Rivista "IBC" XI, 2003, 4

Dossier: L'IBC per l'Europa

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La Regione Emilia-Romagna e i progetti europei

Michele Migliori
[Servizio Politiche europee e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna]

Il processo di integrazione europea ha conosciuto in questo ultimo anno una spinta evolutiva con l'ingresso di dieci nuovi Stati membri, l'avvio di un approfondito confronto sulla riforma delle istituzioni europee e il delinearsi di un nuovo trattato costituzionale. Queste nuove sfide pongono le Regioni italiane come soggetti istituzionali attivi e in grado di esprimere, attraverso le proprie politiche, la volontà di partecipare al grande progetto europeo di affermazione di un modello di sviluppo solidale e sostenibile. Le Regioni italiane, d'altra parte, partecipano al processo di integrazione europea non solo in qualità di interlocutori e "attori" istituzionali nell'applicazione delle politiche e della normativa comunitaria, ma anche come soggetti catalizzatori di interessi pubblici e privati espressi dal territorio e in grado di intercettare le opportunità finanziarie offerte dalla Unione Europea, coniugandole con le proprie politiche di intervento.

La Regione Emilia-Romagna già da diversi anni ha organizzato proprie strutture amministrative e operative per la gestione di norme afferenti a politiche comunitarie consolidate, politiche che in Italia il processo di decentramento ha trasferito alle Regioni (per esempio: la politica agricola, quella della pesca, quella ambientale, quella di coesione territoriale). A partire dalla fine degli anni Ottanta, con l'entrata in vigore dell'Atto Unico europeo (1987) e a seguito della prima riforma dei Fondi strutturali europei, è stata avviata la prima programmazione pluriennale dell'utilizzo di tali Fondi effettuata di concerto fra Commissione Europea/Stato/Regioni. In tal modo le Amministrazioni regionali hanno sviluppato linee operative e procedure che hanno consentito nel corso degli anni di programmare l'utilizzo e la gestione delle risorse comunitarie assegnate dall'Unione Europea.

Con il periodo 2000-2006 si è avviata la terza generazione di programmi regionali sostenuti dai Fondi europei a finalità strutturale secondo le linee di orientamento previste da "Agenda 2000", che rappresenta il quadro di riferimento programmatico dell'Unione Europea. In tale periodo la Regione Emilia-Romagna ha programmato un complesso di interventi sul proprio territorio regionale che prevedono contributi comunitari per complessivi 1.115 milioni di euro, a cui si aggiungono circa 1.315 milioni di euro di cofinanziamenti nazionali. Tali interventi rappresentano la parte preponderante sia in termini finanziari che di impegno burocratico e amministrativo della Regione nei confronti dell'azione europea diretta alle regioni. Gli interventi sono per la maggior parte attivati tramite programmi territorializzati e intersettoriali che prevedono in alcuni casi la gestione delegata di quote di risorse da parte degli Enti locali regionali, in particolare delle Province (per maggiori dettagli si veda anche il portale tematico www.spazioeuropa.it).

Negli ultimi anni le Regioni sono sempre più coinvolte anche nella gestione e attuazione di progetti non finanziati dai Fondi strutturali, ma da altre risorse del bilancio dell'Unione Europea: questi progetti fanno riferimento a un insieme di programmi o azioni che la Commissione Europea gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso bandi. Queste "azioni dirette" si inseriscono nell'ambito di specifici programmi che hanno l'obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate (agricoltura, ricerca, tutela dell'ambiente, trasporti) o di creare le basi per l'attivazione di nuove politiche comuni (sociale, cultura, reti transeuropee, turismo, ecc.).

Comprendere il grado di coinvolgimento di un'amministrazione regionale nei vari campi dell'intervento comunitario può rappresentare una misura dell'intensità di partecipazione attiva al processo di integrazione europea. Da alcuni anni la Regione Emilia-Romagna elabora uno specifico documento che analizza e porta a conoscenza il complesso di attività gestite annualmente dall'Amministrazione regionale col sostegno dell'Unione Europea. L'Eurorapporto fornisce quindi un'idea di come l'Emilia-Romagna intende essere regione europea, mettendosi in rete con altre realtà regionali e utilizzando le risorse finanziarie europee.

