Rivista "IBC" XIII, 2005, 3
musei e beni culturali / didattica, progetti e realizzazioni
I servizi educativi nei musei: il panorama dell'Emilia-Romagna
"Oltre a conservare il proprio patrimonio, ogni museo è tenuto a interpretarlo e renderlo fruibile per diverse fasce di utenti a scopo educativo, culturale, ricreativo". Così recita l'inizio del capitolo relativo ai rapporti con il pubblico della Direttiva "Standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali ai sensi dell'articolo 10 della Legge regionale 18/2000" approvata dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna il 3 marzo 2003. E ancora, nella parte relativa alla didattica: "Per servizio educativo si intendono le attività che il museo progetta ed eroga per rendere più comprensibili e fruibili al pubblico il proprio patrimonio e sostenere processi di apprendimento, sia formali - cioè collocati all'interno di percorsi didattici strutturati - che informali, cioè rivolti a individui, con la messa a disposizione di strumenti per sostenere l'autoapprendimento".
All'interno di questa cornice normativa, nei programmi organizzati dai musei della nostra regione si inseriscono attività dedicate a bambini e ragazzi, che mirano a coinvolgerli in maniera ludica, e iniziative rivolte a insegnanti e operatori didattici che hanno a loro volta il compito di trasmettere contenuti formativi ai giovani. Le attività possono essere molteplici:
- realizzazione per le scuole di attività laboratoriali sulle collezioni permanenti o sulle mostre temporanee, che possono prevedere fra l'altro la consegna di materiali agli insegnanti per proseguire e verificare a scuola il lavoro intrapreso al museo;
- organizzazione di iniziative nel week-end che coinvolgono genitori e bambini insieme in attività ludiche e laboratoriali riferite alle collezioni del museo; qui le opere e gli oggetti vengono utilizzati non come testi passivi di apprendimento, ma come pretesti per un coinvolgimento diretto e creativo;
- visite guidate per stimolare un rapporto interattivo tra lo spettatore e le opere o gli oggetti delle collezioni;
- corsi di formazione e di aggiornamento rivolti a insegnanti;
- organizzazione di stage e workshop per operatori culturali addetti al settore della didattica.
Dai dati emersi dal censimento "SiSTAN (Sistema statistico nazionale)" riferito al 2000, il 71,2% dei musei dell'Emilia-Romagna risulta svolgere attività didattiche. Se poi si guardano i dati relativi alla didattica in modo più analitico si può notare quanto sia rilevante il numero di attività organizzate nell'anno del censimento: 41.981 visite guidate, 2.869 laboratori didattici, 3.874 itinerari didattici, 101 corsi didattici. I dati sono ricavati dal volume Musei in trasparenza. Indagine statistica sui musei dell'Emilia Romagna, curato da Laura Carlini nel 2003 per l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC). Il campione dei musei analizzato dal censimento è senz'altro significativo: si tratta infatti di 326 musei articolati in 361 sedi, su 460 musei risultanti dalla banca dati dell'IBC ( www.ibc.regione.emilia-romagna.it/h3/h3.e xe/amuseier). Un altro dato interessante emerge dalla stessa banca dati: 95 musei su 460 risultano disporre di un'aula didattica, indizio evidente di un'attività strutturata e continuativa.
Bologna, per esempio, da anni ha sviluppato strategie organiche e programmatiche di collaborazione con il mondo della scuola attraverso l'istituzione di un servizio didattico in quasi tutti i più importanti musei cittadini, dove vengono predisposti percorsi di visita specifici per le scuole di ogni ordine e grado. Superata la metodologia della visita guidata tradizionale, percorsi diversi prendono in considerazione tematiche o sezioni espositive particolari proponendo, compatibilmente con la tipologia delle raccolte e degli spazi museali, momenti laboratoriali. Queste attività non solo sono ampiamente fruite dagli alunni delle scuole, ma costituiscono anche uno degli elementi di maggiore attrattiva delle istituzioni in cui sono inserite. Inoltre "Bologna dei Musei", il sistema museale della città, da alcuni anni propone la rassegna "Il Museo si diverte", un calendario di appuntamenti domenicali rivolti alle famiglie, come laboratori, visite guidate e spettacoli. Il sito internet didattica.comune.bologna.it consente alle scuole di orientarsi tra le diverse proposte offerte dalle aule didattiche bolognesi: una serie di temi esemplificano possibili connessioni tra musei, anche apparentemente distanti, presentandoli così come parti di un tessuto connettivo che sollecita sconfinamenti, suggerisce collegamenti e propone percorsi nella città.
