Rivista "IBC" XIII, 2005, 4

immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni

"Trans Emilia. The Linea di Confine Collection: A Territorial Reconnaissance of Emilia-Romagna", Fotomuseum Winterthur, 22 ottobre 2005 - 12 febbraio 2006, Winterthur (Svizzera).
Trans Emilia

Carlo Tovoli
[IBC]

Dimentichiamo per un istante le spiagge della Romagna e i suoi "divertimentifici", i grandi centri urbani carichi di storia e arte, e andiamo alla scoperta dell'altra faccia dell'Emilia-Romagna, quella che è davanti agli occhi di chi percorre la Via Emilia. È fatta di aree urbane che anno dopo anno tendono a inglobare le periferie, di svincoli autostradali, di fasce agricole che intervallano attività commerciali e artigianali, di grandi infrastrutture, il tutto a testimoniare la radicale trasformazione del paesaggio negli ultimi trent'anni, simile per tanti aspetti a quella avvenuta in altre aree d'Europa. Come fissare questa realtà che fa da sfondo alle nostre corse in automobile, apparentemente indegna del nostro sguardo? È uno dei compiti dell'associazione "Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea", nata a Rubiera (Reggio Emilia) nel 1990, che da 15 anni opera sul territorio, ampliando il proprio raggio di indagine dalle piccole aree locali al paesaggio su scala regionale, grazie a "laboratori di fotografia" annuali (www.lineadiconfine.org).

L'approccio seguito ricorda la lezione di Italo Calvino, che in un saggio significativamente contenuto in un volume di indagine fotografica sul territorio, Esplorazioni sulla Via Emilia (1986), afferma: "Ogni volta che ho provato a descrivere un paesaggio, il metodo da seguire nella descrizione diventa altrettanto importante che il paesaggio descritto". Se il nume tutelare resta Luigi Ghirri, "Linea di Confine" è anche il primo progetto italiano ad aprirsi al contributo della più qualificata fotografia internazionale, da Michael Schmidt a Lewis Baltz, da Stephen Shore a John Davies, a Axel Huette, contribuendo in questo modo al rinnovamento dei linguaggi e della cultura fotografica contemporanea in Italia.

Ed è proprio a "Linea di Confine" che si è rivolto il Fotomusem Winthertur (cantone di Zurigo, Svizzera), una delle più importanti e prestigiose istituzioni museali europee, per continuare l'esplorazione del territorio emiliano avviata con l'antologica di Luigi Ghirri nel 2001 (www.fotomuseum.ch). Dall'archivio dell'associazione il direttore del Fotomuseum, Urs Stahel, ha personalmente selezionato alcuni dei lavori prodotti dagli autori stranieri e italiani, anche delle più recenti generazioni, che hanno partecipato ai progetti d'indagine commissionati in quindici anni d'attività. Da qui è nata la mostra "Trans Emilia", in corso al museo di Winthertur fino al 12 febbraio 2006, per poi divenire itinerante in Europa.

Gli autori presentati sono 16, fra i quali 10 sono italiani. Sono esposte fotografie sul paesaggio del fiume Po e dei centri di Boretto, Gualtieri, Brescello e Poviglio (John Davies, 1992), sul paesaggio e il centro di Luzzara (Stephen Shore, 1993), sul paesaggio dell'Appennino reggiano nell'area di Canossa (Axel Hütte, 1995), sulle aree in trasformazione delle Casse d'espansione del fiume Secchia (Guido Guidi, 1989; Walter Niedermayer, 1995), sul paesaggio urbano di Cavriago (Olivo Barbieri, 1990) e di Fiorano Modenese (Gilbert Fastenaekens, 2000). Si passa poi a fotografie e video sulle trasformazioni urbanistiche avvenute nell'area urbana "Gardenia" di Reggio Emilia (Guido Guidi, 1996), e su quelle visibili percorrendo la Via Emilia da Piacenza a Rimini, con in evidenza l'area dei centri commerciali di Modena Nord e la viabilità autostradale della città di Bologna (Olivo Barbieri, 2000; Paola De Pietri, 2000; Lewis Baltz, 2000; Gianluca Liverani, 1999; Michele Buda, 1999; Marco Signorini, 1999). In questa sezione sono presenti anche alcuni scatti del tratto costiero di Cattolica che Guido Guidi ha realizzato nel 2003 nell'ambito di una ricerca, commissionata dalla Regione Emilia-Romagna, che confluì in una mostra e un catalogo dal titolo "Paesaggi dissonanti. Fotografia e opere incongrue: una ricerca per la legge regionale 16/2002".

Seguono immagini sull'identità storica del mondo del lavoro tratte dall'archivio della Camera del lavoro di Modena e sulle innovazioni nei processi produttivi dello stabilimento "Ferrari" di Maranello (William Guerrieri, 2003; Olivo Barbieri, 2003). Infine una selezione ampia delle più recenti indagini sulla costruzione della linea veloce Bologna-Milano, e in particolare sul tratto Bologna-Parma (John Gossage, 2003; Andrea Botto, 2004), e sulla memoria dei luoghi e delle attività di cura della storica sede dell'ospedale Sant'Agostino-Estense di Modena (Marco Signorini, 2005; Marina Ballo Charmet, 2005).

Il forte impatto visivo di queste immagini non può essere certo descritto in un elenco di ricerche fotografiche, soprattutto quando esse non intendono "illustrare" un territorio ma propongono una nuova "strategia dello sguardo", come scrive Stefano Munarin nel catalogo che accompagna la mostra: "Rallentare quindi, osservare con insistenza, accumulare punti di vista, fare esperienza dei luoghi [...]. Questo mi sembra anche l'invito che arriva dal gruppo di Linea di Confine: osservare lo sfondo, invitando lo spettatore a spostarsi da ciò che ha in primo piano (nella mente, nell'immaginario), a spostare lo sguardo da ciò che è immediatamente 'davanti', considerando la porosità della vita e dei paesaggi che lo circondano. Queste ricerche fotografiche hanno portato alla nostra attenzione il quotidiano, ciò che sta nello 'sfondo della società', e che però struttura le 'pratiche quotidiane', diventando 'senso comune', quello strato di cose ed eventi infraordinari che l'attenzione di questi fotografi, la loro meticolosa curiosità ci fa scoprire". Del resto non è un caso se una delle massime preferite da Guido Guidi, tra i fondatori di "Linea di Confine" insieme a William Guerrieri e Roberto Magrini, sia una frase di Democrito d'Anassagora: "Le cose visibili sono uno spiraglio sull'invisibile".

Il catalogo tedesco-inglese - curato da Thomas Seelig e Urs Stahel (rispettivamente curatore delle collezioni e direttore del Fotomuseum) e realizzato nelle edizioni di Christoph Merian Verlag, Basilea - oltre al testo dei curatori e al saggio già citato di Stefano Munarin (urbanista), contiene testi di William Guerrieri (coordinatore di "Linea di Confine"), Tiziana Serena e Nicoletta Leonardi (storiche e critiche della fotografia).

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