Rivista "IBC" XIX, 2011, 1
Dossier: Segni di Unità - Il Risorgimento nel patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /
Le immagini qui proposte per evocare la vicenda garibaldina che fece seguito alla caduta della Repubblica Romana sono tratte dalla raccolta di riproduzioni cartografiche, iconografiche e fotografiche composta e ordinata negli anni dal settore dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna dedicato alla ricerca e al censimento relativi ai beni architettonici e del territorio. Un corpo documentario finalizzato alla conoscenza e alla lettura delle forme storiche dell'insediamento e dell'ambiente regionale, utile per l'indagine della storia dei luoghi e dei manufatti, come per la pianificazione urbana e territoriale. Strumenti di illustrazione del paesaggio del passato, scelti e riprodotti in quanto attendibili per ricostruire spazi e ambientazioni perdute o modificate, talvolta validi attrezzi per suggerire ipotesi di recupero o di ripristino.
L'intensa topografia del Ferrarese del 1814 (è la carta del Kriegsarchiv di Vienna) restituisce con grande efficacia l'aspetto fisico dei luoghi in un particolare dell'area di costa fra Comacchio e Ravenna: il litorale increspato da cordoni di dune e, alle sue spalle, vaste plaghe disabitate e inospitali, fra prati incolti, boschi, acquitrini, paludi e le valli comacchiesi. Qui transitò Giuseppe Garibaldi fra il 4 e il 6 agosto del 1849, guidato e protetto da patrioti locali; qui, alla Cascina Guiccioli (che si vede a sinistra dell'incurvatura del Lamone), il 4 agosto morì Anita, e poco sopra, nei prati che chiudono la fascia dei coltivi, fu provvisoriamente sepolta.
Le altre immagini sono state scelte fra le vedute riprodotte dagli album di schizzi e disegni del faentino Romolo Liverani (1809-1872), conservati presso la Biblioteca comunale "Aurelio Saffi" di Forlì. Il pittore scenografo romagnolo più importante dell'Ottocento è, a quel tempo, un vedutista prolifico e avvincente, dotato di una sorprendente veridicità, che però contiene anche una dimensione illusiva, trasfigurante, capace di creare atmosfere sospese fra narrazione e teatralizzazione dei luoghi. Sono disegni documentari preziosi per la raffigurazione del paesaggio urbano e di campagna che precede le grandi trasformazioni intervenute soprattutto nel Novecento, riprodotti appunto per una notevole "attitudine urbanistica", ma qui presentati perché quasi coevi al passaggio di Garibaldi, fedeli nell'illustrare il "com'era" in quel frangente, ma al tempo stesso del tutto vuoti di persone, fissati in una propria dimensione arcana, e aperti all'immaginazione, così da trasformarsi in scenografie teatrali e popolarsi dei protagonisti di quell'agosto del 1849.
Nel primo disegno si vedono la piazza e il porto canale di Cesenatico, teatro delle operazioni dello sfortunato imbarco per Venezia, la mattina del 2 agosto. I due seguenti non si riferiscono a precise presenze di Garibaldi, ma colgono ambientazioni assai prossime e realmente simili: il primo, una casa di pescatori sul bordo della Valle di Magnavacca; il secondo, un capanno del tipo di quello che diede rifugio a lui e ad Anita il giorno 3. L'ultimo rappresenta uno scorcio del centro più antico di Modigliana, cittadina all'epoca inclusa nel granducato di Toscana. Qui il fuggiasco giunse il 21 agosto, nella casa di Don Giovanni Verità, luogo di protezione e di rannodamento dei patrioti.
Crediti iconografici
Per le immagini si ringraziano: la Biblioteca comunale "Aurelio Saffi" di Forlì; il Kriegsarchiv di Vienna.
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