Un altro interessante esempio viene fornito dal Sistema museale della Provincia di Ravenna attraverso il sito dev.racine.ra.it/sistemamusei/permusei/index.htm. La sezione "A spasso per musei", pensata dal Laboratorio provinciale per la didattica museale, è un agile strumento di informazione a favore dell'interazione tra i musei, il territorio e il mondo della scuola. La guida illustra il variegato ventaglio delle attività didattiche proposte dalle istituzioni museali della provincia di Ravenna, che vanno dalla tradizionale visita guidata, a percorsi di approfondimento, ad attività didattiche particolari, caratterizzate da animazioni, laboratori, giochi. Il Laboratorio provinciale per la didattica svolge anche un servizio di consulenza sui temi legati al moderno concetto di museo come laboratorio didattico. In particolare vengono date indicazioni per l'elaborazione e l'organizzazione di attività didattiche originali, di viaggi culturali e di gite scolastiche, finalizzati alla promozione della conoscenza delle realtà museali e ambientali della provincia di Ravenna. Fornisce inoltre un servizio di aggiornamento e formazione: ogni anno sono organizzati i corsi di aggiornamento "Scuola e Museo" per i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, allo scopo di integrare i programmi scolastici con la fruizione dei musei. Infine la biblioteca del Laboratorio offre un servizio informativo e documentario che comprende monografie, periodici, documenti multimediali e raccoglie ampio materiale informativo sull'attività didattica dei musei della regione.
Anche dal sito del Sistema museale della Provincia di Modena, www.museimodenesi.it, è possibile accedere a più di cinquanta musei le cui informazioni sulle attività didattiche sono uniformemente organizzate e facilmente accessibili. Inoltre il Sistema museale, oltre a tenere corsi di aggiornamento per operatori museali, produce un'Agenda didattica in forma cartacea, che offre a insegnanti e studenti l'ampio e diversificato panorama delle attività didattiche offerte dai musei aderenti al sistema, e segue il progetto "Musei per gioco" che prevede la realizzazione di schede-gioco per i bambini della fascia 6-10 anni.
Infine, per concludere questa rassegna, la Provincia di Piacenza ha recentemente realizzato un sito internet, www.piacenzamusei.it, che permette di trovare le informazioni sull'attività didattica dei musei organizzate uniformemente.
Per quanto riguarda il prossimo futuro il Servizio musei e beni culturali dell'IBC si propone di mettere insieme tutte queste esperienze al fine di creare una rete regionale che faciliti l'accesso di scuole e famiglie a questo vastissimo patrimonio. Inoltre, attraverso la direttiva sugli standard citata all'inizio, la Regione Emilia-Romagna, inserendosi nel processo avviato tra Stato e Regioni dal Decreto legislativo n. 112/98, ha individuato anche per l'educazione e la didattica una serie di requisiti obbligatori e obiettivi di qualità che funzionano come linee guida per riconoscere e applicare buone pratiche in campo educativo. Si è intrapreso così un percorso finalizzato a promuovere e mantenere livelli ottimali, sollecitando una continua crescita dell'offerta di servizi all'utenza. Requisiti obbligatori sono, infatti, la predisposizione di un piano annuale che illustra le attività didattiche, con obiettivi, destinatari e modalità di attuazione, e la presenza di una funzione educativo-didattica all'interno del museo, il cui profilo professionale è attualmente in corso di definizione da parte di un gruppo di lavoro interassessorile. Obiettivo di qualità è la strutturazione dell'attività didattica nel rispetto di alcune fasi che caratterizzano gli interventi educativi di livello alto.
Un processo di portata innovativa coinvolge dunque la maggior parte dei musei dell'Emilia-Romagna, se è vero che, come abbiamo visto, più della metà di essi organizza attività didattiche.
[Valentina Galloni]
Imparare al museo: il progetto "Lifelong Museum Learning"
Sotto il nome di lifelong learning - espressione tradotta in italiano con la perifrasi "apprendimento lungo tutto l'arco della vita" - ricadono tutte le attività di apprendimento che si svolgono al di fuori dei contesti formali (scolastici, di formazione o aggiornamento professionale, ecc.) e che corrispondono a circa l'80% di quanto impariamo durante la nostra esistenza. La società contemporanea, caratterizzata dal ritmo serrato con cui sviluppa e diffonde innovazione, non può non sostenere azioni che incoraggino gli individui ad apprendere, a livello professionale e personale, per adattarsi a una realtà in continua, costante e rapida trasformazione.
