Rivista "IBC" XXI, 2013, 3
musei e beni culturali / convegni e seminari
Bondeno: elegante cittadina dell'alto ferrarese, al centro di un territorio da sempre segnato dal passaggio di canali e corsi d'acqua, a testimonianza dello sforzo plurisecolare degli uomini impegnati a dominare le acque; in passato, luogo di confine del dominio estense prima, dei possedimenti pontifici poi; oggi, realtà ancora carica del suo fascino, nonostante i segni lasciati dagli eventi sismici dello scorso anno. Può sembrare difficile credere che le origini della storia della stampa in Italia possano passare proprio per questo centro. Eppure, proprio su questo tema, autorevoli esperti della comunità scientifica italiana si sono confrontati il 23 e 24 giugno 2013.
Una premessa è d'obbligo: già dagli anni Venti del secolo scorso era noto il frammento di un antichissimo libretto a stampa, contenente una Preghiera sulla passione di Cristo, scritta in un volgare segnato da latinismi e da influenze dialettali padane; poche pagine in tutto, recanti una xilografia e realizzate con un carattere tondo. L'attenzione degli incunabolisti sul frammento si riaccese nel 1994, quando a suo riguardo emersero importanti informazioni da documenti archivistici, e poi una quindicina di anni fa, quando venne posto in vendita a un'asta londinese.
Purtroppo lo sforzo congiunto del Ministero per i beni culturali e della Regione Emilia-Romagna non furono sufficienti per riportare in Italia quel "protoincunabolo". Tuttavia, da allora, gli studiosi di stampe del Quattrocento hanno avuto modo di consultare materialmente e studiare il frammento "Parsons - Scheide" (dal nome dei possessori). E il convegno bondenese è stato proprio l'occasione per fare il punto.
Secondo Piero Scapecchi (già responsabile della sezione Manoscritti e rari della Biblioteca Nazionale di Firenze) - che ha aperto i lavori della seconda giornata, presieduta da Rosaria Campioni, soprintendente per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna - il frammento sarebbe stato realizzato a Bondeno a opera di uno stampatore itinerante tedesco (forse Ulrico Pursmith) e risalirebbe al 1463: quindi due anni prima dei più antichi libri a stampa italiani datati e a oggi noti, che uscirono a Subiaco, nel 1465, dai torchi dei tipografi Pannartz e Sweynheym, venuti d'Oltralpe.
I successivi interventi hanno completato il quadro socio-culturale della stagione dell'avvento della stampa in Italia e in area padana: ancora sull'apparizione del libro a stampa tra Bondeno e Subiaco si è soffermato Lorenzo Baldacchini, (Università di Bologna), mentre Daniele Biancardi ha integrato le informazioni su quella significativa stagione bondenese attraverso l'analisi di un altro importante stampatore proveniente da questa cittadina: Giovanni Mazzocchi, attivo in due centri prossimi e assai significativi per il Rinascimento italiano, ossia Ferrara e Mirandola.
A Zita Zanardi (Soprintendenza per i Beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna) è stato affidato, in chiusura dei lavori, il compito di illustrare gli attuali strumenti di lavoro nell'ambito del libro antico, e in particolare le banche date on line, indispensabili per la conoscenza e la gestione degli stampati: ISTC per gli incunaboli; edit16.it per le cinquecentine italiane; il polo CER per le cinquecentine presenti in Emilia-Romagna; sbn.it, la banca dati generale degli stampati conservati nelle biblioteche; il polo europeo CERL.
Se la seconda giornata è stata dedicata alla stampa, la prima ha avuto invece il ruolo, quasi propedeutico, di proporre gli esiti degli studi più recenti sulla storia del paese natale della tipografia, tra Medioevo ed Età moderna. In apertura dei lavori è stata fatta luce su due importanti figure che ebbero rapporti con Bondeno: don Enrico Peverada (direttore dell'archivio della Diocesi di Ferrara-Comacchio), sulla scorta delle fonti archivistiche, ha tracciato un profilo biografico dell'umanista Don Francesco da Fiesso, che in quella cittadina fu arciprete dal 1451 al 1483. Alfredo Galli (Università di Trento) e Matteo Mazzalupi (Università di Firenze) hanno invece esposto i risultati delle loro ricerche su don Paolo Moerick, chierico e scultore di crocifissi, personaggio vicino allo stampatore del frammento, verosimilmente suo socio a Bondeno.
I successivi interventi hanno poi proposto un'aggiornata immagine della forma urbana di Bondeno nelle sue evoluzioni storiche. Apprezzabile l'approccio dei relatori, che nell'indagine hanno integrato i dati desunti dallo studio delle evidenze architettoniche e archeologiche con l'analisi condotta sulle fonti scritte (cronachistiche e archivistiche). Così gli archeologi Simone Bergamini e Daniele Vincenzi hanno fornito un quadro aggiornato della Bondeno tra Medioevo e Rinascimento sulla scorta dei recenti scavi urbani; Mauro Calzolari (Università di Ferrara) e l'architetto Andrea Calanca hanno invece riproposto una lettura della topografia e delle strutture difensive del castello rispettivamente dal Tre al Cinquecento e dal Cinque al Settecento, con innovative conclusioni sull'integrazione, nelle diverse epoche, tra manufatti urbani e percorsi fluviali.
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