Rivista "IBC" XIX, 2011, 3
musei e beni culturali / mostre e rassegne
Per il secondo anno consecutivo hanno firmato le "Tende al mare" di Cesenatico Tonino Guerra e la rinomata stamperia Pascucci di Gambettola. Dopo le Poesie al sole dell'estate scorsa è stata la volta di Viva l'Italia, stupefacente ciclo pittorico suggerito e motivato dalla ricorrenza del 150° dell'Unità italiana. Stessa spiaggia, dunque, tra Grattacielo e Grand Hotel, per le ultime policrome amplificazioni delle liriche invenzioni di Guerra. E stesso trionfo per il sorprendente fondale delle meraviglie installato, a luglio e agosto, tra cielo e mare.
D'altra parte nessuno si era sorpreso per la scelta di un "Tonino bis", dopo l'altissimo indice di gradimento ottenuto dalla trascorsa parata di tende della coppia Guerra-Pascucci; scelta che era sembrata anzi la più naturale, e, in fondo, la più giusta. Non scontato, però, un risultato così sorprendente, dopo che all'artista era stato domandato - con un pizzico di azzardo e di temerarietà, va detto - di riversare sulle tende certi suoi pensieri, certi suoi appunti sulla storia d'Italia, mentre dappertutto si andavano succedendo celebrazioni e feste per il 150°.
In realtà, il Viva l'Italia che è scaturito dalla vena creativa di Tonino Guerra non si è caratterizzato come un semplice omaggio all'epopea risorgimentale e alle imprese garibaldine, risultando anzi la dedica più sentita al nostro Paese tra le tante ascoltate e viste in questi mesi; una dedica al "Bel Paese", che proprio nella bellezza fonda vera e autentica unità. Un'unità in pericolo, che va invece conservata e salvaguardata con il suo straordinario insieme di diversità, di culture locali, di usi e di costumi, di linguaggi e di espressioni: questo ci ha invitato a pensare con le sue tende "unitarie" il poeta dell'armonia nascosta nelle cose e nei luoghi del nostro vivere.
La farfalletta tricolore che ha inaugurato la serie delle tende è apparsa a tutti come una metafora della vita, volando felice da un punto all'altro della spiaggia nel bel mezzo di un gioco allegorico dove la grande storia si è misurata, in fondo, con la condizione dell'uomo contemporaneo. Poi, certo, il criterio analogico con cui Guerra ha invitato bagnanti e pubblico a mettersi in sintonia con lui è stato quello di sempre, fondato sull'immediatezza e sulla spontaneità. A chiunque è bastato entrare in rapporto, stabilire un contatto, e ancora una volta è accaduto che le sensazioni dell'artista, intinte nell'inchiostro della memoria, o in quello della fiaba, o del sogno, o del gioco, abbiano generato impressioni e stupori "altri".
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