Rivista "IBC" XXII, 2014, 2

musei e beni culturali / didattica, itinerari, progetti e realizzazioni

All'Istituto tecnico "Rino Molari" di Santarcangelo di Romagna uno staff composto da archeologhe e insegnanti ha realizzato un'esperienza esemplare di didattica aperta al territorio.
La storia da toccare

Simona Faedi
[docente all’Istituto tecnico statale economico “Rino Molari” di Santarcangelo di Romagna (Rimini)]
Cecilia Milantoni
[archeologa]
Alessandra Procucci
[docente all’Istituto tecnico statale economico “Rino Molari” di Santarcangelo di Romagna (Rimini)]
Barbara Vernia
[archeologa]

Un progetto che unisce archeologia e scuola

Sempre più spesso i professionisti entrano nella scuola sviluppando e svolgendo progetti che integrano il programma scolastico di storia con esperienze che mettono in pratica le linee guida della didattica più aggiornata, basata sul learning by doing. Per gli studenti non si tratta semplicemente di attivare una serie di opportunità creative, ma di vivere un'esperienza coinvolgente, che sotto la guida degli archeologi consente di sviluppare la consapevolezza dell'azione pratica che si compie, e di acquisire competenze utili per la loro formazione culturale e umana.

Affinché ciò avvenga pienamente, è necessario che le esigenze di approfondimento espresse dagli insegnanti si traducano in una risposta "personalizzata" delle attività progettate dai professionisti, che mescoleranno la conoscenza dei luoghi della cultura a esperienze di archeologia sperimentale, così che gli studenti abbiano l'opportunità di sperimentare aspetti della vita quotidiana in ogni epoca, comprendendo il valore dei mestieri, una diversa gestione del tempo e delle risorse umane, una più stretta cooperazione fra loro per ottenere il risultato, e, non da ultimo, la gratificazione di aver prodotto qualcosa di utile con le proprie mani.

Questi pressuposti metodologici hanno animato, per il secondo anno consecutivo, la collaborazione tra le archeologhe Barbara Vernia e Cecilia Milantoni e le insegnanti Alessandra Procucci (italiano e storia) e Simona Faedi (biologia, geografia) dell'Istituto tecnico statale economico "Rino Molari" di Santarcangelo di Romagna (Rimini). Lo staff ha progettato un percorso sulla vita in età romana (anno scolastico 2012-2013) e uno sull'età medievale (anno scolastico 2013-2014), declinato in attività da svolgere ogni mese, in parte a scuola e in parte distribuite su tutto il territorio romagnolo. Tali attività, assai diversificate fra loro, vanno dalle visite presso musei, aree archeologiche, istituzioni religiose, ai laboratori svolti in classe, fino alle uscite giornaliere presso aziende artigiane e aziende agricole.

Rinunciando alla tradizionale gita di più giorni, il percorso, distribuito su tutto l'arco dell'anno, ha permesso di esplorare quel museo diffuso che è il territorio romagnolo, riscoprendo l'alto valore della cultura materiale, ovvero i prodotti tradizionali di artigianato e agricoltura, con l'indubbio vantaggio di rendere vivace l'attività didattica, di tenere desta l'attenzione degli studenti sugli obiettivi di conoscenza, coinvolgendoli nei processi di valutazione delle attività.

[Barbara Vernia]


I laboratori in classe

Le attività laboratoriali, svolte presso l'aula di biologia dell'Istituto "Molari", prevedono una prima fase di presentazione dell'argomento attraverso parole e immagini (fonti iconografiche, fonti scritte, reperti archeologici rinvenuti in ambito nazionale e internazionale), alla quale segue una parte pratica.

Nell'anno scolastico 2012-2013, nell'ambito del progetto "L'argilla e i Romani", è stato messo a punto e realizzato il laboratorio "Fiat lux", dedicato alla creazione di lucerne, oggetti che durante l'epoca romana svolgevano la funzione delle moderne lampade per l'illuminazione. Durante la prima fase informativa, caratterizzata da un momento di ascolto e di comprensione, sono stati presi in considerazione i manufatti relativi alla vita quotidiana di epoca romana, in particolare gli oggetti in argilla, come i materiali da costruzione, i contenitori e gli oggetti ceramici da trasporto, gli strumenti di illuminazione. Il percorso si è trasformato durante la seconda fase in un'attività dinamica, grazie alla sperimentazione della pratica laboratoriale.

