Rivista "IBC" X, 2002, 3

musei e beni culturali / didattica, progetti e realizzazioni

In una società che ci mette periodicamente sotto esame, i musei possono fare molto per rendere più facile e piacevole la "formazione permanente" degli adulti. A sostenerlo è l'Unione Europea, che ha varato diversi progetti mirati. Uno di questi prevede la collaborazione dell'IBC.
Le visite non finiscono mai

Margherita Sani
[IBC]

Questo articolo, in una versione leggermente diversa, compare anche nel primo numero (luglio/agosto) de "il colibrì", il neonato bollettino bimestrale di informazione e ricerca sulla didattica museale diretto da Alba Trombini e allegato alla rivista "Museo in●forma" della Provincia di Ravenna. Una testimonianza, se mai ce ne fosse bisogno, della vivacità e dell'urgenza che caratterizzano la riflessione sulla divulgazione dei beni culturali nella nostra regione. Alla nuova testata vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro.

 

È ormai ampiamente riconosciuto che la società contemporanea si caratterizza per il ritmo sostenuto con cui cambiamento e innovazione introducono, non solo nella vita professionale, ma anche in quella di tutti i giorni, elementi di novità e talvolta di rottura tali da costringerci ad un continuo processo di adattamento e di revisione delle nostre conoscenze, delle nostre abilità e spesso anche dei nostri modi di guardare al mondo e alle cose. Non a caso la società in cui viviamo è stata definita come "società dell'apprendimento", per indicare come il processo di adattamento ad una realtà sempre più complessa e in continua trasformazione debba essere sostenuto da momenti di apprendimento che ci accompagnano per tutto l'arco della vita, sia che avvengano in modo informale, sia che si svolgano all'interno di contesti o percorsi formativi più strutturati.

Termini come "formazione permanente", "apprendimento continuo", "educazione degli adulti", sono diventati sempre più ricorrenti non solo nei discorsi degli addetti ai lavori, ma anche in tutti gli altri ambiti professionali che si sono lasciati permeare da questa impostazione, che forse non è errato definire come una vera e propria "filosofia di vita". L'apertura al confronto, la disponibilità ad allargare le proprie conoscenze e a modificare il proprio punto di vista sono strumenti indispensabili per inserirsi in modo fluido in una contemporaneità che di continuo ci propone nuove sfide. I dati statistici inoltre confermano che nelle società post-industriali sono più gli adulti coinvolti in progetti educativi, di quanti non siano gli studenti iscritti alle scuole elementari e secondarie.1 Siamo dunque in presenza di una domanda in forte crescita.

In ambito internazionale e comunitario, numerose sono state le iniziative intraprese da organismi quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), l'Unione Europea e il Consiglio d'Europa per diffondere la consapevolezza di quanto l'educazione permanente sia importante non solo per i singoli individui, ma soprattutto per la crescita della società nel suo complesso.

Può forse non risultare immediatamente evidente come i musei, che dalle origini si caratterizzano per la loro funzione educativa, possano o debbano relazionarsi a questo nuovo approccio che fa dell'apprendimento sia una necessità che una opportunità da offrire a tutti in modo continuativo. Eppure in quasi tutte le sedi più autorevoli in cui negli ultimi anni si è discusso di educazione permanente - dal Libro Bianco della Commissione europea del 1995, al documento conclusivo della V Conferenza sull'educazione degli adulti organizzata dall'UNESCO nel 1997 - si è identificato come obiettivo primario dell'educazione permanente il rafforzamento dell'identità culturale e si sono indicati i musei come luoghi ideali per realizzarlo.

I musei infatti offrono un ambiente dove è possibile apprendere anche in modo informale, sollecitando interessi, curiosità, esponendo gli individui ad una pluralità di stimoli - visivi, sensoriali, emotivi - e soprattutto facilitando il contatto con la propria memoria collettiva o con altre culture. In alcuni casi e in alcuni paesi ci si è spinti fino ad identificare i musei come luoghi particolarmente adatti per recuperare l'emarginazione sociale e favorire l'integrazione di segmenti svantaggiati della società.

