Rivista "IBC" XX, 2012, 4
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, progetti e realizzazioni, pubblicazioni
"ACE - Archaeology in Contemporary Europe" è un progetto europeo finanziato all'interno del programma "Culture 2007-2012" (www.ace-archaeology.eu). L'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) è l'unica istituzione italiana ad avervi preso parte insieme a una dozzina di altri partner provenienti da 10 paesi della Comunità europea.
"ACE" ha inseguito un duplice obiettivo: promuovere l'archeologia nelle sue attuali dimensioni culturali, scientifiche, economiche e comunicative, e realizzare un network tra le diverse istituzioni (universitarie, pubbliche e private) impegnate nei vari ambiti dell'archeologia contemporanea. Non a caso infatti il titolo (quasi ossimorico) del progetto richiama la necessità di ripensare al ruolo e alla collocazione dell'archeologia nella realtà odierna, caratterizzata sì da una fase storica recessiva che spesso vede le poche risorse finanziarie disponibili privilegiare ambiti altri rispetto a quello culturale, ma che fornisce anche l'opportunità di ripensare a una gestione più condivisa e sostenibile del nostro patrimonio.
Negli ultimi decenni il rilancio di grandi operazioni di infrastrutturazione, generalizzato in tutto il continente, ha avuto un forte impatto sul patrimonio archeologico, amplificando problemi latenti di lunga data, relativi sia all'efficacia dei diversi sistemi di tutela, sia allo stesso ruolo professionale dell'archeologo. Nel cercare proposte e soluzioni concrete a tali problemi i partner della rete "ACE" hanno condotto indagini lungo quattro assi tematici: la ricerca del significato del passato; le pratiche comparative nell'archeologia; la professione dell'archeologo; il contatto con il pubblico e la diffusione dell'archeologia.
La fase finale del progetto ha visto la realizzazione del convegno internazionale "Vent'anni dopo Malta. L'archeologia preventiva in Europa e in Italia", tenutosi il 19 ottobre 2012 a Roma sotto la direzione scientifica di Maria Pia Guermandi (responsabile "ACE" per l'IBC) e dell'Institut national de recherches archéologiques préventives (INRAP), capofila del progetto. I vent'anni dalla promulgazione della "Convenzione di La Valletta per la tutela del patrimonio archeologico" - tuttora non ratificata dall'Italia - hanno costituito l'occasione per un bilancio e una riflessione sugli sviluppi metodologici e normativi che hanno interessato l'archeologia preventiva europea.
Il coinvolgimento di rappresentanti dell'United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), del Ministero per i beni e le attività culturali, delle università italiane, dell'Associazione nazionale archeologi, nonché del Landesamtfür Archäologie Sachsen, della Leiden University e dell'English Heritage, ha permesso di stabilire un proficuo confronto tra le diverse esperienze del settore, e di verificare come, pur nella diversità dei contesti istituzionali e sociali, sia tutt'altro che vana la ricerca di strumenti comuni per affrontare le nuove sfide di chi oggi si occupa della tutela e dello studio del patrimonio archeologico.
Nel corso del convegno, inoltre, è stato presentato in anteprima il video Archeologi: una professione in trincea realizzato dall'IBC a partire dalle interviste effettuate in Emilia-Romagna ai diversi attori del settore. Le videointerviste (che non hanno tralasciato la spinosa questione delle tipologie contrattuali e delle retribuzioni medie) hanno costituito parte integrante del focus regionale realizzato nel corso dell'indagine sugli aspetti quantitativi e qualitativi della professione dell'archeologo contemporaneo: l'Emilia-Romagna, pur nelle sue peculiarità, è risultata essere un campione rappresentativo delle criticità riscontrabili anche su scala nazionale, confrontabili con l'ancora più articolato contesto europeo.
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