Ogni ragazzo, tramite un lavoro personale e attivo, ha dimostrato le proprie doti naturali e le abilità personali. Pur non frequentando un istituto d'arte, ma una scuola definita "tecnica", i ragazzi hanno messo le mani nell'argilla, si sono messi in gioco sfidando le loro capacità e sfruttando l'estro artistico stimolato dalle immagini e dalle fonti materiali.

Nell'anno scolastico 2013-2014 sono stati approfonditi aspetti, tecniche e strumenti legati alla tintura naturale dei tessuti utilizzati nell'antichità, e in particolare in epoca medievale. È stato sviluppato un percorso storico tra i secoli, alla scoperta degli antichi colori rosso e giallo, ottenuti da radici e parti di piante come la robbia e la reseda. Il laboratorio "Il mestiere del tintore", con prove pratiche di tintura, ha fatto sperimentare ai ragazzi quanto fosse necessario, nelle pratiche artigianali dell'antichità, lavorare con calma per ottenere buoni risultati. Movimenti lenti e ripetitivi e profumi erboristici hanno fatto apprezzare ai ragazzi, ormai abituati nella quotidianità ad attività e stimoli "mordi e fuggi", la lenta trasformazione delle fibre, da bianche a colorate, attraverso un lavoro di gruppo che ha rappresentato un momento di confronto e di aggregazione. E così i ragazzi sono diventati protagonisti della storia.

[Cecilia Milantoni]


Artigiani e ricostruttori al servizio dell'apprendimento

Le uscite didattiche nei due percorsi, romano e medievale, avevano il duplice scopo di presentare alcuni mestieri tradizionali e far sperimentare ritmi diversi di lavoro e riposo nell'antichità. In sostanza, non basta sapere che a realizzare le armi, fin dalla preistoria, ci pensava il fabbro, occorre anche sperimentare - sotto la guida di un artigiano e di un archeologo che abbiano conoscenza e pratica delle antiche tecniche di lavorazione - quanto tempo, quanta pazienza e quanta abilità occorrono per realizzare anche gli oggetti più semplici.

I momenti più coinvolgenti del progetto sull'età romana sono stati la mattinata di addestramento militare con la "Legio XIII Gemina" di Rimini e la preparazione del banchetto, che i ragazzi hanno allestito con grande cura dei dettagli e con le lucerne realizzate durante il precedente laboratorio. Hanno in parte contribuito anche alla preparazione dei cibi, integrando, durante tutto lo svolgimento del pasto, le note storiche e le curiosità narrate dalla scrivente, con ricerche su usi e costumi alimentari realizzate da loro.

Per quanto riguarda il percorso sul Medioevo, le uscite hanno coinvolto gli studenti in ritmi di vita assai lontani dai nostri: la preghiera con i monaci di Camaldoli, il duro lavoro del fabbro (che con gli studenti ha realizzato semplici chiodi: in tre ore di lavoro la classe ne ha realizzati 13) e quello altrettanto duro dell'agricoltore, coadiuvato dall'asino: un animale mite e lento, ma preziosissimo per caricare pesi e persone, così importante nell'economia domestica delle famiglie rurali, da meritare un'accurata spazzolatura del vello e degli zoccoli, oltre alla pulizia della stalla dal letame, che è stato opportunamente trattato per essere riutilizzato come concime.

Attraverso esperienze accuratamente costruite sul piano didattico ed emozionale, quindi, i ragazzi hanno letteralmente capito cosa vuol dire "guadagnarsi il pane".

[Barbara Vernia]


