Rivista "IBC" XIX, 2011, 3

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Sagome inquiete. Ombre e silhouette dalle figurine al cinema, a cura di R. Alessandrini e P. Basile, Modena, Franco Cosimo Panini, 2011.
Figure d'ombra

Carlo Tovoli
[IBC]

Dal 2006, anno dell'apertura al pubblico nella sede modenese di palazzo Santa Margherita, il Museo della figurina - nato dalla donazione al Comune di Modena dell'intera collezione di Giuseppe Panini, fondatore, nel 1961, dell'omonima azienda assieme ai fratelli Benito, Franco Cosimo e Umberto - propone incessantemente iniziative espositive che valorizzano in modo originale un patrimonio di circa cinquecentomila figurine e materiali affini. Da marzo a luglio di quest'anno sotto i riflettori sono state circa duecento tra figurine e bolli chiudilettera, selezionati per esplorare, insieme ad altri materiali provenienti da collezioni private, il tema del doppio e dell'oscurità attraverso le "figure d'ombra".

Un tema, quello dell'ombra, che accompagna in modo sistematico la tradizione figurativa occidentale almeno dagli inizi del Quattrocento. Basti ricordare gli affreschi fiorentini di Masaccio nella cappella Brancacci a Santa Maria del Carmine: l'ombra diviene il soggetto stesso dell'opera in San Pietro guarisce gli infermi con l'ombra. Un'ombra taumaturgica e benevolente, che non assume quel significato inquietante così diffuso nella stagione romantica e preromantica, ma che in qualche modo si avvicina a quella funzione consolatoria di cui narra Plinio il Vecchio in un episodio riconosciuto tra i miti fondatori della storia dell'arte occidentale: la figlia del vasaio di Corinto traccia sulla parete il profilo dell'amato ricavato da un'ombra proiettata da una lucerna. Ne realizza poi un modello d'argilla che potrà tenere con sé quando il giovane sarà lontano.

Una vera e propria "passione per le ombre" si diffonde nel Settecento con la moda dei ritratti di profilo e la convinzione che le sagome rivelino il lato nascosto di una persona. Ne è certo Johan Kaspar Lavater, che nei Frammenti fisiognomici (1792) descrive una macchina per la riproduzione meccanica dei profili d'ombra, quelli che ancora oggi chiamiamo "silhouette", dal nome del ministro delle finanze di Luigi XV, Etienne de Silhouette, che nel suo castello di Brie sur Marne si dilettava nei ritratti d'ombra.

Anche nelle figurine in mostra, realizzate tra la fine dell'Ottocento e il Novecento, l'ombra in generale tende a rivendicare una propria autonomia, staccandosi dai corpi per rivelare il lato oscuro del reale. Ne sono un esempio le divertenti figurine pubblicitarie del cioccolato Guérin-Boutron del 1895: in una di queste, l'immagine colorata del cuoco perfetto che si vanta del proprio talento è affiancata da una minuscola silhouette in cui lo stesso viene cacciato a pedate. Più "leggere" le figurine pubblicitarie del cioccolato Dubois & Cie del 1883, illustrate con bambini che si divertono a realizzare l'ombra con le mani, evidenziando la posizione che queste devono assumere per ottenere una figura umana o un animale.

Le "figure nere" dominano anche i biglietti Notgeld, le banconote d'emergenza stampate in periodi di iperinflazione, agli inizi del Novecento, in Austria e Germania: qui troviamo profili di panorami fantastici e sagome umane con gesti enfatizzati, secondo il gusto "espressionista" che domina il cinema muto dell'epoca. Il viaggio nel mondo delle ombre è completato, in mostra e nel catalogo che l'accompagna, da una selezione di tavole di fumetti, da Corto Maltese a Topolino, da Batman a Dylan Dog (e ricordiamo, per esempio, un titolo del 1960, Topolino e la rivolta delle ombre, dove le ombre si separano dai corpi ribellandosi all'umanità che le tiene schiave). Non potevano mancare, nell'esposizione, lanterne magiche, teatrini d'ombre e una "macchina per disegnare silhouette" realizzata da Clementina Mingozzi, liberamente ispirata alla machine descritta da Lavater. Chissà se qualche visitatore, utilizzandola, ha potuto vedere il proprio "lato oscuro"...


Sagome inquiete. Ombre e silhouette dalle figurine al cinema, a cura di R. Alessandrini e P. Basile, Modena, Franco Cosimo Panini, 2011, 150 pagine, 20,00 euro.

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