Rivista "IBC" XI, 2003, 4
Dossier: L'IBC per l'Europa
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /
I programmi comunitari sono stati e continuano ad essere uno strumento primario nell'integrazione dei paesi europei. Sostenendo progetti inquadrati in linee prioritarie di intervento, l'Unione Europea da una parte concorre finanziariamente allo sviluppo del territorio, dall'altra conduce ad una cooperazione stretta fra paesi diversi, motivati attraverso la progettazione transnazionale alla realizzazione di obiettivi comuni e alla condivisione di prassi operative e gestionali. A circa due lustri dalle prime partecipazioni a progetti finanziati dall'Unione Europea si delinea con una certa chiarezza il livello di interesse e di coinvolgimento dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) nella programmazione comunitaria nel campo dei beni culturali e non solo.
La cooperazione scientifica con altri paesi aveva già una lunga e consolidata tradizione ricca di mostre, convegni, scambi culturali. Ancor prima di entrare nella logica di cooperazione e sostegno voluta dall'Unione Europea, scienza e, per così dire, finanza si erano già felicemente unite alla fine degli anni Ottanta con la partecipazione ad una delle esperienze di maggior successo culturale nel campo del libro antico, che tuttora ci vede coinvolti in un costante crescendo di attività e diffusione: il Consortium of European Research Libraries (CERL). Il CERL ha prodotto e aggiorna quotidianamente la banca dati Hand Press Book (HPB) che permette agli studiosi di tutte le discipline un accesso comodo e affidabile a più di un milione di record del patrimonio a stampa europeo dalle sue origini fino al 1830 circa. Il numero dei record contenuti in HPB è in costante crescita; i dati vengono forniti dalle biblioteche appartenenti al CERL, che associa circa 60 importanti istituti, tra cui alcuni dell'Europa dell'Est. Ricordiamo fra i tanti la British Library, la Bibliothèque Nationale de France, la Bayerische Staatsbibliothek, l'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) e le biblioteche nazionali italiane, la Biblioteca nazionale di Russia, importanti università e centri di studi. Ha inoltre varato il Thesaurus File, che contiene i nomi di luogo, editori e tipografi, autori, e fa sì che gli studiosi possano fare ricerca indipendentemente dalle possibili varianti nella forma dei nomi usati nei vari cataloghi, forniti dalle biblioteche associate di tutta Europa. Dal 2000 la Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC ha studiato e messo in atto un sistema di consultazione della banca dati, di monitoraggio e informazione, aperto ad un insieme di biblioteche del territorio scelte secondo criteri di rilevanza del patrimonio, esperienza di catalogazione partecipata e copertura omogenea dell'area regionale. Il CERL e i suoi prodotti sono interamente finanziati dai partecipanti: pur essendo quindi un progetto di lungo respiro ed europeo per vocazione e strategia, che molto ha fatto e continua a fare per quella integrazione delle risorse e delle persone che anima le iniziative comunitarie, non rientra nel quadro amministrativo della Commissione.
È importante notare quanto l'Istituto sia sempre stato attento alle
opportunità di progettazione che si aprono in un ventaglio quanto mai vario di
programmi e iniziative comunitarie, da quelle destinate esplicitamente alla
valorizzazione del bene culturale, a quelle dedicate alla formazione, alla
tecnologia, allo sviluppo del territorio. Proprio un programma a sicura
vocazione tecnologica come il IV Programma Quadro, vide la prima partecipazione
della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC ad un progetto
europeo propriamente inteso. Anche in quel programma di ricerca e sviluppo della
seconda metà degli anni Novanta era forte la chiamata alla cooperazione come
strumento di attuazione delle politiche comunitarie e di coagulo fra commercio,
industria, mondo accademico e istituzionale. In particolare, l'area dedicata
alle applicazioni telematiche vedeva un interesse del tutto specifico della
Commissione verso le biblioteche. Ben si inseriva dunque il progetto "CASA
(A Cooperative Archive of Serials and Articles)", guidato dall'Università
di Bologna insieme con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), i centri
International Standard Serial Number (ISSN) di Parigi, Roma, Atene e Oslo, l'ICCU,
l'Università di Edimburgo e, appunto, la Soprintendenza, destinato a
realizzare un sistema cooperativo per la registrazione e l'identificazione e
metacatalogazione dei periodici, offrendo all'utente finale un'interfaccia
amichevole per l'accesso ai documenti e ai servizi ad essi collegati, quali la
localizzazione dei periodici e dei database rilevanti.