In ambito comunitario il lifelong learning è sostenuto da programmi specifici quali le azioni "Grundtvig" del programma "Socrates", con cui vengono finanziati progetti di cooperazione transnazionale e di educazione permanente. All'interno di questo contesto, e ancor più nelle linee tracciate dai nuovi programmi comunitari 2007-2013, alle istituzioni culturali è riconosciuto un ruolo fondamentale in quanto luoghi di apprendimento non formali, capaci di attrarre persone di età ed estrazione sociale diverse e di trasferire conoscenze e sviluppare abilità in modi non convenzionali e più conformi alle inclinazioni dei singoli.
I musei in particolare, si dice, offrono un ambiente dove è possibile apprendere anche in modo informale, sollecitando interessi, curiosità, esponendo gli individui a una pluralità di stimoli - visivi, sensoriali, emotivi - e soprattutto facilitando il contatto con la propria memoria collettiva o con altre culture. In alcuni casi e in alcuni paesi ci si è spinti fino a identificare i musei come luoghi particolarmente adatti per recuperare l'emarginazione sociale e favorire l'integrazione di segmenti svantaggiati della società.
Tutte queste considerazioni costituiscono la premessa al progetto "Lifelong Museum Learning (LLML)" finanziato dal programma "Socrates - Grundtvig 1" per il biennio 2005-2006 e finalizzato a promuovere la formazione del personale che nei musei si occupa di educazione per gli adulti. Coordinato dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) - già partecipe negli ultimi anni di numerose altre iniziative sostenute economicamente dal programma "Socrates": "Euroedult", "Collect and Share", "Pro Spectatore" e "Museums as places for lifelong learning"1 - "Lifelong Museum Learning" ha un budget complessivo di 285.785 Euro, finanziato al 69,75% dall'Unione europea per complessivi 199.335 Euro di contributo comunitario. Le attività previste dal progetto comprendono:
- analisi dei bisogni formativi del personale educativo che opera nei musei con riferimento alle attività didattiche rivolte ad adulti (a livello europeo);
- analisi dei curricula esistenti (ambito educazione e didattica al museo);
- identificazione di linee guida per sviluppare attività educative rivolte agli adulti al museo (a livello europeo);
- progettazione e realizzazione di corsi di formazione su questi temi, in particolare:
- nell'ottobre del 2005 in Emilia-Romagna (a cura dell'IBC, si veda il box relativo);
- nell'aprile del 2006 in Portogallo (a cura dell'Associazione portoghese musei di impresa);
- nell'ottobre del 2006 nei Paesi Bassi (a cura dell'Associazione musei olandesi);
- realizzazione del Manuale per gli educatori museali in ambito di lifelong learning (in italiano e inglese), contenente gli esiti del progetto;
- altre azioni di diffusione e disseminazione di buone pratiche in ambito di didattica museale.
Per un contesto come il nostro, che riconosce come destinatari della didattica al museo prevalentemente le scuole, in particolare le primarie e le secondarie di primo grado, la novità del progetto "LLML" è abbastanza evidente, l'investimento sulle risorse umane dei musei altrettanto. In più, valendosi di un partenariato piuttosto largo e rappresentativo di varie realtà europee avanzate in questo campo, il progetto è in grado di mutuare le pratiche più efficaci e innovative e trasformarle in formazione per gli operatori.
Per ottenere una ricaduta del progetto anche a livello regionale, nel marzo del 2005 l'IBC ha pubblicato sul proprio sito un piccolo bando rivolto ai musei della regione, per invitarli a presentare idee progettuali aventi come oggetto attività educative rivolte agli adulti. Ai tre progetti selezionati (si veda il box relativo) è stato assegnato un contributo economico per la realizzazione delle iniziative, i cui esiti verranno presentati durante il corso che si terrà nel prossimo ottobre.
[Margherita Sani]
Il progetto europeo:
"Lifelong Museum Learning - LLML"
Finanziamento: Programma "Socrates - Grundtvig 1";
Budget: _ 285.785,00;
Durata: Ottobre 2004 - Dicembre 2006;
Obiettivi: Formazione degli operatori museali sui temi dell'educazione degli adulti;
Partner:
- IBC (Italia; capoprogetto): www.ibc.regione.emilia-romagna.it;
- European Museum Forum (Regno Unito): www.europeanmuseumforum.org;
- APOREM - Associazione portoghese musei di impresa (Portogallo): museudaagua.epal.pt/;
- ECCOM - European Centre for Cultural Management and Organisation (Italia);
- NMV - Associazione musei olandesi (Paesi Bassi): museumvereniging.nl/;
- NIACE - National Institute Continuing Education Adults (Regno Unito): www.niace.org.uk;
- Amitié (Italia): www.amitie.it;
- Engage (Regno Unito): www.engage.org.