Il Sesto Eurorapporto (www.regione.emilia-romagna.it/web_gest/sestoeurorapporto.pdf) prende in esame le attività svolte nel 2002. Le attività che la Regione gestisce col sostegno dei fondi strutturali fanno riferimento a quattro programmi principali: il programma "Obiettivo 3" finalizzato all'ammodernamento dei sistemi di formazione e istruzione e alle politiche occupazionali, il Piano regionale di sviluppo rurale, il programma "Obiettivo 2" per il sostegno di alcune aree regionali con problemi strutturali e il programma "Pesca" per interventi strutturali nel settore della pesca e dell'acquacoltura. Accanto a questi programmi si collocano altre specifiche iniziative sostenute anch'esse dai Fondi strutturali. Il programma "Leader plus", dedicato allo sviluppo rurale in un'ottica di approccio locale integrato, è stato attivato sul territorio regionale attraverso il finanziamento di quattro Gruppi di azione locale (GAL) che attuano ciascuno un piano d'azione riferito a specifiche e limitate aree regionali. Il programma "Equal" ha finanziato 19 progetti finalizzati alla lotta contro le diseguaglianze nel mercato del lavoro.

Un impegno particolare è stato rivolto all'avvio di progetti di cooperazione transeuropea che fanno riferimento all'Iniziativa comunitaria "Interreg III"; la Regione Emilia-Romagna è fra le regioni europee con il numero maggiore di progetti finanziati (21), partecipando in qualità di capofila (4) o di partner a progetti che fanno riferimento ai settori dei trasporti, del turismo, dei beni culturali, dell'ambiente e delle politiche sociali. La partecipazione a queste iniziative a valenza transnazionale evidenzia sempre più la propensione della Regione a stabilizzare reti relazionali con realtà, istituzionali e non, di altri stati membri, interpretando anche sollecitazioni che si esprimono ai vari livelli locali del territorio regionale.

L'ingresso dei nuovi paesi nell'Unione Europea ha permesso alla Regione di sperimentare specifiche forme di collaborazione internazionale, sostenute da fondi europei, attraverso la partecipazione a progetti ("Twinning amministrativi") di sostegno alle Amministrazioni centrali e locali ungheresi nella programmazione e nell'utilizzo dei fondi strutturali. Tali forme di collaborazione rappresentano un interessante campo d'azione per le Regioni, che possono trasferire il proprio know-how tecnico e amministrativo ai nuovi stati membri impegnati nel difficile compito di recepire l'ampia e complessa normativa comunitaria e a partecipare ai numerosi programmi europei.

In attuazione delle linee di politica ambientale, attivate dallo strumento finanziario "Life", la Regione ha partecipato a sette progetti, quattro dei quali finalizzati alla tutela di habitat naturali a rischio. Nel quadro dell'azione comunitaria nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico, la Regione partecipa attualmente con proprie strutture a sei progetti di ricerca, che fanno riferimento in modo particolare al settore della meteorologia.

Altre attività realizzate nel 2002 si riferiscono a specifici programmi europei: nell'ambito di "Cultura 2000", che intende favorire la diffusione della cultura dei popoli europei attraverso la cooperazione tra organismi e operatori culturali e le istituzioni degli Stati membri, la Regione ha partecipato a tre specifici progetti. Iniziative mirate sono state inoltre sviluppate in riferimento al programma "Leonardo da Vinci" (3 progetti), "Socrate" (3 progetti), "Raffaello", "Gioventù", "Stop", "Urb-AL" (con 1 progetto ciascuno). Cinque progetti specifici sono stati inoltre finanziati in settori considerati prioritari dalla Commissione Europea, in particolare nell'ambito delle politiche sociali per il sostegno a progetti relativi alla assistenza agli anziani, alla promozione delle pari opportunità, alla lotta contro il razzismo e la xenofobia, ad azioni in favore degli immigrati.

A conclusione di questa sintetica descrizione, forse è ancora presto per parlare di una "mentalità europea" acquisita a livello di istituzione, ma si può senza dubbio affermare che è in atto una sempre maggiore sensibilizzazione verso le politiche europee e un crescente interesse alla cooperazione internazionale della Regione Emilia-Romagna nei suoi vari settori di intervento.

 

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