Didattica interdisciplinare: la preparazione in classe e la sintesi

Perché i giovani non sembrano interessati alla storia e alla geografia? Per quale motivo non ritengono utile scoprire aspetti di vita locale e ipotizzare eventuali collegamenti con antenati ancora vicini a loro? Forse non lo ritengono valido ai fini della loro formazione, sembrano concetti troppo lenti e remoti per loro, così abituati a viaggiare rapidamente sulla rete. Utilizzare la tecnologia è sicuramente una buona pratica, ma necessita di alcune regole: non si deve avere fretta, con un po' di attenzione le pagine web possono svelare dati sorprendenti, occorre però saper discernere le informazioni corrette. Differentemente da quanto si crede, i giovani hanno sete di conoscenza e cercano risposte alle loro domande tramite questi nuovi supporti teconologici. Indirizzarli in questa ricerca diventa una formidabile opportunità anche per i docenti, perché non è più necessario offrire cultura, bisogna produrla insieme a loro, renderli consapevoli delle scoperte e dare loro gli strumenti necessari per renderli autonomi nel mondo circostante, rete compresa. Usare una metodica interdisciplinare, quindi, offre spunti e contesti fertili per attivare canali di comprensione del reale, per mostrare ai ragazzi la complessità di fronte a determinati argomenti, per arricchirsi a livello culturale e personale. Formandosi come studenti prima e come persone poi.

Due classi, due docenti di scuola superiore e uno staff di esperti hanno dunque collaborato per due anni al fine di produrre scuola attraverso attività pratica, non "per" gli alunni, ma "con" gli alunni. Il primo anno, all'interno del progetto "L'argilla e i Romani" abbiamo studiato questo materiale dal punto di vista geologico e come elemento utile alla realizzazione di manufatti. Sono state realizzate ricerche sulla struttura, sull'utilizzo e sulla distribuzione sul territorio delle fornaci di cottura, ricerche concluse da una visita al Museo archeologico del Compito a Savignano sul Rubicone. Abbiamo studiato tipologia e diffusione dei materiali da costruzione delle domus e delle anfore andando a visitare il Museo archeologico di Rimini. Ci siamo soffermati sull'uso di anfore e contenitori per il trasporto e la conservazione dei cibi, andando a visitare la fossa "Pellegrini" di Sogliano sul Rubicone, e facendoci addestrare dal gruppo storico "Legio XIII Gemina" di Rimini per rivivere una giornata con i soldati di Cesare. Abbiamo lavorato l'argilla per ottenerne lucerne che hanno illuminato il banchetto romano realizzato presso l'agriturismo "Biofrutta", con il supporto in cucina dell'associazione "La Verbena" di Savignano sul Rubicone.

Nel secondo anno di lavoro, nell'ambito del progetto "Chi prega, chi lavora, chi combatte", lo staff si è concentrato sulla conoscenza di alcuni aspetti del periodo medievale: siamo partiti con la preghiera dei monaci di Camaldoli; insieme ai gruppi storici "Le Castellane" di Montefiore Conca, "Gli Sparvieri" di Bagnara di Romagna, "Flos Ferri" di Ravenna, abbiamo scoperto usi e costumi con laboratori attivi di vestizione di abiti e armature, siamo diventati artigiani con la tintura vegetale, abbiamo riscoperto il tempo dell'attesa durante la realizzazione dei chiodi sotto la guida del maestro fabbro Davide Caprili di Savignano sul Rubicone. L'asinaro Giovanni Alessandrini e gli asini della sua azienda agricola "Il Pagliaio" di Mercato Saraceno ci hanno fatto scoprire il ritmo lento e faticoso di una giornata di lavoro nel Medioevo. Ci siamo stupiti di fronte alla meraviglia dei mosaici di San Vitale a Ravenna e abbiamo realizzato mosaici presso la fondazione "RavennAntica". Infine è stato attivato un laboratorio di panificazione e abbiamo raccontato le nostre impressioni tramite un articolo di giornale, scritto in forma collaborativa.

ARRIVATO QUI

Presentazioni multimediali in forma ipertestuale, esposizioni personali, presentazione al pubblico sono state parti pratiche del lavoro che non sono certo pesate ai ragazzi. Sia lo svolgimento delle attività, sia la fase di produzione della documentazione sull'intero progetto si sono infatti dimostrati forti momenti aggreganti, in cui anche gli studenti meno coinvolti sono stati accolti apportando un valido contributo personale nel contesto del gruppo. I ragazzi hanno dimostrato di saper entrare in comunicazione e di interagire positivamente per realizzare finalità comuni. I macroobiettivi raggiunti sono stati ragguardevoli: comprendere l'ambito storico, conoscere l'aspetto geografico e territoriale, avvicinarsi alla biologia/geografia con forme e tempi completamente alternativi, affrontare situazioni non note con l'utilizzo delle proprie capacità, rendersi autonomi e collaborare con il gruppo, scoprire che insieme è più bello.

[Simona Faedi, Alessandra Procucci]



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