Rivista "IBC" XIX, 2011, 1
Dossier: Segni di Unità - Il Risorgimento nel patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /
Il progetto ricognitivo a cui si riferiscono le immagini pubblicate in queste pagine ha come obiettivi principali la conoscenza, la valorizzazione e la divulgazione di un importante patrimonio artistico "diffuso" sul territorio regionale, costituito da complessi monumentali, statue, bassorilievi, targhe e ornati realizzati dopo il 1861 "in memoria" di personaggi e fatti legati alla conquistata Unità nazionale. Si tratta di opere d'arte generalmente poco conosciute dalle stesse comunità che le detengono, anche se la loro presenza non risulta certo trascurabile, ancor oggi, nei più diversi e frequentati contesti cittadini: piazze, giardini, parchi, edifici pubblici, residenze municipali, complessi cimiteriali. Oltre a suggerire una rivalutazione della loro originale funzione di tramandare la memoria, si richiama l'attenzione sull'effettivo pregio artistico di molti manufatti, per i quali si pongono seri problemi d'ordine conservativo. Le opere, infatti, generalmente lapidee e bronzee, sono quasi sempre collocate "all'aperto", e dunque sottoposte alle più diverse fonti inquinanti, tanto che molte versano in uno stato preoccupante di degrado.
Per gli obiettivi posti, le linee metodologiche d'indagine e gli strumenti divulgativi che si intende attivare, questa operazione investigativa si richiama alla ricerca svolta in occasione del Cinquantesimo della Resistenza e della Liberazione in Emilia-Romagna, allorché fu riportato in luce e reso noto l'importante patrimonio storico-artistico costituito da monumenti, memorie epigrafiche, cicli e apparati decorativi, e raccolte pittoriche sulle tematiche resistenziali e sociali, dal dopoguerra agli anni più recenti.
Da un primo e sommario esame delle memorie monumentali ed epigrafiche fin qui censite emergono alcuni dati interessanti sul piano artistico e documentario. Con tutta evidenza si intende, per esempio, che l'Unità d'Italia trova il suo momento di massima celebrazione tra gli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Con qualche illustre eccezione, come la grande statua di Garibaldi scolpita dallo scultore cesenate Tullo Golfarelli addirittura nel 1883, è a questo periodo che risalgono i principali monumenti urbani. Proprio l'"eroe dei due mondi" figura come il personaggio più celebrato dell'epopea risorgimentale, sia nei monumenti che in centinaia e centinaia di targhe epigrafiche sparse in ogni città e paese della nostra regione.
A parte i complessi statuari patriottici - come nel caso della Montagnola di Bologna (il monumento bronzeo scolpito da Pasquale Rizzoli nel 1903 celebra la cacciata degli Austriaci nel 1848) o di Ravenna (dedicato all'Indipendenza, è opera del celebre scultore fiorentino Cesare Zocchi e risale al 1888) - sono segnalabili le tante "dediche" a singole personalità dei vari ambiti locali, come per Don Giovanni Verità a Modigliana, "ricordato" nel 1906 dal monumento dello scultore fiorentino Italo Vagnetti, o per Marco Minghetti a Bologna, la cui statua di Giulio Monteverde risale al 1896.
Una nota certamente curiosa è data dai frequenti "trasferimenti" subìti nel corso dell'ultimo secolo da vari monumenti: è il caso, a Bologna, della grande statua equestre di Vittorio Emanuele II del Monteverde, già in Piazza Maggiore e oggi nei Giardini Margherita, come pure dell'Ugo Bassi di Carlo Parmeggiani, migrante in vari punti del centro storico. Ma di far trasloco è capitato anche al Garibaldi ravennate: oggi affacciato sull'omonima piazza, in origine fu eretto di fronte alla chiesa di San Francesco.
Crediti iconografici
Archivio fotografico dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (fotografie di Costantino Ferlauto e Andrea Scardova).
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