Rivista "IBC" XX, 2012, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

Il San Lazzaro tra storia e storie, a cura di A. Carri, Correggio (Reggio Emilia), Vittoria Maselli Editore, 2011.
Ritorno al San Lazzaro

Sabrina Paoletti
[redattrice editoriale]

La cornice: l'imminente riassetto urbanistico di Reggio Emilia con la riqualificazione del complesso del San Lazzaro in un campus universitario e la costituzione del Museo nazionale di storia della psichiatria nel padiglione "Lombroso". Il soggetto: il recupero della memoria storica dell'ex ospedale, uno dei maggiori manicomi italiani, indicatore delle primitive terapie coercitive, ma anche di quella evoluzione del pensiero socioscientifico che modificò l'approccio delle istituzioni sanitarie nella cura della malattia mentale. Il San Lazzaro tra storia e storie, il volume curato dal senatore Alessandro Carri, un tempo consigliere di amministrazione della struttura, è un contenitore di saggi, note storiche, contributi di illustri medici e studiosi che raccontano una realtà senza giudicarla, con lo spirito propositivo del "costruire" un ricordo, sulla base del quale comprendere il presente e progettare il futuro.

Una suggestiva sezione fotografica in bianco e nero restituisce scorci di vita manicomiale dei primi del Novecento. Le istantanee realizzate da Giuseppe Fantuzzi con la tecnica delle lastre a collodio mostrano le camerate, i laboratori, la scuola elementare, gli esercizi ginnici, la cucina, la lavanderia, i refettori. Interni intrisi di un'antica e laboriosa quotidianità, ma anche ambienti inquietanti, come il famoso "museo di anticaglie", ampiamente descritto da Carlo Livi nella rivista sperimentale "Freniatria", con le sue attrezzature meccaniche, alternate da festoni e addossate alle pareti: fibbie, sedie di forza, grandi lucchetti, tinozze in cui tuffare i malati. Il volume, tra scritti e immagini, è un percorso conoscitivo. Perché senza memoria non si ha la coscienza della propria identità.

E il San Lazzaro è espressione non solo dell'identità di Reggio Emilia, ma della trasformazione di una cultura collettiva. Una verità riconosciuta sul territorio da diversi enti, quali l'Azienda sanitaria locale, il Comune e la Provincia di Reggio, e l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, che già nel 1991 operarono in sinergia per la creazione del Centro di documentazione di storia della psichiatria proprio nella sede dell'ex ospedale. Il fine: salvaguardare i molteplici settori di interesse storico, come la biblioteca, l'archivio delle cartelle cliniche, quello fotografico e gli atti amministrativi. L'intento del libro è anche dimostrare come oggi, nella prospettiva della costituzione del Museo nazionale della psichiatria, a questo prezioso patrimonio debba essere riconosciuto un valore antropologico e scientifico universale, e come di conseguenza vada considerato un importante strumento per lo sviluppo della salute mentale in Italia.

Una visione condivisa anche da Ezio Raimondi fin dal 2003, quando dalle pagine del n. 1 di "IBC" trasmise una profonda riflessione sulle ragioni del museo psichiatrico nazionale: "Un museo come questo non è un ritorno all'indietro, non è l'inseguimento nostalgico del passato che può dare insieme sgomento e stupore; è invece un invito a meditare anche su di noi, a interrogarci sulle nostre categorie. Le odierne analisi sociologiche parlano di nuove forme d'inquietudine, di minacce di scomposizione della personalità, di perdita del senso del futuro, o di una speranza che si lega solo all'istante: attraverso il passato, possiamo imparare a diventare più umani, a capire di più l'altro e forse anche noi stessi". Il museo come terapia e consapevolezza dell'Io, in cui diventa centrale la partecipazione e l'interazione del visitatore, ricorre in vari interventi del volume.

Interessante il punto di vista di Umberto Nizzoli, responsabile del Servizio maternità e infanzia del Consorzio sociosanitario di Reggio Emilia, che definisce questa logica una forma di educazione sociale. Sergio Masini, presidente del Consiglio di amministrazione del San Lazzaro dal 1969 al 1976, definisce il patrimonio dell'ex ospedale "un tesoro", appellandosi al sindaco di Reggio affinché sostenga la sua valorizzazione. Una battaglia che si è tradotta in un progetto di legge elaborato proprio dal senatore Alessandro Carri, che nell'introduzione del volume ricorda come "un popolo che perde il suo patrimonio culturale perde la sua anima. La nostra memoria collettiva, conservata nei nostri archivi e nelle nostre biblioteche, è la nostra sola risorsa di fronte al presente e di fronte all'avvenire".


Il San Lazzaro tra storia e storie, a cura di A. Carri, Correggio (Reggio Emilia), Vittoria Maselli Editore, 2011, 116 pagine, 15,00 euro.

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