Rivista "IBC" XXIV, 2016, 1
biblioteche e archivi / convegni e seminari, didattica
Coerente nel tempo con le proprie finalità istitutive, " Quante storie nella Storia. Settimana della didattica in archivio", l'annuale manifestazione promossa dall'IBC (Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna), Soprintendenza archivistica dell'Emilia-Romagna e ANAI (Associazione nazionale archivistica italiana) Emilia Romagna, si conferma preziosa occasione per archivi e altri istituti culturali di enti pubblici e privati di presentare l'attività didattica svolta; anche questa quindicesima edizione (dal 2 al 8 maggio 2016) aveva per obiettivo far conoscere, utilizzare e valorizzare il patrimonio archivistico conservato.
Dal 2013 l'iniziativa ospita al suo interno seminari organizzati dagli enti promotori rivolti ad archivisti e insegnanti: di taglio prevalentemente tecnico, essi affiancano a interventi di inquadramento storico-scientifico, approfondimenti delle esperienze didattiche sul tema specifico individuato di anno in anno. Il periodo tra le due guerre mondiali, la Grande Guerra, l'alimentazione e l'ambiente, sono tra gli argomenti proposti con l'intento di offrire ai partecipanti nuovi punti di partenza per realizzare percorsi didattici, laboratori, mostre e altre iniziative di divulgazione o approfondimento rivolte alle scuole o a gruppi di adulti.
Con il seminario "Vite in movimento. Spunti ed esperienze di ricerca sulle fonti di storia dell'emigrazione" (Bologna, 12 maggio 2016) si è affrontato il tema dei fenomeni migratori che hanno caratterizzato il nostro paese soprattutto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento; la scelta del tema è nata dalla convinzione che, in parallelo a una drammatica attualità, esso potesse offrire materiali e suggestioni per attività didattiche finalizzate non solo all'educazione al patrimonio culturale, ma anche al raggiungimento di competenze civiche e occasioni di integrazione in classi sempre più multietniche.
In apertura i saluti istituzionali di Elisabetta Arioti, dirigente della Soprintendenza archivistica dell'Emilia Romagna-Archivio di Stato di Bologna, di Alessandro Zucchini, direttore dell'IBC, e di Maria Letizia Bongiovanni, presidente della sezione regionale dell'ANAI; quest'ultima ha aperto la giornata di lavoro tracciando la parabola evolutiva della manifestazione nel proprio intervento Quindici anni di "Quante storie nella Storia": un bilancio.
Ideale introduzione della prima sessione, l'inquadramento storico-economico del fenomeno migratorio che, tra la metà dell'Ottocento e gli anni cinquanta del Novecento, ha coinvolto milioni di persone, a cura di Francesca Fauri. Un fenomeno in parte sfuggente analizzato principalmente sulla base delle annuali statistiche ministeriali che dal 1876 conteggiavano i nullaosta rilasciati dai prefetti nei territori provinciali. Il grado di approssimazione dei dati è determinato dal fatto che essi non includono né l'emigrazione clandestina né quella verso i paesi per i quali non era necessario il nullaosta, e d'altra parte non sono accertabili con sicurezza né gli effettivi espatri a fronte delle domande di nullaosta, né il tasso dei rimpatri. Francesca Fauri, docente di Storia economica dell'Università di Bologna e autrice di un recente saggio sull'argomento ( 1), nell'intervento Aspetti economici delle migrazioni italiane ha quindi delineato sulla base di questa analisi i principali flussi migratori dall'Italia, i fondamentali aspetti organizzativi della migrazione, le motivazioni dei migranti, il primo impatto nei paesi d'arrivo, il loro inserimento in un mercato del lavoro sempre più internazionalizzato.
