Rivista "IBC" XXI, 2013, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, pubblicazioni

Il posto delle fragole. Fotografie e testi di Carlo Gajani, a cura di A. Zanotti Gajani, Treviso, ZeL Edizioni, 2013.
Come se niente fosse

Vittorio Ferorelli
[IBC]

A tre anni dalla mostra bolognese che ha ricapitolato il percorso umano e artistico di Carlo Gajani, un prezioso libro cartonato raccoglie 28 delle sue fotografie a colori dedicate ai paesaggi padani, insieme ai testi con cui furono pubblicate, tra il 1987 e il 1990, sulle pagine della rivista "2000 Incontri", diretta da Renzo Renzi. A queste si aggiungono altre fotografie e altrettanti testi che non ebbero il tempo di essere pubblicati, perché alla fine del '90 la rivista cessò. Il titolo del libro riprende quello della rubrica che li ospitava, "Il posto delle fragole", ovvero il luogo dove cresce "la pianta dolceamara dei ricordi" (la definizione è di Angela Zanotti Gajani, curatrice del volume, compagna dell'artista bolognese scomparso nel 2009 e animatrice della fondazione che ne porta il nome: www.fondazionecarlogajani.it).

Nato a Bazzano nel 1929, intorno ai trent'anni Carlo Gajani abbandona una promettente carriera medica per dedicarsi esclusivamente alla pittura, all'incisione e alla fotografia: esporrà le sue opere alla XXXII e alla XXXVI Biennale di Venezia, e in numerosi spazi espositivi in Italia e all'estero, e insegnerà Anatomia artistica all'Accademia delle belle arti, prima a Urbino, poi a Bologna. La sua originale riflessione sulla teoria e sulla prassi del connubio tra fotografia e pittura è affidata al volume Ritratto, identità, maschera, in cui compaiono i volti di numerosi intellettuali e artisti, da Pasolini a Moravia, da Calvino a Eco, da Arbasino a Parise, da Scabia a Celati.

Dagli anni Ottanta, Gajani orienta più decisamente il suo sguardo sul versante fotografico, concentrando la sua ricerca sul nudo e sul paesaggio. Viaggia in lungo e in largo per il mondo e, quando torna, continua a girovagare nelle terre in cui è nato, tra la pianura del Po e le colline dell'Appennino. Le foto del "Posto delle fragole" provengono da quest'ultima serie di esplorazioni, che con il tempo si faranno sempre più limitate nel raggio, fino alle ultime istantanee delle vecchie case intorno a Zocca, dove morirà nel 2009.

"Un luogo diventa paesaggio quando è scritto in una lingua che si conosce," - scrive a lato di una di queste immagini - "altrimenti resta un libro oscuro e incomprensibile". Il "posto delle fragole", allora, può essere anche questo: il luogo in cui l'immagine del mondo di fuori combacia con quella del mondo interiore. Il posto che, per un misterioso déjà vu, riconosciamo al primo sguardo, ancora prima di conoscerlo. Per questo, nei brevi testi che accompagnano ogni immagine (scritti con una perizia e un desiderio di comunicare davvero rari nei grandi artisti dell'immagine), succede talvolta che l'autore chiami in causa altri posti, lontanissimi da quello ritratto nella foto. Perché, se si ama il mondo così come appare, un tramonto sulla valle del Po può tranquillamente ricordare un'alba sulle montagne cinesi e il faro bianco sul Po di Goro potrà ben sembrare quello di Cape Cod dipinto da Hopper.

Da bambino, durante la Seconda guerra mondiale, sfollato nella casa di campagna dei nonni, Gajani, nel buio della sua camera, in un caldissimo pomeriggio d'estate, vide un'immagine capovolta del mondo esterno, con il suo cane che inseguiva una gallina. Quella involontaria camera oscura, creata per incanto da un foro nella persiana, fu forse la sua iniziazione alla fotografia. Cominciò come un gioco, facendo finta che quelle immagini rovesciate provenissero da un mondo di pura fantasia, e come un gioco poi continuò, per il puro e semplice piacere di guardarsi attorno, senza emettere giudizi: "Forse lo splendore del mondo è più godibile se pensiamo che, come pura apparenza, non ci riguarda affatto, e lo fotografiamo con noncuranza, proseguendo poi, come se niente fosse, per il nostro cammino".

Una volta Gianni Celati (che alla fine del libro ha parole ispirate, ma ai lettori scoprirle) raccontò che nel Nord degli Stati Uniti, vicino al posto dove abitava, aveva visto degli indiani Oneida distesi su una strada. Non volevano che fosse trasformata in una highway, erano decisi a difendere l'integrità del loro territorio. "Stavano lì distesi, a faccia in su, e guardavano il cielo senza muoversi". Come se niente fosse. Un po' come faceva Gajani.


Il posto delle fragole. Fotografie e testi di Carlo Gajani, a cura di A. Zanotti Gajani, Treviso, ZeL Edizioni, 2013, 103 pagine, 20,00 euro.

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