Rivista "IBC" XIX, 2011, 4

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, pubblicazioni

"Aquae. La gestione dell'acqua oltre l'Unità d'Italia nella pianura emiliana. Cavamento Foscaglia 1487-2012", Nonantola (Modena), Chiesa di Santa Maria fuori le mura, 13 novembre 2011 - 26 febbraio 2012.
Controllando le acque

Carla Conti
[Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna]

Mai come adesso è di drammatica attualità il tema del controllo delle acque. Nemmeno la costruzione (e manutenzione) di corsi e sistemi drenanti che consentano il deflusso ordinato delle acque sembra osteggiare i danni prodotti da un'urbanizzazione sfrenata che ha alterato il ciclo idrologico. Eppure la realizzazione di una rete di canali che attraversi il territorio - raccogliendo sia le acque meteoriche che quelle reflue, allontanando, trattenendo, derivando o distribuendo l'acqua - ha radici antiche.

Risorsa primaria e fondamento della vita, via di comunicazione e volano di scambi mercantili e culturali, l'acqua è sempre stata un elemento da governare per garantire agli uomini la qualità ambientale su cui si fonda l'esistenza. Ed è molto istruttivo vedere quanto le bonifiche dell'uomo abbiano plasmato il territorio, strappando terra da coltivare, regimentando acque e incanalando l'energia idraulica per il trasporto o la macinatura. È quanto fa la mostra "Aquae. La gestione dell'acqua oltre l'Unità d'Italia nella pianura emiliana", allestita nella chiesa di Santa Maria fuori le mura di Nonantola (Modena) fino al 26 febbraio 2012.

Nata per celebrare il 525° anniversario dello scavo del Cavamento Foscaglia, il grande canale che dal 1487 percorre e serve la pianura bolognese e modenese, l'esposizione rilegge l'evoluzione dei processi di regolamentazione dei regimi idrici e la loro messa a sistema, compiendo un viaggio a ritroso di qualche millennio, a partire dall'età del Bronzo e dalle grandi ristrutturazioni agrarie di Etruschi e Romani. La mostra documenta con reperti, mappe, carteggi e materiale iconografico la gestione e tutela delle acque, dalla preistoria ai giorni nostri, nei territori oggi di pertinenza del Consorzio di bonifica.

In Emilia-Romagna la gestione dell'acqua è un elemento fondamentale per l'economia e la vita da almeno 3.500 anni, come insegna la grande vasca terramaricola rinvenuta a Noceto, nel Parmense. Il percorso espositivo riserva una particolare attenzione alla romanizzazione della pianura, con una finestra sulla centuriazione, tipica forma di governo del territorio che in vaste zone della pianura padana si è mantenuta fino a oggi. Con la caduta dell'impero romano, l'assetto paesaggistico del territorio cambia completamente: vaste zone vengono sottratte al controllo dell'uomo e subiscono un progressivo impaludamento. Nascono così insediamenti fortificati (castra), circondati da canali e fossati difensivi.

Solo alla fine del Medioevo l'uomo inizia una nuova attività di bonifica e riordino della pianura, che interessa anche una vasta area ai lati del Panaro. Ricade in questa fase il trattato stipulato nel 1487 fra Giovanni II Bentivoglio e Ercole I d'Este per la realizzazione della prima imponente opera di bonifica idraulica, il Cavamento Foscaglia, meglio noto come "Collettore delle Acque Alte". L'esposizione passa in rassegna anche i territori dei Pico e dei Gonzaga che adottavano il sistema dei "serragli" per arginare l'invasione delle acque. Tutto questo anticipa la vera e propria politica nazionale di miglioramento fondiario che approda in età moderna alle opere di bonifica e alle istituzioni consorziali nate dal confronto fra interesse pubblico e privato giunte, con i necessari aggiornamenti e ammodernamenti, sino a oggi.

La rivisitazione di un sistema così complesso come quello delle acque, e l'individuazione delle tappe salienti che ne hanno definito le caratterizzazioni storiche e strutturali, hanno richiesto un'ampia convergenza di ricerca, approfondimenti e condivisione delle informazioni. La mostra "Aquae" è dunque il frutto della collaborazione non solo di più soggetti istituzionali ma anche di diverse competenze professionali. Archeologi, archivisti, storici, esperti di tutela del patrimonio culturale e salvaguardia del territorio hanno ridato sostanza e compattezza conoscitiva a una trama di rimandi e relazioni sul tema dell'acqua, realizzando un percorso versatile che sarà riallestito con lievi modifiche presso le altre sedi del Consorzio di Bonifica Burana: una vera e propria mostra itinerante che attraversa come un corso d'acqua tutte le sue realtà.

"Aquae" è promossa dal Consorzio della Bonifica Burana e dal Museo archeologico ambientale di San Giovanni in Persiceto (www.museoarcheologicoambientale.it) in collaborazione con le soprintendenze per i Beni archeologici e Archivistica dell'Emilia-Romagna, l'Istituto regionale per i beni culturali, l'Università di Bologna (Dipartimento di paleografia e medievistica, Dipartimento di discipline storiche), gli archivi di Stato di Modena, Bologna e Ferrara, e con il sostegno del Banco di San Geminiano e San Prospero. L'esposizione è corredata da una guida realizzata dal Centro stampa della Regione Emilia-Romagna, reperibile presso il Museo archeologico ambientale di San Giovanni in Persiceto e la libreria Volumina di Bologna.

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