Rivista "IBC" XVIII, 2010, 1
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
Riconosciuto come l'"Alma Tadema italiano", noto negli anni Ottanta dell'Ottocento per i soggetti pompeiani e storici di genere, il modenese Giovanni Muzzioli (1854-1894) è stato protagonista di una grande mostra, sottotitolata "Il vero, la storia e la finzione". L'esposizione, allestita a Carpi (Modena) dal 27 novembre 2009 al 24 gennaio 2010, ha seguito di due decenni la rassegna monografica sull'artista già organizzata presso la Galleria civica modenese tra il 1991 e il 1992, a seguito del convegno dedicato nel 1990 alla memoria del celebre storico dell'arte Adolfo Venturi (convegno organizzato dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa, con la Galleria Estense di Modena e con la Pinacoteca nazionale di Bologna).
Fu in quell'occasione che una relazione della sottoscritta, maturata nell'ambito degli interessi museografici dell'Istituto, rendeva conto per la prima volta dei rapporti intercorsi tra Muzzioli e il suo estimatore Pietro Foresti, collezionista di fama internazionale che con la donazione della propria raccolta fondò nel 1914 il primo nucleo dei Musei civici nel Castello dei Pio. Oggi, la scelta di allestire la mostra nel neorinascimentale Palazzo Foresti di Carpi - che, progettato nel 1894 da Achille Sammarini, fu la sede di un ingente patrimonio d'arte e di una "Sala Muzzioli" - ha il doppio merito di riattualizzare un importante capitolo di storia carpigiana e di fare il punto sulla vicenda artistica del pittore (www.palazzoforesti.it/muzzioli.html).
Un itinerario che dall'Accademia di belle arti di Modena portò l'artista a Firenze (nel 1876), grazie al conseguimento del "Pensionato Poletti". Qui si legò al gruppo dei "parionisti": Lega, Fattori, Barabino furono suoi amici, mentre, insieme a loro, Diego Martelli e Corrado Ricci organizzavano mostre con il Circolo artistico fiorentino, poi presieduto da Giovanni Muzzioli. Ben presto fu il successo: le tele del modenese stimolarono gli appetiti collezionistici dell'aristocrazia e paesaggi, rappresentazioni della vita dei campi o dell'ambiente borghese, rievocazioni in stile neosettecentesco o neopompeiano, come piacevano al bon ton del tempo, arricchirono i salotti della società fiorentina.
Questa civiltà artistica straordinaria, fiorita alla fine del XIX secolo tra l'Emilia e la Toscana, è emersa ora nelle sale di Palazzo Foresti, dimora prestigiosa adibita a sede di esposizioni. Sono un'ottantina le opere selezionate da Paul Nicholls, da Graziella Martinelli Braglia e da Luciano Rivi, curatori della manifestazione e autori dei saggi critici nel catalogo della mostra. 56 i dipinti del protagonista, provenienti da Palazzo Pitti e dalla Galleria "Ricci Oddi", e 24 i quadri dei pittori toscani, i macchiaioli Signorini, Lega, Giovanni Fattori, a cui si aggiungono i nomi di Boldini, di Bellei, di Manicardi e di molti altri.
Ma, soprattutto, le ricerche effettuate nella preparazione dell'evento hanno dimostrato il ruolo svolto dal pittore negli ambienti artistici più vitali del capoluogo toscano, grazie a una sapiente ricostruzione storica, a una libera rievocazione e a un'indagine della natura particolarmente apprezzate dal mercato artistico privato. E non è un caso che l'iniziativa sia scaturita da una nuova forma di collaborazione tra enti pubblici e realtà collezionistiche private, in particolare la Società Palazzo Foresti di Carpi e l'Assicoop Modena Unipol Assicurazioni, insieme al Comune e ai Musei di Palazzo dei Pio di Carpi e con il Museo civico di Modena.
G. Martinelli Braglia, P. Nicholls, L. Rivi, Giovanni Muzzioli (1854-1894). Il vero, la storia e la finzione, Torino, Umberto Allemandi & C., 2009, 143 pagine, 30,00 euro.
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