Il progetto rispondeva a livello comunitario all'intento programmatico di accelerare la connessione in rete, ridurre la disparità dei servizi offerti nei paesi dell'Unione e ottimizzare l'uso delle risorse, attraverso lo sviluppo dei sistemi di gestione delle biblioteche, delle applicazioni telematiche per l'interconessione dei servizi bibliotecari, dello sviluppo dei sistemi bibliotecari per l'accesso a fonti di informazione prodotte e distribuite in rete. A livello locale il progetto rispondeva alle esigenze di diffusione, valorizzazione e conoscenza del patrimonio librario presente sul territorio. Se la partecipazione al CERL aveva per così dire aperto la strada ad una gestione comune di risorse anche economiche, "CASA" era la prima esperienza formale di cooperazione anche finanziaria fra paesi diversi secondo le prescrizioni e i regolamenti della Commissione.
La partecipazione dell'IBC ai programmi tecnologici prosegue oggi con il
progetto "EPOCH" inserito nel VI Programma Quadro, che verrà
separatamente descritto [si veda il contributo di Franco Niccolucci nel
prosieguo di questo dossier, ndr]. Del tutto particolare è invece il
coinvolgimento nel V Programma Quadro, grazie alla collaborazione con il
progetto "Minerva", che coordina le politiche sulle nuove tecnologie
dei ministeri alla cultura dei paesi dell'Unione; l'Istituto, in
rappresentanza del Coordinamento degli assessori alla cultura delle regioni e
delle province autonome, garantisce il legame con il territorio e la visibilità
regionale in un paese dove la gestione dei beni culturali spetta in larga misura
agli enti locali. Particolare attenzione viene dedicata alla qualità dei siti
web, al benchmarking, ai metadati; la partecipazione ai gruppi di lavoro ha
consentito anche in molti casi la diffusione di esperienze in campo digitale
realizzate a livello locale da musei e biblioteche comunali, oltre a dare conto
delle politiche regionali in materia [per maggiori dettagli sul progetto
"Minerva" si veda il contributo di Maria Pia Guermandi nel prosieguo
di questo dossier, ndr].
Il Programma di iniziativa comunitaria "Adapt BIS" (dove
"BIS" sta per "Building the Information Society", ma indica
anche il secondo ciclo progettuale di una iniziativa sorta nel 1994) era nato
per finanziare progetti espressamente finalizzati all'adattamento della forza
lavoro davanti ai mutamenti industriali, per il sostegno dell'occupazione e la
crescita dell'impresa, il rinnovo delle qualifiche professionali più in
generale. I progetti venivano finanziati su assi relativi a formazione,
orientamento e consulenza, anticipazione e promozione dei collegamenti in rete e
delle nuove opportunità di lavoro, adeguamento di strutture e sistemi,
informazione e sensibilizzazione. Caratteristica non secondaria e comune a tutti
programmi europei era la transnazionalità, attraverso la quale trovare momenti
di applicazione e condivisione delle risorse con colleghi degli altri paesi,
vera e propria volontà di intervento e integrazione non solo sui beneficiari
finali dei progetti, ma ancor prima sui realizzatori degli stessi, che hanno
dovuto trovare un passo comune e, appunto, "adattare" i propri ritmi e
le proprie prassi amministrative e lavorative. In questo Programma, l'Istituto
si presentò nel 1997 come promotore e come partner con due diversi progetti:
"ASCESI" e "Cu.L.Tur.A.".
"ASCESI (Adattamento del settore della cultura e dell'editoria alla società dell'informazione)", promosso dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC, ha visto come partner: Amitié srl; Associazione italiana editori (AIE); Ente cooperativo per l'apprendimento (ECAP) Emilia-Romagna, Bologna; Centro italiano di documentazione sulla cooperazione e l'economia sociale, Bologna; Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche (FAST), Milano; Associação p/o Desenvolvimento, Investigação e Inovação Social, Lisbona (Portogallo); Chambre Régionale de Commerce et d'Industrie Bretagne, Rennes (Francia); Institut Universitaire de Technologie, St. Nazaire (Francia); Haringey Council Central Library, Londra (Regno Unito). Dopo un'attenta analisi occupazionale condotta fra le case editrici italiane e, in particolare, emiliano-romagnole, il progetto ha sviluppato dei materiali didattici destinati al mondo dell'editoria per un corretto rapporto nella realizzazione di contratti con il settore pubblico, per una politica commerciale e marketing on-line, per la valutazione dell'impatto delle nuove tecnologie sull'editoria di cultura e per lo studio delle tecniche di promozione editoriale in libreria. I moduli erano disponibili on-line ma, in tempi di ancora limitati accessi alla rete, disponibili anche presso salette multimediali realizzate presso la Soprintendenza e presso la biblioteca del Centro di documentazione sulla cooperazione: si saldavano quindi settore pubblico e privato, ricerca, formazione e biblioteche, promozione delle nuove tecnologie come mezzo e non come fine. A molti anni dalla fine del progetto, non sono infrequenti ancora oggi richieste di uso dei moduli prodotti e richieste di ulteriori informazioni.
