Rivista "IBC" XVII, 2009, 2
biblioteche e archivi / pubblicazioni
Secondo John Ruskin i libri si dividono in due categorie: i libri per adesso e i libri per sempre. Se questo è vero, sicuramente Elide Casali si occupa e scrive da anni dei secondi. E lo dimostra ancora una volta curando questo volume, che esce nella nota collana dedicata al fusignanese Carlo Piancastelli, il bibliofilo (e molto altro ancora) a cui l'Emilia-Romagna deve una delle sue più prestigiose e interessanti raccolte librarie, da lui stesso donata alla Biblioteca comunale "Aurelio Saffi" di Forlì.
I testi presi in esame - la curatrice li definisce in modo tanto poetico quanto incisivo "come silenti e immobili sculture di carta" che "giacciono negli scaffali delle biblioteche, stretti tra le braccia di faldoni, in attesa di rivivere" - sono alcuni dei più curiosi e affascinanti che la letteratura scientifica romagnola abbia partorito nel corso del Rinascimento fino alle soglie dell'Illuminismo, preludendo lentamente ma ineluttabilmente (forse, in qualche caso, inconsapevolmente) alla nascita del sapere moderno. E come l'alchimia, sosteneva Paracelso, serve a separare il vero dal falso, così le riflessioni degli studiosi qui convocati contribuiscono a gettare nuova luce sulle "sculture di carta" e sui loro autori. Sculture che vengono minuziosamente smontate e poi rimontate in modo da trovare il loro giusto posto, come tessere di un grande puzzle, nel più vasto contesto della storia del divenire umano.
E così, parlando dello Zodiacus vitae di Marcello Palingenio Stellato, Franco Bacchelli ne sottolinea il contributo al processo di demolizione del limitato universo geocentrico, spazzando via, una volta per tutte, anche l'errata credenza che quello con cui l'autore si firmava fosse uno pseudonimo dietro il quale si nascondesse un "non mai esistito letterato ferrarese Pier Angelo Manzolli". E si stupisce anche, Bacchelli, dell'indifferenza riservata in Italia a un'opera tanto temuta, che venne inserita nell'indice dei libri proibiti e che valse all'autore il rogo postumo. Giancarlo Cerasoli, invece, tratta con competente professionalità del medico Girolamo Mercuriale e della sua opera pionieristica, non solo per quanto attiene l'aspetto terapeutico della ginnastica, ma anche e soprattutto per il lavoro svolto in campo pediatrico, partendo dal suo Nomothelasmus, il più antico trattato sull'allattamento, fino all'articolato e ricco De morbis puerorum tractatus, che per quasi due secoli fu considerato un testo fondamentale per questo ramo della medicina. Lara Michelacci prima, e poi Francesca Gatta, ci guidano agilmente alla conoscenza storica e linguistica del ravennate Tommaso Tomai e della sua Idea del giardino del mondo, dove astrologia, magia, mostri dai poteri misteriosi, erbe e pietre prodigiose imbarazzavano ancora il cammino verso la conoscenza.
L'eclettica personalità di Tommaso Garzoni viene ampiamente indagata da Alberto Natale: cominciando dalla sua opera meno nota ma comunque "stuporosa" (per rubare un termine allo stesso Garzoni): il Palagio degli incanti, che venne pubblicata dal fratello Bartolomeo solo molti anni dopo la morte dell'autore e con il titolo mutato Il Serraglio degli stupori del mondo, magistrale e innovatore tentativo di spiegare in modo razionale fenomeni che venivano abitualmente interpretati come magie e portenti. Per passare poi al lavoro più noto del canonico romagnolo, l'enciclopedica Piazza universale di tutte le professioni del mondo, vero e proprio best-seller, pubblicato più volte e tradotto in varie lingue, compresa la spagnola (versione la cui importanza viene ben sottolineata da Maria Carreras i Goicoechea).
Dei Donneschi diffetti di Giuseppe Passi tratta Germana Ernst, sottolineando come l'opera suscitasse immediate ribellioni: Lucrezia Marinella, prolifica scrittrice veneziana, rispose infatti immediatamente con un trattato sulla Nobiltà ed eccellenza delle donne agli argomenti esposti dal monaco ravennate. Tra i quali c'erano questi: "Che non si deve accettare conseglio di donna e che il suo conseglio è instabile, fragile & infermo", come pure quelli "Delle donne maghe, incantatrici, venefiche, malefiche, superstitiose, fattochere, streghe, strigimaghe". Emanuele Zinato, dal canto suo, spiega efficacemente che il trattato di Giovanni Battista Morgagni Se le risaje siano cagioni di mali epidemicigetta le fondamenta dell'odierna medicina sociale.
Tutti i testi presi in esame in questo volume sono presenti nella raccolta "Piancastelli" della Biblioteca forlivese (molti di essi nell'editio princeps), così come si può trovare il bellissimo manoscritto sui Mesi vegetabili dell'Anno delle Mura e Fosse della Città di Forlì, che dà lo spunto a Michele Prandi per parlare dell'autore, Cesare Majoli, e della sua straordinaria abilità nel disegnare soggetti naturalistici, cogliendo anche il destro per attirare l'attenzione del lettore sull'intrigante aspetto dell'onomastica dialettale utilizzata dall'abate forlivese. Sulla sua intensa attività di viaggiatore alla costante ricerca di flora e fauna da ritrarre ci dà dettagliatamente conto Giuseppe Olmi e con questo singolare esponente della cultura scientifica romagnola si chiude un volume che, con sorprese in agguato a ogni pagina, si rivela essere molto simile a una scatola cinese.
Sculture di carta e alchimie di parole. Scienza e cultura nell'età moderna: voci della Romagna, a cura di E. Casali, Bologna, il Mulino, 2008 ("Quaderni Piancastelli", 5), 230 pagine, 17,50 euro.
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