Le voci e le emozioni dei protagonisti hanno invece preso vita nella narrazione del regista e drammaturgo Nicola Bonazzi, direttore artistico della Compagnia Teatro dell'Argine, che insieme a Mario Perrotta ha portato in scena tra il 2003 e il 2005 due spettacoli sull'emigrazione italiana, Italiani cìncali! e La Turnàta. La riflessione sulla sua esperienza di teatralizzazione di fonti orali ( Italiani cìncali: la rappresentazione teatrale delle fonti ), ha messo in luce i modelli e i meccanismi con cui il teatro di narrazione coniuga la Storia e le storie individuali, tenendo conto a un tempo delle fonti e dell'esigenza di utilizzare una scrittura drammaturgica, finalizzata a coinvolgere un pubblico che è chiamato a riflettere in maniera critica sulle vicende inscenate. Costruiti a partire da testimonianze e interviste di migranti pugliesi ex minatori, questi due spettacoli trasmettono infatti sia un portato di verità storica attraverso la voce dell'attore - la denuncia dettagliata e documentata delle durissime condizioni di vita degli italiani emigrati in Belgio e in Svizzera negli anni tra il quaranta e il settanta -, sia l'aspetto più emotivo nelle parole del personaggio la cui storia individuale, di volta in volta, è assunta a emblema di tutte le storie raccolte.
A chiudere la prima sessione del seminario, alcune considerazioni sul rapporto tra cinema e storia basate sull'analisi di tre filmati messi a disposizione dall'Istituto Luce: Mauro Maggiorani, storico e funzionario della Soprintendenza archivistica dell'Emilia Romagna, Archivio di Stato di Bologna, ha ricordato nel suo intervento L'emigrazione italiana del secondo dopoguerra nei cinegiornali dell'Istituto Luce, le tappe fondamentali nella costruzione della fonte audiovisiva, richiamando le potenzialità e le criticità dell'utilizzo di tale tipologia di fonte da parte degli storici.
La seconda sessione della giornata di studi si è focalizzata su esperienze di ricerca e realtà regionali. Con gli interventi di Valentina Bocchi e Patrizia Carroli - di cui si dà conto anche in questo numero della rivista - si è inteso approfondire percorsi di ricerca condotti sulle fonti documentarie archivistiche conservate presso archivi di stato e archivi storici comunali, tra gli istituti archivistici più presenti e continui nell'attività didattica nel nostro territorio. In particolare Valentina Bocchi (Archivio di Stato di Parma) in Itinerari sulle fonti archivistiche per la storia dell'emigrazione all'Archivio di Stato di Parma si è soffermata sui documenti studiati per l'allestimento della mostra Tracce dell'emigrazione parmense e italiana fra XVI e XX secolo (Archivio di Stato di Parma, 16 aprile-27 giugno 2009), mentre Patrizia Carroli (Archivio storico comunale di Bagnacavallo) con A/R andata e ritorni. Uno studio sulla prima ondata emigratoria dai documenti degli archivi storici dei Comuni della Bassa Romagna ha presentato le fonti indagate in occasione delle iniziative dell'Open day 2012 ( 2).
Ultimo tassello di questo quadro complesso e ricco di spunti è stata l'illustrazione da parte di Claudia Tassinari, assessore alla cultura del Comune di Cento) di Nulla osta per il mondo. Il Centro Studi e ricerca sull'emigrazione dal territorio: dall'iniziale progetto di ricerca sfociato nella pubblicazione di un volume sull'emigrazione renazzese nel 2013 ( 3), alla costituzione nel 2015 del centro di documentazione con sede a Renazzo (frazione del Comune di Cento FE), da cui partirono numerosi verso gli Stati Uniti, diretti in particolare in Massachusetts. Il Centro nasce dalla volontà di conservare e tramandare la memoria di un fenomeno che ha profondamente inciso la storia della comunità renazzese - i cui cittadini hanno contribuito con entusiasmo alla raccolta dei materiali e rinsaldato per l'occasione i legami con le comunità d'oltreoceano - e a fianco di molteplici iniziative di valorizzazione, ha già attivato diversificati percorsi didattici condotti in collaborazione con l'Archivio storico comunale di Cento e l'Istituto comprensivo di Renazzo.
1 Francesca Fauri, Storia economica delle migrazioni italiane, Bologna, il Mulino, 2015.
2 Patrizia Carroli, Elisa Dondi, A/R andata e ritorni. L'emigrazione dalla Bassa Romagna dall'Unità al 1915, Faenza, EDIT Faenza, 2012.
3 Nulla osta per il mondo. L'emigrazione da Renazzo, a cura di Renzo Rabboni, Cento, 2013.
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