Rivista "IBC" XXVI, 2018, 3

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / storie e personaggi

Gli studi fotografici a Cesena e Forlì dal 1850 al 1950.
Gli scatti di casa

Guia Lelli Mami
[Bibliotecaria, studiosa dʼarte e di fotografia]

Chi introduce la fotografia a Cesena e Forlì?

Una donna: la fotografa francese Josephine Dubray, allieva dello scienziato Daguerre, inventore del dagherrotipo.

La Dubray nel dicembre 1845 è a Forlì dove ottiene una lettera di raccomandazione da Luigi Pio per Vincenzo Fattiboni di Cesena, padre di Zellide, lettera che viene riportata per intero nelle famose Memoriedella storica. Nel commentare questa lettera Zellide Fattiboni ricorda anche che la francese eseguì con gusto e tecnica i ritratti dei suoi genitori.

A Cesena la Dubray continua la sua attività fotografica, conosce il futuro sposo, il noto pittore cesenate Antonio Pio (1809-1871) e con lui inaugura e gestisce un laboratorio in via Dandini 3 dove realizza e mette in commercio i suoi dagherrotipi che usa firmare di traverso, in basso a destra. Nel 1856 lo stabilimento viene acquistato dal fotografo Luigi Zanoli (1815-1900) la cui attività appare documentata dal 1874: nel 1876 fonda lo stabilimento Fotografia Cesenate ubicato presso la sua abitazione, casa Zanoli in contrada Dandini n. 3, che sarà in funzione sino al 1885 circa.

Zanoli prosegue il lavoro anche dopo lo scioglimento della ditta nel 1885 e, da quest’anno al 1890 circa, opera con il giovane fotografo Augusto Casalboni (1866-1929) con la ragione Fotografia Zanoli, Cesena, contrada Dandini n. 3, come risulta dalla grafica sul verso dello stesso cartoncino che riporta A. Casalboni sul recto.

Solo attorno all’anno 1893 Augusto Casalboni, colto ed esperto, rileva lo studio ed entra così a far parte dell’élite dei fotografi cesenati: dal 1905 nei numerosi cartoncini formato Carte de Visite, Cabinet, Margherita, Budoir, Mignon l’indirizzo cambia in via Mazzini n. 9.

Con il passare degli anni Casalboni dimostra di essere uno dei migliori professionisti di Romagna: a conferma la medaglia d’argento vinta all’Esposizione di Faenza nel 1908 e un diploma di speciale benemerenza per la fotografia all’Esposizione forlivese del 1921.

Da alcune cartes de visite rinvenute si desume che già intorno al 1865 operi a Cesena Giuseppe Soldati ma di lui non si hanno notizie. In questi anni altri fotografi cominciano la loro attività inaugurando laboratori.

Luigi Gazzoni (1852-1904) è attivo, dapprima nella Fotografia Cesenate dal 1876 al 1885 circa, in contrada Dandini n. 3:

Gazzoni cede l’attività ad Amedeo Giovannini (1874-1954) e ad Erardo Lugaresi (1874-1968) che gestiscono il laboratorio fotografico dal 1901 al 1918 sempre in contrada Dandini n. 15, quindi nella sede madre.

Nel 1919 Amedeo Giovannini compare come unico proprietario ma con indirizzo in via Mazzini n. 15 poi, nel 1925, in corso Umberto I n. 12.

Alberico Manuzzi (1883-1971) lavora dal 1909 fino al 1912 in corso Garibaldi n. 25, quando avvia lo studio in corso Umberto I n. 18. La sua attività continua in forma ufficiale fino al 1946-’47.

Il forlivese Eugenio Tartagni (1879-1944) inizia la sua attività in corso Umberto I n. 18; dal mese di aprile del 1914, con la ditta Fotografia Moderna, ha studio in corso Garibaldi n. 26. Alla sua morte, nel 1944, subentra la società Fratelli Tartagni Luigi e Giovanni, figli di Eugenio, che più tardi inaugurano la nuova sede in galleria OIR e rimangono operativi sino ai primi anni ottanta.

