Rivista "IBC" XVII, 2009, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni

P. P. Penzo, L'urbanistica incompiuta. Bologna dall'età liberale al fascismo (1889-1929), Bologna, CLUEB, 2009.
La città incompiuta

Maria Luigia Pagliani
[Assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna]

L'immagine di Bologna, del decoro urbano e dell'assetto cittadino sono da sempre al centro dell'attenzione e occupano le prime pagine dei giornali locali e nazionali. Molto utile e interessante appare quindi la lettura del libro di Pier Paola Penzo, docente di Storia dell'urbanistica al Dipartimento di arti visive dell'Università di Bologna, che ricostruisce la vicenda urbanistica di Bologna tra la fine dell'Ottocento e il primo trentennio del Novecento. L'autrice seleziona alcuni saggi già apparsi a partire dagli anni Novanta in riviste e cataloghi (di non sempre facile reperimento), a cui unisce un ampio e inedito contributo dedicato all'urbanistica bolognese fra il 1920 e il 1933.

La vicenda urbanistica del capoluogo felsineo (e questo è uno dei pregi del volume) viene inquadrata nel più ampio contesto politico e culturale che vede avvicendarsi liberali, socialisti, la Grande Guerra e il fascismo. La storia si dipana in modo agile, chiara anche per i non specialisti, arricchita da una puntuale documentazione bibliografica e da una selezione iconografica che, se più ampia, avrebbe meglio appagato la curiosità dei lettori. Si ripercorrono quarant'anni decisivi per la storia della città, a partire dal famoso piano urbanistico del 1889. Un piano che al momento della sua approvazione era ricco di istanze innovative, ma che poi fu prorogato ben oltre i venticinque anni previsti dalla legge.

Una così lunga durata stempera inevitabilmente la carica innovativa delle strategie originarie. Ben presto il piano appare obsoleto rispetto a un contesto sociale e territoriale in continuo divenire, e da motore di sviluppo e di rinnovamento si trasforma in fattore di condizionamento e di pesante freno conservatore. Significativa a questo proposito, come sottolinea l'autrice, anche la posizione del podestà Arpinati, che in pieno regime fascista, in un momento in cui molto si punta sull'immagine anche architettonica della città, decide di prorogare per venticinque anni un piano già superato.

La mancanza di coraggio manifestata dalla mancata revisione complessiva delle linee di pianificazione dell'89, secondo la studiosa, se da un lato impedisce le speculazioni più gravi, dall'altro consegna alla città una forma incompleta, frammentata, destinata a connotarla fino a oggi. Anche l'intervento di protagonisti delle scena architettonica nazionale, da Gustavo Giovannoni a Marcello Piacentini, da Alfonso Rubbiani a Ulisse Arata e Giuseppe Vaccaro, non è sufficiente a risarcire la mancanza di scelte innovative ad ampio raggio. "Nonostante la vivacità di alcuni aspetti della cultura progettuale locale" - scrive Pier Paola Penzo - "manca il coraggio necessario a operare scelte profondamente innovative. La città agli inizi degli anni Trenta si presenta stretta nei limiti di ambizioni sempre proclamate e mai realizzate, appunto incompiuta".


P. P. Penzo, L'urbanistica incompiuta. Bologna dall'età liberale al fascismo (1889-1929), Bologna, CLUEB, 2009, 203 pagine, 19,00 euro.

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