasio.it).
Azioni sul documento