Informazioni: www.amitie.it/llml; MaSani@ibc.regione.emilia-romagna.it.
Il corso:
"Musei e lifelong learning: esperienze educative rivolte agli adulti nei musei europei"
Durata: 17-18 ottobre 2005 (09.30-17.00);
Sede: Auditorium Regione Emilia-Romagna, Viale Aldo Moro 18, Bologna;
Obiettivi: Il corso si focalizzerà su alcuni aspetti dell'educazione degli adulti nei musei che sono risultati prioritari nell'analisi dei bisogni formativi condotta nei primi mesi del 2005:
- l'educazione degli adulti: teoria e pratica;
- programmi innovativi per pubblici adulti (adolescenti, anziani, gruppi aziendali, family learning);
- la componente educativa di mostre e allestimenti;
- interpretazione delle collezioni e studi sui visitatori.
Informazioni: Per il programma dettagliato e le modalità di preiscrizione si prega di consultare il sito: www.ibc.regione.emilia-romagna.it nella sezione musei, alla voce progetti europei, "LLML". Per ulteriori informazioni: MaSani@regione.emilia-romagna.it; IOrsini@regione.emilia-romagna.it.
I tre progetti selezionati dall'IBC:
1/ "Percorsi sul ritratto come strumento di lettura e comprensione di un'opera d'arte"
Collezioni comunali d'arte, Bologna
[referente: Carla Bernardini]
Un itinerario per la lettura dell'opera d'arte come fonte per una tematica specifica, quella del ritratto e del costume, cui il ricco patrimonio delle Collezioni comunali si presta perfettamente. Grazie all'elaborazione di alcuni specifici strumenti di lettura per guidare la visione e la comprensione dell'opera d'arte sarà possibile esprimere e fare conoscere gli strumenti linguistici relativi a specificità stilistiche, compositive, iconografiche e tecniche. Il progetto - che si rivolge a tre diverse fasce di pubblico: le scuole medie superiori, gli studenti universitari di materie storico-artistiche e storico-linguistiche, il pubblico adulto - è fondato in gran parte sul recupero e sulla sistematizzazione di una terminologia specifica, anche in relazione al tema della difesa della ricchezza della lingua dalla standardizzazione corrente.
Considerato il progressivo impoverimento linguistico anche nel settore che attiene alla sfera estetica, storica e interpretativa, si individueranno alcune fonti letterarie - di solito poco valorizzate sotto questo profilo - particolarmente indicate come supporto storico, critico e lessicale: le fonti della storiografia antica (con attenzione al linguaggio), i testi fondamentali della critica e della lettura "formale" fra Otto e Novecento; inoltre testi della trattatistica, erudizione e lessicografia storica e contemporanea attinenti il settore del costume, ma anche delle forme e degli stili, per applicare a esse una lettura articolata su più livelli critici e linguistici.
L'itinerario verrà costruito attraverso una scelta di opere ritenute significative dal punto di vista: dell'inserimento nel più generale percorso di storia dell'arte e dello stile, delle tecniche artistiche, dell'iconografia e del costume, del linguaggio. Saranno introdotti esercizi di scrittura, in cui giocano un ruolo importante la soggettività, l'interpretazione, l'evocazione.
Si tratta sostanzialmente di un percorso di avviamento alla lettura dell'opera d'arte e all'interpretazione degli stili, che può trovare autonoma applicazione in visite successive condotte autonomamente, anche presso altre raccolte. Si appronteranno infatti strumenti a stampa, provvisti di glossari, in grado di fornire strumenti di validità più generale rispetto ai singoli percorsi.
Al livello del "conoscitore" si può immaginare una "presentazione" di particolari delle opere attraverso diapositive, su cui fare esercizio di riconoscimento di epoche e aree geografiche; più che la memoria delle singole opere dovrebbe entrare in azione il "concetto" appreso su quell'opera.
Il maggiore impegno consisterà nel concentrare l'attenzione su: ciò che dell'opera si vede; ciò che di essa si comprende, eventualmente sulla base di una traccia critica, ma solo dopo aver stimolato, nel visitatore o allievo, la lettura senza strumenti dati; ciò che dall'opera si può trarre attraverso parametri interpretativi e storici dati (su stili, modi di comporre, rapporto luce/colore, rappresentazione dei volumi, delle ombre, ecc.). Si tratta in parte di un capovolgimento di prospettiva rispetto alle attuali consuetudini didattiche, fondate principalmente sull'informazione.