Romolo Savoia (1904-1993) anch’egli forlivese, nel 1920-‘21, apre uno studio in corso Garibaldi n. 50 con il nome di Fratelli Savoia fotografi.

Nel 1933 circa ritorna a Forlì e lascia al fratello Boero (1910-2000) l’attività che cambia l’intestazione sociale in Boero Savoia Foto, operante fino al 1992.

Renzo Bertaccini (1922-1989), di Forlì, si impiega nel laboratorio di Savoia come sviluppatore e poi, nel 1960, avvia uno studio fotografico in via Cesare Battisti n. 165 che conduce fino al 1989, anno della morte.

Vito Collinelli (1886-1955), impiegato di banca, esercita dal 1926 al 1955 come seconda attività l’arte della fotografia, in Subborgo Comandini n. 9.

Nella prima metà del ’900 (fine anni trenta inizio anni quaranta) a Cesena operano anche Antonio Amaduzzi (1910-2005) che ha la sua sede prima in via Fra Michelino n. 4 poi in via Cesare Battisti e Foto Fratelli D’Aloy in corso Cavour.

Domenico Greco (1924-2003) con il Cine Foto lavora presso la sua abitazione in corso Ubaldo Comandini e poi in corso Mazzini n. 26: è ricordato, anche, come il fotografo ufficiale del ristorante Casali di Cesena.

Anche Fotografia Dal Mistri A. è in attività nella prima metà del ventesimo secolo.

Sergio Cortesi (1920-2004) nel 1946 rileva lo studio di Amedeo Giovannini in corso Umberto I e crea Foto Moderna; Gino Zangheri andrà a bottega da lui negli anni cinquanta. Il padre di Sergio, Dario (1901-1944), già negli anni venti dirige uno studio a Ravenna e a Bertinoro. Nel 1972 Renato subentra al padre Sergio e la ditta, oggi non più operante, varia il nome in Free Shop.

Grazie alla grande passione ed esperienza maturata precedentemente con Savoia prima e Cortesi poi, Gino Zangheri (1921-1983) dà vita nel 1951 insieme al fratello Pio (1915-1976) alla Foto F.lli Zangheri con sede in via Rosselli. Dal 1957 lo studio si trasferisce in corte Dandini e vi rimane fino al 1958, anno in cui i fratelli si dividono dando vita a due ditte separate alle quali si uniscono in seguito i rispettivi figli.

Pio continua la sua attività in Corte Dandini fino al 1968, per poi spostarsi in piazza Fabbri. Alla sua morte, nel 1976, lo studio passa al figlio assumendo il nome Studio Giampiero Zangheri e mantenendo la sua sede in piazza Fabbri fino al 1985: si trasferisce poi in via Mura Porta Fiume fino al 1995 e infine in via San Mamante sino al 1998, anno della definitiva cessazione. Negli anni ottanta a Giampiero si è affiancato il figlio Gian Luca che oggi, grazie alla passione ed alle competenze informatiche, sta riscoprendo e valorizzando i vecchi archivi fotografici di famiglia.

Nel 1958 Gino Zangheri trasferisce la sua sede in corso Mazzini n. 29 e successivamente in via Emilia Levante n. 1651. La ditta, gestita dai figli, è tuttora attiva ma ha abbandonato l’attività prettamente fotografica per dedicarsi alla xerigrafia e alla fotolito.

Nei primi anni cinquanta in galleria Urtoller n. 12 opera lo studio fotografico Studio 1.

Giuseppe Palmas (1918-1977) nel 1964, dopo diversi anni trascorsi a Milano come reporter, apre uno studio in corso Cavour n. 20 con annessa galleria d’arte.

Infine Nazario Morigi (1926-2003), acquisita la licenza di fotografo nel 1983, rileva la sede in galleria OIR, già dei fotografi Tartagni; in seguito si trasferisce prima in corso Ubaldo Comandini, e poi a Sant’Egidio di Cesena.

Nonostante il gran numero di studi fotografici esistenti a Cesena, tuttavia Forlì è considerato un centro più importante sia come quantità che qualità: qui hanno operato fotografi dai cognomi illustri, rinomati anche al di fuori dell’ambito cittadino.