Il progetto "Cu.L.Tur.A. (Cultura, lavoro, turismo, arte. I beni museali e l'informazione tecnologica nell'Emilia-Romagna per visitatori/turisti/cittadini europei)" fu realizzato invece all'interno del progetto "Regiones BIS" della Regione Emilia-Romagna ed ebbe un partenariato numeroso che comprendeva anche: Consorzio Formazione, idee, azioni (FIA), capofila; IAL Emilia-Romagna; Istituto per gli studi e la consulenza (ISCOM) Emilia-Romagna; Sin.Form (il consorzio di riferimento degli enti di formazione professionale dell'Emilia-Romagna promossi dalle forze sociali); Nomisma; Centro regionale per il catalogo e la documentazione (CRC); IAM - Iniziative d'arte e musei srl; Sindacato nazionale artisti CGIL; Province di Bologna, Piacenza, Rimini; Unione albergatori Emilia-Romagna; Federazione italiana pubblici esercizi (FIPE); Università di Bologna, Facoltà di economia (sede di Rimini); varie scuole ad indirizzo artistico della regione. Furono realizzati un CD-ROM dedicato ai musei storico-artistici e una ricerca sulle figure professionali legate alle nuove tecnologie nei musei. Lo sviluppo di "Adapt", nell'odierna iniziativa "Equal", non prevede la partecipazione diretta degli enti pubblici, ma la Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC è lo stesso impegnata nello steering committee del progetto "ABSIDE", teso alla formazione in biblioteca e per la biblioteca.
Uno strumento principe per la realizzazione di progetti nel settore dei beni
culturali è naturalmente rappresentato dal Programma "Cultura 2000"
che, nel corso degli anni, ha visto l'Istituto protagonista in diverse
occasioni. "Cultura 2000" intende contribuire alla promozione dello
spazio culturale comune dei popoli europei, sostenendo la cooperazione fra
artisti, operatori culturali, promotori pubblici e privati, le istituzioni
culturali degli Stati membri e di altri paesi ammessi alla partecipazione.
Quattro sono i progetti che hanno visto attivo l'Istituto:
"Terpsychore", "Les chemins de la mémoire",
"PAPHE", "ECA". I primi due progetti sono stati seguiti
dalla Soprintendenza per i beni librari nel campo della catalogazione dei video
di danza e dei luoghi della memoria legati ai conflitti mondiali.
"Terpsychore" - nato all'interno del Programma "Raffaello", poi confluito in "Cultura 2000" - ha avviato e coordinato la realizzazione di un network di archivi di video sulla danza e la salvaguardia della loro memoria storica. Si è inteso creare e rafforzare una coscienza per la dimensione europea della storia della danza come fondamentale fattore culturale e artistico. Il progetto ha avuto come coordinatore il Deutsches Tanzfilminstitut di Brema (Germania) e come altri partner, oltre all'IBC, il Vlaams Theater Institut di Bruxelles (Belgio), l'Associazione "Napoli Danza" di Napoli e i partner associati Riccione Teatro, Teatro Valli di Reggio Emilia, Polski Osrodek di Varsavia (Polonia), Magyar Tancmuveszek Szovetsege di Budapest (Ungheria), Carina Ari Stiftelsen di Stoccolma (Svezia), VideoPlace di Londra (Regno Unito). È stato realizzato un OPAC (On-line Public Access Catalogue) in quattro lingue (francese, inglese, italiano e tedesco) e messa in atto l'analisi e importazione dei dati catalografici prodotti dagli altri partner nel database comune; è stata inoltre costituita una banca dati sulle videoteche teatrali presenti nei paesi partner del progetto e sono stati restaurati 980 video, di cui 120 appartenenti ad Aterballetto di Reggio Emilia [sul progetto "Terpsychore" si veda l'articolo di Vincenzo Bazzocchi e Manuela Cristoni sul n. 1/2003 di "IBC", ndr].
