Rivista "IBC" XXI, 2013, 4

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"Come pensare per immagini? Luigi Ghirri e la fotografia / How to think in images? Luigi Ghirri and photography", Roma, The British School at Rome, 9 ottobre 2013.
Imparando ad ascoltare

Vittorio Ferorelli
[IBC]

"Come pensare per immagini?". Anzi, "How to think in images?". Con questa domanda si è aperto il convegno che il 9 ottobre 2013, nella sede della British School at Rome, ha costituito il primo evento del progetto di ricerca "Viewing and writing Italian landscape", dedicato a Luigi Ghirri e all'eredità affidata da lui ai fotografi e agli scrittori che oggi raccontano il paesaggio italiano. Il progetto, coordinato da Marina Spunta (School of Modern Languages, University of Leicester) e da Jac opo Benci (The British School at Rome), non si limita a esplorare l'opera fotografica di Ghirri, già di per sé complessa, ma va alla scoperta delle tracce che essa ha lasciato nelle opere di altri autori, e non solo fotografi.

Gli interventi iniziali sono stati affidati a Francesca Fabiani e Giuliano Sergio, curatori della mostra "Luigi Ghirri. Pensare per immagini", allestita al Museo MAXXI di Roma dal 23 aprile al 27 ottobre 2013, di qui poi volata in Brasile, per tornare a Reggio Emilia nel prossimo maggio. I due curatori hanno contestualizzato l'opera dell'autore emiliano, analizzando le sue radici nell'ambito dell'avanguardia artistica tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, fino alle due grandi inda gini collettive sul paesaggio di cui fu l'organizzatore negli anni Ottanta: "Viaggio in Italia" ed "Esplorazioni sulla Via Emilia".

Questa abilità nel catalizzare e far convergere intorno a obiettivi comuni varie energie creative, facendo prevalere il progetto complessivo sulle singole poetiche, è stata approfondita da Laura Gasparini, responsabile della collezione fotograf ica della Biblioteca "Panizzi" di Reggio e cocuratrice della retrospettiva inaugurata al MAXXI. La concezione della fotografia come ricerca, del resto, accomuna Ghirri a ogni artista autentico: da questo assunto è partita Anna D'Elia (Accademia di bel le arti di Bari) per illustrare un parallelo con Pino Pascali (1936-1968); tra i punti di contatto, la concezione del mondo come un grande meccano, in cui è solo lo sguardo a poter cambiare il senso delle cose.

Vittore Fossati, fotografo e amico di Ghirri, ha ricordato la sua peculiare ricerca delle zone di passaggio visivo tra il finito e il non finito, evocando l'attaccamento quasi mistico di Luigi e della moglie Paola per il simbolo stesso dell'inf inito, il cosiddetto "otto rovesciato". L'intervento di Ennery Taramelli, storica della fotografia all'Accademia di belle arti di Roma, si è concentrato sul confronto con Stephen Shore, sottolineando il comune interesse per l'opera di artisti concettu ali attivi tra gli anni Sessanta e Sessanta del Novecento: Bernd e Hilla Becher, Ed Ruscha, Franco Vaccari e Franco Guerzoni. A Elena Re, curatrice, è stato invece affidato il compito di raccontare il metodo di lavoro artigianale del fotografo modenes e, che assemblava, componeva e scomponeva, a mano, i provini divisi e messi in fila sul tavolo (costruito da lui stesso), alla ricerca delle ipotesi progettuali più convincenti.

Nell'ultima sessione, Marina Spunta ha analizzato la sintonia tra la fotografia ghirriana e la scrittura di autori come Gianni Celati e Giorgio Messori, impegnati in un'analoga attività di ascolto dei luoghi e accomunati dalla volontà di lascia rli parlare. Jacopo Benci, basandosi su un'ampia disamina di immagini risalenti agli anni Settanta, ha messo in luce nell'opera di Ghirri le consonze e i riferimenti iconologici di artisti come De Chirico, Magritte, Paolini, e di autori come Frances Yates e Christian Norberg-Schulz. Concludendo i lavori, Arturo Carlo Quintavalle - storico dell'arte, già direttore del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma - ha rievocato gli esordi di Ghirri e ha offerto un saggio della sua straordinaria cultura filosofica: nel suo universo poetico le immagini sono come parole, frammenti da comporre per cercare un senso. Per pensare per immagini, occorre quindi imparare ad ascoltare.

Per seguire gli sviluppi del progetto anglo-italiano: www.le.ac.uk/ghirri (prossimo appuntamento: un convegno organizzato presso l'Università di Leicester nel settembre 2014).

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