Rivista "IBC" XII, 2004, 3

biblioteche e archivi / mostre e rassegne

"Andar ridisognando il mondo. Atlante immaginario di Gianni Valbonesi", Modena, Biblioteca civica d'arte "Luigi Poletti", 16 settembre - 4 dicembre 2004.
Mondi disognati

Stefano Luppi
[storico dell'arte, collaboratore della Biblioteca civica "Poletti" di Modena]

Valorizzare il patrimonio antico attraverso il confronto con l'arte contemporanea è sempre buona cosa, soprattutto se il patrimonio è quello delle biblioteche di conservazione, che rispetto ai musei vengono purtroppo spesso trattate come parenti poveri. Se poi, come nel caso che qui illustriamo, l'antico è pressoché inedito e di qualità e il moderno è rappresentato dall'opera di Gianni Valbonesi, uno dei più noti artisti fuoriusciti dall'effervescente clima modenese degli assi Sessanta e Settanta, allora l'iniziativa diventa ottima. La Biblioteca civica d'arte "Luigi Poletti" di Modena ordina nelle sue sale, tra i libri quotidianamente consultati da molti studenti e studiosi, "Andar ridisognando il mondo. Atlante immaginario di Gianni Valbonesi" (dal 16 settembre al 4 dicembre 2004).

L'evento, ideato da Carla Barbieri, è stato organizzato in concomitanza con il Festival della filosofia, quest'anno proprio dedicato al "mondo" in ogni sua accezione: per questo gli orari della mostra seguono quelli di apertura quotidiana della Biblioteca (per informazioni si può telefonare allo 059200370, www.comune.modena.it/biblioteche/poletti) tranne i giorni dal 17 al 19 settembre quando, parallelamente agli incontri organizzati in città e provincia con filosofi e intellettuali, i visitatori potranno vedere le opere dalle 9 alle 23 con orario continuato.

Visitando l'esposizione una delle prime sensazioni che si provano è lo spaesamento dato dalla possibilità di osservare da un punto di vista inusuale la cinquantina di mappe e carte databili al XVIII e XIX secolo e relative a Modena, all'Italia, a regioni più o meno lontane o vicine. Valbonesi infatti non si propone solo di rappresentare realisticamente il mondo, ma crea nuove geografie partendo da copie cartografiche originali. L'appuntamento ha avuto una lunga preparazione perché l'autore ha impiegato molte settimane per ponderare i circa mille pezzi, in via di inventariazione definitiva, conservati alla "Poletti" e sceglierne alcuni fatti poi riprodurre in fac simile su una carta davvero magnifica e quasi "antica" al tatto. L'ultima fase del lavoro è stata naturalmente quella creativa, con l'artista (nato a Roma ma sempre vissuto a Modena) che è intervenuto con collages, ritagli, inserimenti e piccoli disegni a pastello e gouache utili a dar vita a questo atlante che lo avvicina a cartografi dell'immaginario come Giulio Verne, gli artisti dada, Borges con le sue costruzioni letterarie o anche il fotografo Luigi Ghirri.

Immaginario sviluppato e ampia fantasia sono del resto nel bagaglio dell'autore, che fin dagli inizi della sua carriera non ha mai esitato a rimescolare i linguaggi "alti" della cultura con quelli "bassi" della comunicazione di massa. Valbonesi tra l'altro è tra i fondatori dell'Ufficio grafica del Comune di Modena, una delle prime esperienze italiane in questo senso, analizzata di recente nel volume 100 manifesti fuori dal comune. Trent'anni di comunicazione del Comune di Modena dove Edmondo Berselli nota che negli anni Settanta si sviluppa un bisogno delle amministrazioni locali di mettersi in contatto diretto e visivo con i cittadini, sostanzialmente nei filoni della politica, dell'intrattenimento anche d'avanguardia e del sistema civico generale.

Si può dire quindi, parafrasando il titolo di una recente esposizione milanese, che Valbonesi realizza "segni e sogni" della Terra, tanto è legato alla cartografia e alle mappe, che rappresentano per lui il simbolo di un viaggio spaziale e mentale; da molti anni le utilizza nelle sue opere e una operazione culturale simile a quella qui illustrata è stata eseguita su un nucleo di mappe catastali di Carpi nel 1987. Il visitatore, lasciando l'istituto dopo aver ammirato l'atlante "ridisognato" da Gianni Valbonesi, non potrà che riconoscersi in una sua frase pronunciata anni fa: "Vorrei che il mio lavoro andasse sempre più allo sguardo, attento, degli altri; vorrei influisse sul loro stato d'animo".

 

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