Rivista "IBC" XXI, 2013, 4
biblioteche e archivi / immagini, pubblicazioni, storie e personaggi
Nel settembre del 2013, presso l'Istituto italiano di cultura di Shanghai, è stato presentato il libro Una porta della Cina (Shanghai) nuova edizione del diario di viaggio di Ezzelino Magli (1872-1939), un bolognese che fu medico di bordo sulle grandi navi di linea, e che fra il 4 e il 7 novembre del 1924 ebbe modo di visitare la città di Shanghai e poi, l'anno successivo, di pubblicare questo resoconto, stampato ancora nel 1926, ricco di una cinquantina di immagini fotografiche e di un paio di mappe. L'interessante iniziativa editoriale è stata resa possibile grazie all'Institute of historical geography della Fudan University di Shanghai in collaborazione con l'International center on the history of Shanghai e con lo stesso Istituto italiano di cultura, interessato in particolare alla costituzione di una collana di fonti e studi per la storia della presenza italiana a Shanghai.
La cura del volume è di Stefano Piastra, professore di Geografia dell'Università di Bologna e docente presso la Fudan University di Shanghai. La nuova pubblicazione, che rispetta il formato originario, oltre alla versione in italiano, presenta anche quelle in inglese e cinese. Nella prefazione, stesa da Xiong Yuezhi - ricercatore dell'Accademia delle scienze sociali di Shanghai, professore emerito nella Fudan University e direttore della Commissione sulla Storia di Shanghai - si riconosce l'importanza delle memorie del medico bolognese, del tutto sconosciute in Cina e nella comunità internazionale: con questa traduzione vengono ora a incrementarsi le fonti sulla storia della città, che vide una presenza di italiani, prevalentemente missionari, dal XVI secolo in poi.
Stefano Piastra, nel saggio che precede il racconto di Ezzelino Magli, fa luce sulla figura dell'autore, certamente poco conosciuta ai bolognesi, raccontando la sua partecipazione come volontario alla Guerra greco-turca (1897) nel battaglione guidato da Ricciotti Garibaldi, quindi illustrando la sua solida formazione democratica, che appare anche nel resoconto di viaggio, per nulla condizionato dalle dinamiche coloniali del tempo e da pregiudizi razzisti. Laureatosi a Bologna nel 1901, sin dal 1903 Magli pubblicò interventi scientifici su "La Medicina Italiana" e dopo il 1907 trascorse qualche anno in Argentina. Fondò nel 1922 il sodalizio goliardico degli "Achei", che raccolse noti personaggi del mondo bolognese tra cui Alfredo Testoni, Dino Grandi, Augusto Majani, Albano Sorbelli. Poi iniziò la sua carriera di medico di bordo, probabilmente per disagio nei confronti dell'insorgente regime fascista. Pubblicò sei libri di viaggio e un testo di "divagazioni su di una collezione indo-cino-giapponese posseduta dall'autore", collezione comprendente gli oggetti che aveva acquistato lungo i suoi percorsi asiatici. Nel 1929 fu ammesso a far parte della Società geografica italiana, presentato dal celebre geografo triestino Carlo Errera.
La Shanghai vista da Magli era una delle città più popolate del mondo, con oltre due milioni e mezzo di abitanti, che si componeva della "Città Vecchia", l'originaria città cinese, e dei territori delle concessioni straniere, quella francese e quella dell'International Settlement (già inglese e americana). Era la "Parigi d'Oriente", così detta per il suo carattere cosmopolita e multiforme: città cinese, ma anche città coloniale. Aggirandosi per le sue vie, Magli (fatta eccezione per uno studioso, padre Ernesto Gherzi, direttore dell'Osservatorio meteorologico di Xujiahui) non cerca i propri connazionali, una piccola comunità di meno di 200 persone, sparuta rispetto a quella inglese di quasi 6000. Percorre le strade in risciò, e pur colpito, come medico, da condizioni igieniche assai precarie, tra i fetori e le immondizie del labirintico distretto di Nanshi, dimostra empatia per la popolazione locale, in particolare per i lavoratori del porto, "nutriti solo di pallottole di farina di riso" dopo un'estenuante notte di fatica.
I suoi scatti fotografici sono assai realistici, non compaiono immagini "da bella cartolina", la città che vi si legge è reale. Lui non appare mai, ma si vedono solo alcuni oggetti che ha acquistato per la sua collezione. Piastra annota anche come Magli, proprio per essere esterno alle vicende geopolitiche asiatiche, guardi intorno a sé in modo diverso rispetto alla pubblicistica franco-inglese, in cui "Shanghai era spesso tratteggiata come la città del peccato o la città dell'oppio". Infine si sottolinea come l'autore bolognese, non a caso, adoperasse la forma "Shanghai" e non l'italianizzazione "Sciangai" dettata dalla mentalità fascista del tempo.
Il volume - che unisce in unico cofanetto le edizioni italiana, cinese e inglese - per ora non è distribuito in Italia, ma può essere acquistato on line. Per altre informazioni si può contattare l'Istituto italiano di cultura di Shanghai.
E. Magli, Una porta della Cina (Shanghai), Shanghai, Shanghai Bookstore Publishing House, 2013, 587 pagine, 98 renminbi.
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