Di Achille Manuzzi, fotografo pioniere forlivese, si sa poco: perfezionato nella dagherrotipia dalla Dubray, partecipa nel 1846 al Concorso della Provincia di Forlì nella sezione Belle Arti, ottenendo una menzione particolare.

Il pioniere che inizia l’attività fotografica è Gian Battista Canè (1842-1926) nel 1861: lo studio in corsoVittorio Emanuele n. 17 (ora corso della Repubblica) è intestato ai Fratelli Enrico e Battista Canè. Successivamente, nel 1875, Gian Battista apre a Foligno un laboratorio che gestirà per sette anni, fino al suo definitivo rientro a Forlì nel 1882. In seguito compare come unico titolare dello studio forlivese che, nei primi anni del novecento, viene trasferito in via Carlo Cignani n. 1.

Il nostro esercita la professione per 64 anni durante i quali ottiene svariati diplomi in mostre ed esposizioni nazionali ed estere. Il più importante è il brevetto concessogli dal re Umberto I il 26 dicembre 1888, in virtù del quale la ditta si fregia dell’emblema reale.

Nella seconda metà del diciannovesimo secolo sono attivi lo Stabilimento fotografico C. Zambianchi con sede in piazza Maggiore (ora piazza Aurelio Saffi), ex palazzo Pepoli, lo Stabilimento fotografico Brini Enrico e Mazzoni sito in borgo Vittorio Emanuele n. 2779 e a Faenza in via Torricelli n. 296. Forse è lo stesso Brini (1829-1902) che il 1° gennaio 1873 subentra nella conduzione dello studio Fotografia Belle Arti – Ditta Deroche con sede a Bologna in via Cavalliera, a Giulio Gamberini, pittore fotografo noto per l’abilità con cui effettuava la coloritura delle fotografie e la fotominiatura. Nel giugno del 1874 Brini abbandona l’attività di fotografo e la Fotografia Belle Arti.

In questo momento nella città romagnola operano anche lo studio di Ambrogio Radice e Fotografia Casali situato in via Bufalini n. 15: quest’ultimo viene rilevato prima da Bernardo Moschini e, nel 1893, da Augusto Roveri. Tra la fine dell’Ottocento e i primi novecento Pietro Pettini, che esercita in corso Garibaldi n. 20, rileva lo studio di Augusto Roveri in via Bufalini n. 15.

Eugenio Tartagni, che dirige Fotografia Pettini in corso Garibaldi n. 20, dopo il 1907 ne diventa il proprietario. Dagli anni venti la Premiata Fotografia E. Tartagni ha la sua sede in corso Vittorio Emanuele n. 17.

Nel 1897 Ferruccio Sorgato (1872-1932), discendente di Antonio, eccellente dagherrotipista che alla metà dell’Ottocento aveva inaugurato a Venezia il primo studio fotografico di famiglia, lavora a Forlì in modo continuativo e apre un nuovo studio a suo nome a Modena dove collabora anche con la Galleria Estense conseguendo premi e riconoscimenti importanti.

Tra la fine dell’800 e i primi del ’900 un altro fotografo si mette in luce: è Amedeo Del Monte che ha lo studio in via Garibaldi n. 109. Famoso è il suo ritratto di Giorgina Janet Craufurd, più nota come Giorgina Saffi, moglie di Aurelio e figlia dello scozzese sir John Craufurd e della nobile Sophia Churchill.

Guglielmo Limido (1883-?) nel 1895 si trasferisce da Milano a Forlì per affiancare Gian Battista Canè, ma dopo tredici anni, nel 1908, inaugura con la moglie lo studio Fotografia Milanese in via Mazzini n. 22; in seguito avvia succursali a Meldola e a Rocca San Casciano.

Antonio Dondi (1876-1939) con Fotolampo è attivo dal 1916 fino al 1939 in via Giordano Bruno n. 10 ed è conosciuto anche come il “fotografo dei militari”.

