Rivista "IBC" XX, 2012, 1

biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi

Mario Cambiucci. Un maestro romagnolo nella bufera della Grande Guerra, a cura di A. Soglia e A. Nataloni, Faenza (Ravenna), Carta Bianca Editore, 2011.
Un maestro perduto sul Carso

Marina Zuccoli
[direttrice della Biblioteca centralizzata "Gabriele Goidanich" dell'Università di Bologna]

Con un volume denso, eppure di agevole lettura, Andrea Soglia e Angelo Nataloni tornano di nuovo al tema della Prima guerra mondiale, già affrontato in Castellani oltre il Piave. La memoria e il ricordo (Faenza, Edit Faenza, 2006), attraverso l'esplorazione degli archivi, sia privati che pubblici, alla ricerca di testimonianze relative ai tanti sergenti nella neve che la storia ufficiale ancora non conosce. È questo il caso di Mario Cambiucci (Castel Bolognese, 1896-1917), la cui figura di maestro elementare e promettente letterato, disperso in battaglia sul Carso a soli ventuno anni, merita senz'altro di essere scoperta.

Il volume si articola in sette capitoli che, dopo il primo riservato a introdurre la figura del giovane romagnolo, sono dedicati ciascuno a un anno, dal 1913 al 1918. Una struttura che consente ai curatori di abbinare alla biografia di Cambiucci le vicende della società italiana ed europea in movimento, sempre più rapido, verso la deflagrazione del conflitto, finché le due tracce non verranno a coincidere al momento della chiamata alle armi. Se nei primi capitoli lo sfondo storico è tratteggiato con pennellate leggere - allusioni al diffondersi di un ballo peccaminoso che si chiama tango, al romanzo di D'Annunzio venduto a cinque lire, come tre chili e mezzo di carne - a partire dal 1915 è la guerra a dominare lo scenario, che allora si fa cupo. Grazie alla possibilità di accedere alle carte di Cambiucci, che la famiglia ha concesso, carte accuratamente conservate con amore dai genitori e dalla sorella e poi trasmesse, la narrazione storica è intercalata dalle poesie del maestro romagnolo e da brani delle sue prose e delle lettere dal fronte.

Da queste testimonianze emerge con chiarezza il mutare dell'atteggiamento nei confronti della guerra. Nel 1915 il giovane Mario si mostra convinto interventista, mentre scrive alla madre, timorosa per la sua vita, che una guerra giusta non può essere respinta, in una lettera che i curatori affiancano opportunamente a una sprezzante lirica su Francesco Giuseppe. Ma già nel novembre dello stesso anno, dopo la carneficina nella terza battaglia dell'Isonzo, che a Ungaretti ispirerà San Martino del Carso, Cambiucci appare disilluso e definisce la guerra "gran sacrificio umano / pel sogno che Italia sognò"; due anni più tardi, oramai prossimo a morire, parlerà di "inutile e insensata confusione grigio-verde". Proprio l'insensatezza del sacrificio è il messaggio che il libro trasmette, con le fotografie di un ragazzo che dapprima è studente alla Scuola Normale di Forlimpopoli (ne leggiamo i buoni voti sul diploma "con licenza d'onore"), poi maestro elementare a Bertinoro, soldato a Venezia e sul Carso, infine effigiato nella lapide marmorea del cimitero di Castel Bolognese e nell'omaggio del Comune ai caduti.

È grazie allo sforzo pluriennale dei curatori che raccolte di documenti sulla Grande Guerra sono state recuperate, convincendo i proprietari a lasciarle consultare e trascrivere, al fine di salvare le testimonianze di un passato recente che potrebbero rischiare la distruzione. Nel caso della vicenda di Mario Cambiucci, l'operazione ha consentito di porre in chiusura del volume l'inventario delle carte d'archivio (agevolato dall'abitudine dell'autore di datare puntualmente i propri scritti), la bibliografia e le appendici, che propongono un'ampia documentazione fotografica e la trascrizione integrale dei testi letterari di maggior respiro. Tre questi, il bozzetto drammatico Falena e il racconto autobiografico Un dolore, ispirato all'autore diciannovenne dalla morte della nonna amatissima: prose ancora acerbe, che pure avrebbero forse potuto dare alla Romagna un altro letterato di fama.


Mario Cambiucci. Un maestro romagnolo nella bufera della Grande Guerra, a cura di A. Soglia e A. Nataloni, Faenza (Ravenna), Carta Bianca Editore, 2011, 143 pagine, 15,00 euro.

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it