Rivista "IBC" XVIII, 2010, 4

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne

"La Biblioteca di Lilliput", ex chiesa in Albis, Russi (Ravenna), 9 ottobre - 15 novembre 2010.
La biblioteca di Lilliput

Gianni Zauli
[presidente dell'associazione culturale "Altr'e20", Russi (Ravenna)]

Dal 9 ottobre al 15 novembre 2010 sono stati esposti a Russi (Ravenna) più di mille libri in miniatura della collezione privata della madrilena Susana Lopez del Toro. La mostra rientra nel progetto "Le mani nel libro, le mani per il libro" curato da chi scrive per il Comune di Russi e l'associazione culturale "Altr'e20". Oltre ad alcuni manoscritti, c'erano i primi esemplari a stampa come La vita di Tommaso da Kempis stampato a Firenze nel 1530, un messale tedesco del 1613 o la miniatura del De Imitatione Christi del 1619. La sezione più ricca riguardava i libri stampati fra il XVII e il XIX secolo, l'epoca d'oro del libro in miniatura: libri sacri, breviari, libri per l'infanzia e per le donne, libri da viaggio e libri realizzati per cercare di raggiungere la dimensione più piccola al mondo e dimostrare tutta l'abilità nel maneggiare le tecniche dei caratteri mobili.

Secondo gli esperti, un libro può essere considerato miniatura quando non supera i 12x85 millimetri, a condizione che la parte stampata non superi i 75x56 millimetri. Nei primi anni dell'era di Gutenberg doveva essere molto difficile tagliare e fondere tipi piccoli, soprattutto per l'elaborato stile gotico che veniva utilizzato. Del Diurnale Moguntinum, stampato presumibilmente tra il 1462 e il 1468 da Peter Schoffer (il discepolo di Gutenberg) con misure di 94x65 millimetri, sono conservate solo due pagine della pergamena nella Biblioteca Nazionale di Francia. Nel 1674 lo stampatore Benedikt Smidt riuscì a stampare il libro più piccolo esistito fino al 1900, il poemetto Bloem-hofje, che misurava 11 millimetri di altezza per 9 millimetri di larghezza.

Ogni epoca ha avuto le sue ossessioni: i migliori stampatori europei del XVIII secolo sognavano di conquistare la gloria fondendo il carattere tipografico più piccolo della storia. A 66 anni Henri Didot realizzò il famoso Microscopico, un piccolo tipo di 2,5 punti (meno di un millimetro), che i suoi concorrenti ammirarono per la leggibilità e che, dal 1830, divenne per tutti il record da battere. Sembrava una prodezza irrealizzabile, finché l'italiano Antonio Farina creò l'Occhio di mosca. Con i suoi 2 punti, era il più piccolo carattere creato dalla mano dell'uomo fino a quel momento. Per anni fu ineguagliato, finché a Padova i fratelli Salmin decisero di raccogliere la sfida: il loro tipografo Giuseppe Gech impiegò tre anni per comporre una Divina Commedia e superare l'Occhio di mosca col nuovo Dantino. Con i suoi 57 millimetri di altezza, il libro venne salutato come una delle meraviglie del mondo all'Exposition Universelle di Parigi nel 1878. Non contenti, i fratelli Salmin tornarono alla carica nel 1896 con la Lettera a Maria Cristina Lorena (scritta da Galileo nel 1615): è il libro più piccolo del mondo stampato in tipografia e misura 15x9 millimetri. Giuseppe Gech dovette prendere con le pinzette, uno per uno, i 24102 caratteri delle dimensioni di uno spillo. Non sorprende che molti di coloro che si dedicarono a questa impresa si rovinarono per sempre la vista.

Tanto sforzo e solo quattro anni dopo Charles Hardy Meigs, di Cleveland, riuscì a confezionare una traduzione in inglese del Rubaiyat stampando il nuovo libro più piccolo del mondo in 57 copie di 10x9 millimetri. Non furono però più utilizzati i vecchi tipi mobili ma alcuni moderni procedimenti ottici e sostanze chimiche per raggiungere il nuovo record. Il XX secolo ha assistito a un processo di miniaturizzazione sempre più accelerato finché nel 1985, l'editore Glennifer Scottish Press coronò un nuovo record col racconto per l'infanzia Old king cole: è talmente piccolo, 1x1 millimetri, che richiede un perno per sfogliarne le pagine. Da questo momento i microlibri si allontanano definitivamente dal dominio dei topi di biblioteca per entrare nei laboratori degli scienziati che riescono scrivere caratteri delle dimensioni di un globulo rosso. Anche se difficilmente potrebbe essere chiamata libro la traccia di un laser su un cristallo di silicio.

Oggi il libro in miniatura è tenuto in vita dalla curiosità, dallo studio e dalla passione di alcuni collezionisti e bibliofili, che, come nel caso della mostra di Russi, regalano queste minimeraviglie al piacere di tutti. Il progetto "Le mani nel libro, le mani per il libro" ha già proposto "Mani, uMani e aniMani. Le mani nei libri di Mario Margotti": il prossimo appuntamento è a febbraio 2011, con la celebrazione della trentennale attività del "panettiere degli editori", Alberto Casiraghi, e una selezione dei quindicimila titoli delle sue edizioni Pulcinoelefante. Il progetto fa perno sulla storica mostra "Libri mai mai visti" che aprirà la XVI edizione l'11 dicembre 2010 nella sede di tutte queste iniziative "libresche": l'ex chiesa in Albis a Russi.

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