2 / "La scienza a tavola"
Museo del cielo e della terra, San Giovanni in Persiceto (Bologna)
[referente: Sonia Camprini]
Il Museo del cielo e della terra è un "museo diffuso", ovvero una struttura che si sviluppa sul territorio di San Giovanni in Persiceto, e non racchiusa in un unico edificio. Si compone di varie sezioni: un'area astronomica, con planetario e osservatorio astronomico, un orto botanico, un sistema di aree naturali e uno spazio laboratoriale per lo studio delle scienze della materia e della vita. Quest'ultimo, denominato "Tecnoscienza", si è sviluppato a partire da un progetto del Museo di fisica dell'Università di Bologna e dalla continua e proficua collaborazione con esso.
Il progetto "La Scienza a tavola", elaborato dalla sezione "Tecnoscienza", nasce con un obiettivo specifico, da attuarsi in un contesto sperimentale: riuscire a divulgare la scienza e l'attualità scientifica a dei soggetti adulti e della terza età in una dimensione inconsueta rispetto al contenitore museo, coniugando convivialità e intrattenimento - aspetti in genere alieni alla comunicazione scientifica - e utilizzando stilemi teatrali e animazioni interattive.
La popolazione adulta spesso è completamente a digiuno di conoscenza scientifica e difficilmente le fonti generaliste, come molti media, riescono a spiegare le dinamiche profonde sottese a questi temi. Il museo, luogo deputato all'apprendimento informale e all'approfondimento, deve quindi riscoprire inedite vie divulgative e nuove forme di intrattenimento intelligente. La cena, il momento conviviale per eccellenza, può divenire il luogo ideale in cui la scienza riesce ad accorciare le distanze fra sé e il pubblico.
Per abbattere le diffidenze che gli anziani potrebbero manifestare verso i temi scientifici, il percorso progettuale prevede una serie di incontri che saranno associati a una cena. Il primo incontro sarà legato al cibo e il titolo provvisorio è: "Il bar della scienza - quali esperimenti scientifici si possono fare con ciò che troviamo normalmente sulle nostre tavole?". Su alcuni temi particolari saranno presenti a tavola personaggi che impersoneranno scienziati di diverse epoche, ognuno assertore di teorie scientifiche antiquate (o moderne).
Il progetto si rivolge a soggetti adulti e della terza età e risponde alle sollecitazioni espresse dall'associazione culturale "Insieme per conoscere" di San Giovanni in Persiceto, affiliata all'Università "Primo Levi". In seguito potrà essere esteso ad altri soggetti analoghi su tutto il territorio regionale.
3 / "La città raccontata. Narrazioni e animazioni nella Reggio del passato e del presente"
Reggio Emilia
[referente: Attilio Marchesini (in collaborazione con Teatro dell'Orsa di Monica Morini e Bernardino Bonzani)]
Ripercorrere con l'aiuto di un narratore contemporaneo i percorsi della città antica, riscoprendo episodi storici e modalità del vivere quotidiano: è questo l'obiettivo principale di "La città raccontata", la rassegna estiva reggiana curata da Attilio Marchesini con il contributo della Confcommercio locale.
La visione dei monumenti e delle strade della città acquista fascino e significazione attraverso l'intervento di personaggi-attori che ripropongono nelle strade del centro storico antiche cronache e fanno rivivere noti episodi storici. Nelle sere d'estate, al lume di torce, la visione dei monumenti e delle vie della città acquista fascino e significazione attraverso performance teatrali che ripropongono racconti degli uomini illustri del passato ma anche più quotidiane abitudini e modi di comportamento dei cittadini.
Grazie a una formula originale - a metà tra la tradizionale visita guidata ai luoghi della città e lo spettacolo di animazione - l'iniziativa consente di riproporre nei diversi spazi della città elementi di memoria utili a una diversa fruizione degli spazi del quotidiano. L'edizione 2005 ha proposto tra giugno e luglio un percorso che da un antico borgo (il Mauriziano) e da un luogo letterario (la villa dell'Ariosto) si è spostato all'immediata periferia per raccontare la storia dell'industria reggiana, concludendosi alla Porta Santa Croce, dove sono state indagate le tracce presenti di una comunità del passato.
Nota
(1) Si vedano in proposito: M. Sani, Le visite non finiscono mai, "IBC", X, 2002, 3, pp. 30-32; M. Sani, L'Europa delle culture: sviluppare le competenze e la comunità professionale, "IBC", XI, 2004, 4, pp. 77-79.
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