"Les chemins de la mémoire" ha visto come capofila il Mémorial de Caen (Normandia-Francia) e come partner Haus der Geschichte der Bundesrepublik Deutschland - Bonn (Germania), D-Day Museum - Portsmouth (Regno Unito), Museo de la Paz - Gernika (Spagna); CEGES - Centre d'Etudes et de Documentation Guerre et Sociétés contemporaines - Bruxelles (Belgio). Il progetto ha costruito un sito web in 5 lingue sui luoghi di memoria dei sei paesi partner del progetto relativi alla Prima e Seconda guerra mondiale in Europa e alla Guerra civile spagnola. Per ogni luogo di memoria è stata realizzata una scheda storica e una scheda turistica con l'indicazione delle località da visitare e con il corredo di immagini fotografiche in bianco e nero e a colori [sul progetto "Les chemins de la mémoire" si veda il dossier a cura di Vito Paticchia e Paolo Zurzolo sul n. 3/2003 di "IBC", ndr].
Il progetto "PAPHE (Présent et Avenir du Patrimoine Architectural Hospitalier Européen)" è stato proposto dagli Ospedali di Parigi e presentato con la partecipazione di sette istituzioni appartenenti a paesi europei diversi, con l'IBC (Servizio beni architettonici e ambientali) a rappresentare l'Italia. Il progetto ha inteso valorizzare il patrimonio architettonico ospedaliero, partendo dalla considerazione che fin dal Medioevo i modelli ospedalieri si sono divulgati in Europa in modo abbastanza omogeneo. Questi luoghi sono pertanto portatori di una doppia testimonianza: della storia dell'architettura da un lato, della storia sanitaria (che è la storia stessa della società) dall'altro [sul progetto "PAPHE" si veda l'articolo di Micaela Guarino sul n. 2/2002 di "IBC", ndr].
Il collezionismo estense è stato protagonista del progetto "ECA (Este Court Archives)", condotto dalla Provincia di Ferrara con un partenariato tedesco, francese e ceco costituito da musei che ospitano opere di provenienza ferrarese, il Consorzio interuniversitario per il calcolo automatico (CINECA) di Bologna e con l'associazione dell'IBC (Servizio musei e beni culturali) e dell'Hermitage di San Pietroburgo (Russia). Sono state create una banca dati e un sito web, che hanno consentito un utile confronto fra le tradizioni catalografiche e la ricostituzione virtuale di un patrimonio altrimenti disperso.
A conferma della varietà dei programmi che, indipendentemente dalla specifica
vocazione, consentono la presentazione di progetti legati ai beni culturali, l'IBC
è al momento fortemente impegnato nel Programma di iniziativa comunitaria
"Interreg" che ha come obiettivo prioritario il rafforzamento della
coesione economica e sociale dell'Unione Europea e lo sviluppo equilibrato del
territorio comunitario. L'IBC (Servizio beni architettonici e ambientali)
opera all'interno del progetto "Castrum", guidato dalla Regione
Piemonte, che valorizza i territori e le città minori dell'arco mediterraneo
caratterizzati dalla presenza di castelli, di torri di avvistamento, di cinte
murarie, promuovendo l'utilizzo di alcuni di questi edifici come punti
esemplari di attività espositive, di animazione, di documentazione. Particolare
attenzione è stata posta nell'individuare aree che, caratterizzate nei secoli
da flussi importanti testimoniati dall'incastellamento, sono oggi a rischio di
abbandono. L'azione abbraccia otto regioni italiane e due spagnole.
Come capofila, l'IBC conduce attraverso il proprio Servizio musei e beni culturali il progetto "ITER", che sta sviluppando strumenti tecnici e metodologici innovativi per identificare, proteggere e valorizzare le terme storiche di un itinerario ideale che va dall'Emilia-Romagna al Veneto, dal Friuli Venezia Giulia all'Austria, fino all'Ungheria, alla Romania, alla Bulgaria e alla Grecia. Lo studio e l'applicazione di una scheda catalografica complessa che renda conto dei siti, degli edifici, delle opere d'arte presenti e della loro georeferenziazione, vogliono creare un sistema integrato alle ricchezze non solo terapiche delle terme. Si vuole correlare lo sviluppo spaziale delle terme storiche con gli altri sistemi informativi esistenti, quali le carte del rischio, per un'informazione completa e dettagliata destinata agli enti pubblici e privati interessati allo sviluppo delle aree. Un itinerario culturale collegherà, per un pubblico più vasto, le località prese in esame.
Nella presente fase del Programma "Interreg" l'IBC si presenta alla nuova selezione progettuale ora in corso con altri due partenariati, per progetti sull'archeologia romana e sulle ville e dimore storiche. È evidente come tutti questi progetti siano la naturale estensione delle attività dell'Istituto, che spazia dai beni storico-artistici a quelli ambientali e architettonici, in piena coerenza con le politiche della Regione in materia.
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