Rivista "IBC" XIV, 2006, 4

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

F. Arcangeli, Natura ed espressione nell'arte bolognese-emiliana, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2006.
Natura ed espressione

Enrico Cipressi
[laureato in Conservazione dei beni culturali all'Università di Parma]

Il 12 settembre del 1970 si inaugurava al palazzo dell'Archiginnasio di Bologna la mostra "Natura ed espressione nell'arte bolognese-emiliana", ideata da Francesco Arcangeli. La casa editrice Minerva Edizioni ne ripropone oggi il catalogo, punto di arrivo delle riflessioni e della ricerca dello studioso. Il percorso proposto dallo storico dell'arte si snoda nel corso dei secoli, individuando delle costanti comuni ad artisti dell'Emilia e in particolare della città di Bologna, "singolare crogiuolo di moventi in contrasto, l'avamposto di una marca di confine, come è la 'padania', fra Mediterraneo ed Europa". Costanti che possono riemergere anche a distanza di secoli, in artisti stilisticamente lontanissimi. Arcangeli sostiene, infatti, che le lontane radici contadine di questa civiltà e il rapporto con la natura, mai venuto meno nel corso dei secoli, spiegano le componenti "naturali", espressive e popolari, scaturite dal particolare ambiente cittadino e rurale, in cui gli artisti considerati si sono formati e hanno operato.

Questo lungo racconto inizia dai rilievi modenesi di Wiligelmo. Qui lo spazio della scultura diventa "spazio d'esistenza" e si realizza, secondo Arcangeli, un radicale rovesciamento del trascendentalismo mistico bizantino e di quello intellettualistico dei romanici francesi. Alla fine si perviene ai paesaggi e alle nature morte di Giorgio Morandi, scomparso pochi anni prima dell'inaugurazione della mostra bolognese. Nei secoli che separano questi due artisti Arcangeli rintraccia e ricostruisce lo sviluppo di caratteristiche comuni e di costanti: lo spazio denso e ingombro di corpi; la "comunicazione spaziale con lo spettatore [...] che spesso fa proliferare l'opera in primo piano"; il dipinto inteso come brano di vita, dove la figurazione non è conclusa nei limiti della cornice, ma tagliata in modo da alludere "alla continuità dello spazio dell'esistenza".

Così, incontriamo i brani di vita "incredibili e verissimi di improvvisa verità" di Vitale da Bologna, dove le azioni dei personaggi appaiono improvvise, violente, cariche di energia. L'immagine, in contrasto con le calibrate composizioni dell'arte dei toscani, non appare conclusa in sé stessa, ma deborda oltre i contorni ed è intesa come brano, ritagliato da un ininterrotto "contesto esistenziale". Da Vitale derivano la potenza espressiva di Jacopino di Francesco e il realismo di Andrea de' Bartoli; mentre Amico Aspertini, definito da Arcangeli "campione di antirinascimento", raffigura una umanità e un mondo che ricordano autori come Ruzzante e Folengo. Quindi è la volta della schietta e popolare religiosità di Ludovico Carracci, della sua ricerca di verosimiglianza nel tema sacro, in sintonia con quanto auspicava in quegli stessi anni il cardinale Gabriele Paleotti. A Ludovico segue la modernità religiosa di Giuseppe Maria Crespi, i cui dipinti appaiono come "una scelta improvvisa da un contesto continuo, ininterrotto come l'esistenza". E la pianta di aloe, dipinta dal Crespi, è un ponte, secondo Arcangeli, che collega i tralci e le piante scolpite da Wiligelmo nel portale del Duomo di Modena e il cactus di Morandi, datato 1919.

Tutti gli artisti considerati appaiono "legati a un intenso rapporto espressivo con la natura" e si caratterizzano per una peculiarità: avere reagito alle sovrastrutture che la loro epoca imponeva. Sovrastrutture che l'autore qualifica come mistiche in Wiligelmo, umanistiche in Vitale da Bologna e Amico Aspertini, intellettualistiche per Ludovico Carracci e accademiche riferendosi a Giuseppe Maria Crespi. A questi artisti "è comune la concezione di base dell'opera; che è fisica e umana, esistenziale e non metafisica, o mistica, o umanistica", ma sempre legata alla vita, alla fisicità del corpo, all'azione, al sentimento e alla natura.

 

F. Arcangeli, Natura ed espressione nell'arte bolognese-emiliana, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2006, 320 p., euro 25,00.

 

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