Nel 1918 Corrado Celli (1889-?), mutilato di guerra, al suo rientro in Forlì, inaugura un elegantissimo studio fotografico in via Cesare Battisti: nel 1921 ottiene la medaglia d’oro alle Esposizioni Romagnole Riunite di Forlì.

Nel 1920 Antonio Savoia (1877-1957), ottimo ritoccatore di lastre con esperienza acquisita in Francia, apre uno studio fotografico in corso Garibaldi n. 75 e dodici anni dopo inaugura una succursale in corso Vittorio Emanuele n. 26A. Nel 1948 cessa di condurre gli esercizi e lascia ai figli Romolo, Gastone, Giovanni Emanuele e Alberto le attività che dal 1949 dirigeranno sotto il nome di Fratelli Savoia. Nel 1950 la ditta si divide: il negozio in corso della Repubblica (già Vittorio Emanuele) rimane a Romolo e a Giovanni Emanuele, mentre quello in corso Garibaldi, dal nome Foto Savoia, a Gastone e ad Alberto.

A seguito della morte di Giovanni Emanuele, nel 1976, gli subentra il figlio Carlo che affianca lo zio Romolo nella conduzione dello studio Foto Forlivese in corso della Repubblica n. 60. Carlo Savoia prosegue tuttora l’attività di famiglia in corso Garibaldi.

Dai primi anni del ’900 è presente anche lo Stabilimento Fotografico Studio di Pittura in piazza Maggiore ex-Palazzo Zoli.

Dal 1921 è attivo in sobborgo Mazzini lo Studio di Fotografia di Edgardo Zoli (1890-1962).

Nel 1922 Fototecnica Emiliana di Franco Galucci e Tamagni in via Maroncelli inizia la sua attività: la fotoceramica, agli esordi in Italia, è la specialità della ditta.

Affermato fotografo professionista Bruno Stefani (1901-1978) proprietario dello Studio di fotografia Stefani, in via Masini n. 10, è attivo tra gli anni venti e la fine degli anni cinquanta. Realizza fotografie di paesaggio per il Touring Club Italiano che lo rendono famoso, ma anche immagini pubblicitarie e industriali; per oltre un trentennio le riprese di Milano, della sua gente, delle architetture, dei parchi, occupano un posto di rilievo nella vasta produzione di Stefani.

In data 10 luglio 1926 il fotografo Vittorio Monti comunica al Sindaco che il giorno seguente aprirà uno studio nel subborgo Mazzini al n. 68 B.

La Fotolitografia La Greca di Carlo La Greca (1928-?) inizia la sua attività nel 1948 con sede in corso Garibaldi n. 51: cesserà nel 1990.

Infine negli anni cinquanta in via Missirini n. 8 opera Foto Manuli mentre Adrasto Miserocchi (1893-1992) esercita dal 1957 in via Campostrino n. 1. Nel 1962 l’impresa si trasferisce in via Corelli n. 23.

La vecchia lastra e la pellicola hanno fatto il loro tempo e così anche degli illustri laboratori del passato, salvo qualche rara eccezione, non resta che il ricordo.

 

Bibliografia

 

G. Conti, Augusto Casalboni: la fotografia per l’architettura e l’architettura per la fotografia, in “La Piè”, XLVII (1978), n. 6.

P. Lucchi, Alberico Manuzzi: la bottega di un fotografo a Cesena, con la collaborazione di A. Antolini, G. Boni, Cesena, Litografia Tuttastampa, 1991.

G. Boni, D. Savoia, Augusto Casalboni “più che fotografo, artista ed appassionato studioso”, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2002.

E. Caruso, Forli: città e cittadini tra Ottocento e Novecento, Ravenna, Edizioni del Girasole, 1990-1992.

G. Giorgetti, F. Fabbri, La città scomparsa: Forlì ieri e oggi, Forlì, Speedgraphic, 2002.

P. G. Fabbri, Artigianato e commercio a Cesena fra Quattro e Novecento, Cesena, Società di Studi Romagnoli, 2002.

R. Russo, I Sorgato imprenditori fotografi: lo studio modenese, Modena, Fotomuseo Giuseppe Panini, 2008.

 

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