Rivista "IBC" XVII, 2009, 4

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni

M. Dall'Aglio, I culti delle acque nell'Italia antica, Imola (Bologna), Gabriele Angelini Photo Editore, 2009.
Storia liquida

Valeria Cicala
[IBC]

Visto il titolo, è bene chiarirlo: non si tratta della recensione a un testo di Zigmunt Bauman, bensì a un libro, pubblicato nella collana "Italia antica" dell'editore Angelini di Imola, che introduce, come in un viaggio, al rapporto tra l'uomo e l'acqua di un'Italia di tantissimi secoli fa. Si parte dalla preistoria e si giunge alla piena romanizzazione attraversando luoghi di particolare suggestione paesaggistica. E si rinnova e sembra coincidere, anche in situazioni cronologiche distanti, l'atteggiamento psicologico, il senso di religiosità, ma anche il sentimento scaramantico che l'uomo ha nei confronti dell'acqua.

Ne I culti delle acque nell'Italia antica Michele Dall'Aglio studia i culti e i santuari in cui si esprime una devozione all'acqua, non sempre espressa con le stesse modalità, per proporre attraverso questo approccio le caratteristiche di una cultura, i modi di vita e di aggregazione, i processi di controllo che da questi luoghi possono esercitarsi sull'economia e sull'organizzazione di un territorio. Il volume, che vuole offrire uno spaccato di questi fenomeni, si è focalizzato su alcuni siti e rinvenimenti per rendere ancora più perspicuo il rapporto tra le tradizioni dell'Italia preromana, portatrice della variegata ricchezza di popolazioni autoctone, e quelle giunte successivamente, fino all'impatto con la romanizzazione.

Nell'excursus iniziale non si trascurano miti, leggende e manifestazioni dell'orizzonte greco, sempre sottesi all'esperienza religiosa che attraversa tutta l'età pagana; come pure si avverte la sopravvivenza non sporadica dei precedenti fenomeni nei culti cristiani. Dalla vasca di Noceto nel Parmense, alle grotte Scaloria e Zinzulusa nelle Puglie. Dal tempio a pozzo di Su Tempiesu al santuario nuragico di Santa Cristina, in Sardegna. Prendendo in considerazione popolazioni come i Veneti, i Celti, i Liguri e le popolazioni italiche, l'autore conduce il lettore con l'attenzione e il metodo di chi percorre e studia il territorio. Riallaccia fili sottesi, riporta ad analoghe matrici comportamentali pratiche ed espressioni del sacro.

La romanizzazione trapianta, in modo assai evidente nella nostra regione, grazie all'insediamento di coloni e alla presenza di nuclei militari, tradizioni e immagini sacre diverse, le quali contribuiscono a creare assimilazione e osmosi culturale e cultuale con la realtà territoriale. Per quanto riguarda i culti delle acque, prendono vita fenomeni di sincretismo, spesso si giunge all'interpretatio romana di divinità e di episodi ai quali si attribuisce una semantica legata a quel contesto, alle sue caratteristiche naturali e paesaggistiche.

Nello spirito del libro c'è l'impegno di un giovane studioso a raccontare, ad avvicinare a questi temi, stimolanti e sempre attuali, anche lettori non specialisti. Il rapporto dell'uomo con l'acqua si propone complesso, seppure con valenze in parte mutate, anche ai nostri giorni. E ancora oggi, al di là della reale forza e dell'imprescindibile ruolo che esercita sull'organizzazione della vita umana, si avvertono i suoi poteri traslati.


M. Dall'Aglio, I culti delle acque nell'Italia antica, Imola (Bologna), Gabriele Angelini Photo Editore, 2009, 119 pagine, 19,00 euro.

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