Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

immagini, mostre e rassegne

"Souvenirs d'Italie", Bologna, Galleria L'Ariete arte contemporanea, 11-31 ottobre 2008.
Souvenirs d'Italie

Carlo Tovoli
[IBC]

"Slanci di gioia, cuore in tumulto. Quanto sono ancora pazzo a ventisei anni! