Rivista "IBC" XIX, 2011, 3
musei e beni culturali / linguaggi, mostre e rassegne, pubblicazioni
Le idee semplici stanno alla base del gioco: al ragazzino che corre in mezzo a un prato basta la propria immaginazione per fare combattere i cowboy contro gli indiani, o i Pokemon contro le Tartarughe Ninja, fate voi. Ogni albero, avvallamento, o sentiero, si trasfigurano in elementi del gioco, in continui rimandi fra realtà e fantasia. Tutto questo per dire che quando fortunatamente ho avuto fra le mani il volume Giochi di parole a 3 dimensioni, di Gianni Zauli, la prima cosa a colpirmi è stata la semplicità. Poi mi è venuta in mente quella famosa frase di Bruno Munari: "Quando qualcuno dice: questo lo so fare anch'io, vuol dire che lo sa rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima". Già, perché allora non pensarci prima a trasformare dei giochi di parole in oggetti a tre dimensioni?
La lingua italiana pare prestarsi a meraviglia ai giochi di parole e c'è tutta una letteratura su questo genere ludico: un'esondazione della metrica poetica nel virtuosismo monovocalico, o nelle esibizioni palindrome e nelle contorsioni cruciverbali di vario genere. Non è un giocare a vuoto, però, né si gioca con il puro significante: piuttosto, dalla porta principale della padronanza linguistica, si entra nella grammatica dell'assurdo, con il fine neanche troppo nascosto di far saltare i cardini delle quotidiane certezze, ribaltare le prospettive, aprire squarci laterali nella rassicurante quotidianità. Niente inquietudini o cupezze, per carità: si tratta di gioco, divertimento.
Se una risata sarà quella che li seppellirà, allora la domanda diventa: da dove viene, questa risata? Dai giochi di parole, naturalmente. Basta far saltare una vocale, cambiare una consonante, confondere i piani semantici, per strappare, ridendo, il cielo di carta. Ma, a sfogliare questo libro, ci si accorge che manca(va) ancora qualcosa. La terza dimensione appunto, che negli oggetti di Zauli, senza neanche il bisogno degli appositi occhiali, evidenzia una vena creativa burlona, semplice e originale.
Poi, a vedere da dove viene l'autore si fa due più due, visto che Zauli, animatore dell'associazione culturale "Altre'e20" (www.altre20.it), è una delle vulcaniche menti fondatrici del gruppo "VACA vari cervelli associati", che dal 1995 organizza il concorso internazionale "Libri mai mai visti" per prototipi di libri manufatti inediti (le opere vincitrici della XVII edizione saranno in mostra a Russi dal 10 dicembre 2011 al 20 gennaio 2012: www.vaca.it). Anche l'occasione espositiva dei giochi di parole tridimensionali non è casuale: gli oggetti sono stati in mostra al Museo "La casa rossa di Alfredo Panzini" a Bellaria (Rimini) fino al 30 agosto 2011, a poca distanza dall'esposizione dedicata alla nascita del dizionario panziniano.
G. Zauli, Giochi di parole a 3 dimensioni, Russi (Ravenna), Altr'e20 edizioni, 2011, 54 pagine, 13 euro.
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