In Italia possiamo dire che negli ultimi anni si sono registrati notevoli sforzi da parte di molti musei per ampliare l'offerta educativa, dimostrando maggiore consapevolezza nei confronti dei destinatari delle iniziative didattiche e utilizzando strumenti e metodologie per il trasferimento delle conoscenze più vari e coinvolgenti di quanto non sia la tradizionale visita guidata. Va detto però che, nel nostro paese in particolare, poco o nulla si fa per indirizzare la didattica museale ad un pubblico che da un punto di vista anagrafico oltrepassi la soglia della scuola media inferiore. Mentre moltissime sono le esperienze documentate che vedono come protagonisti di esperienze di apprendimento nei musei i bambini delle scuole elementari, scarsa è la presenza delle scuole superiori e quasi inesistente l'offerta formativa rivolta a un pubblico di adulti.

Rivolgendo la sguardo all'Europa il panorama si arricchisce, anche se molto ancora resta da fare per valorizzare appieno il potenziale educativo dei musei nei confronti di tutte le fasce di età. Alcuni progetti europei finanziati dal programma "Socrate" - che tra le altre finalità si propone di migliorare la qualità dell'educazione degli adulti tramite il riconoscimento e la diffusione di pratiche innovative ed eccellenti - hanno avviato azioni per recuperare questo ritardo, rafforzando i legami tra mondo dell'educazione permanente e mondo dei musei, e favorendo il trasferimento di conoscenze e pratiche da un settore all'altro.

 

Tra questi progetti ricordiamo innanzitutto "AEM (Adult Education and the Museum)", attivo tra il 1995 e il 1997 e finalizzato a raccogliere e rendere disponibili in una banca dati esempi di iniziative educative rivolte agli adulti nei musei dei quindici stati membri dell'Unione Europea. Il progetto ha evidenziato un vuoto di politiche culturali specificamente rivolte a sostenere la didattica per adulti in contesti museali, fatta eccezione per la Finlandia e il Regno Unito.

Molte delle iniziative selezionate e descritte nel rapporto finale del progetto "AEM" hanno avuto tra i destinatari famiglie, anziani, donne, minoranze etniche, giovani (secondo le statistiche, il gruppo che un museo attira a sé con maggiore difficoltà), tra i quali anche giovani in formazione-lavoro: quindi non un pubblico indifferenziato, ma segmenti specifici di popolazione adulta.2 Le attività intraprese sono state le più varie: dai corsi di lingua straniera (che in un museo sembrano avere maggiore successo che in altri luoghi, in termini di apprendimento), alla progettazione e organizzazione di mostre a cura del pubblico, al coinvolgimento in attività di scavo e cura di collezioni archeologiche, ecc.

I tratti distintivi che accomunano le iniziative selezionate dal progetto AEM e che ne fanno esempi di buona pratica sono:

- una chiara individuazione dei destinatari;

- la collaborazione con agenzie esterne al museo per la progettazione e la realizzazione degli interventi (centri di formazione per adulti, associazioni, ecc.);

- un modello didattico-comunicativo centrato sul destinatario, che ne prevede il coinvolgimento attivo (toccare gli oggetti, rielaborare significati con linguaggi diversi, animazioni teatrali, danza, ecc.)

- la presenza di un "mediatore culturale", cioè di una figura professionale specifica in grado di interagire con un pubblico di adulti, sollecitandone gli interessi, stabilendo legami tra il loro patrimonio di conoscenze ed esperienze e quanto viene sperimentato al museo;

- l'organizzazione di momenti (informativi, di divulgazione, ecc.) in cui il museo esce dalla propria sede e raggiunge i destinatari nel loro luogo abituale di lavoro o di residenza.

Il progetto ha evidenziato tuttavia l'esigenza di approfondire ed elaborare una metodologia specifica per sviluppare una didattica museale per adulti, perché normalmente si tende a riproporre il metodo adottato quando si ha a che fare con i bambini.

 

Il progetto "AEM" ha generato un secondo progetto, "MUSAEAM (Museums and Adult Education are More)", finanziato sempre all'interno del programma "Socrate" negli anni 1997-'99. Il progetto "MUSAEAM" ha tentato di mettere in pratica gli elementi indicati dal precedente "AEM" come caratteristiche che contraddistinguono l'eccellenza nella didattica per adulti nei musei, ed ha avuto come esito nel giugno del '99 l'organizzazione di una giornata aperta per l'educazione degli adulti nei musei partner del progetto (Louvre - Parigi, Tate Gallery - Londra, Museo di arti applicate e design - Göteborg, Neue Pinakotek - Monaco, Musei della città di Genova, Mucsarnok - Budapest).

Anche in questo caso i musei coinvolti hanno sperimentato attività fra le più varie, da animazioni a laboratori, a performance teatrali, che vengono descritte nel rapporto finale del progetto, in cui sono raccolti anche gli atti della conferenza "I diritti dei visitatori", organizzata nel luglio 2000 alla Tate Modern di Londra come momento conclusivo di "MUSAEAM".3

 

Il terzo progetto che prosegue il percorso avviato da "AEM" e "MUSAEAM" è l'"Euroedult" (programma "Socrate - Grundtvig IV"), che è attualmente in corso e si concluderà alla fine del 2003, e di cui l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) è uno dei principali partner. Individuando l'importanza della formazione dei cosiddetti "mediatori culturali" - cioè di coloro che hanno il compito di stabilire contatti tra istituti di educazione per gli adulti e mondo dei musei, e di progettare occasioni formative sfruttando l'enorme potenziale degli istituti dove si conserva il patrimonio culturale - il progetto intende costruire una sistema di riconoscimento di crediti formativi a livello europeo, che permetta la qualificazione dei professionisti del settore e garantisca la loro mobilità in ambito comunitario. In sintesi: una sorta di certificato europeo per chi si occupa della valorizzazione delle risorse conoscitive e informative dei musei in una prospettiva di formazione permanente.

Poiché il progetto, di durata triennale, è al suo secondo anno, sarà possibile a breve goderne i benefici anche a livello regionale. Nel periodo settembre-novembre 2002 viene infatti sperimentata, proprio in Emilia-Romagna, una unità didattica prevista dal percorso formativo ipotizzato per il "mediatore culturale": in particolare è stato attivato un corso di sessanta ore dedicato all'inglese specialistico per museologi, con particolare attenzione alla terminologia della didattica museale. Al corso - che ha chiuso le iscrizioni alla fine di luglio - partecipano venticinque tra direttori e operatori dell'Emilia-Romagna, ai quali sarà rilasciata una dichiarazione di competenze, spendibile, secondo lo spirito del progetto, non solo a livello locale ma in tutta Europa.

 

Ancora più interessanti le prospettive che si apriranno con "Collect and Share", un progetto triennale recentemente approvato sempre all'interno del contesto "Socrate - Grundtvig V", che ha l'obiettivo di attivare a livello europeo di una rete di musei, gallerie ed istituti di formazione o educazione per adulti, per raccogliere e diffondere casi di "buona pratica" nel campo dell'educazione permanente all'interno dei musei.

Il progetto sarà sostenuto dalla realizzazione di una banca dati europea contenente informazioni sulle attività educative per adulti svolte dai musei e disponibile in più lingue (l'IBC ne ospiterà una sezione nel suo sito), oltre che da seminari e incontri internazionali, di cui lo stesso IBC sarà il coordinatore a livello regionale.

Per gli operatori didattici e quanti nei musei della nostra regione si occupano di educazione e comunicazione potrebbero nascere interessanti momenti formativi e occasioni di confronto con colleghi che, in altri paesi da più tempo e potendo contare su una tradizione maggiormente consolidata, si occupano di educazione degli adulti all'interno dei musei.

A questo si aggiungerà nel 2003 una pubblicazione in italiano che raccoglierà in traduzione i contributi più significativi contenuti nei rapporti finali dei progetti "AEM" e "MUSEAM" (oltre a testi inediti) e che potrà rappresentare la base teorica e conoscitiva condivisa per avviare anche nel nostro paese una riflessione più puntuale sui temi dell'educazione degli adulti e dei musei, incoraggiando e sostenendo al tempo stesso sperimentazioni in questo ambito.

Note

(1) Ricerca OECD - UNESCO 1994 sulla formazione e l'educazione degli adulti in Canada, con dati comparativi riferiti a Svizzera, Stati Uniti d'America, Paesi Bassi, Polonia. Questi dati sono parzialmente pubblicati in P. Bélanger - S. Advielso, The emergence of learning societies: who participates in adult learning?, Pergamon, UIE, 1997.

(2) B. Martin (ed.), Adult Education and the Museum, Final Report on the Socrates Project TM-AE 1-995-DE-1 supported by the DG XXII of the European Commission, Bonn, DVV, 1999.

(3) J. Thinesse-Demel (ed.), Education as a Tool for Museums, Final Report on the Socrates Project MUSAEAM , Budapest, 2001.

 

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it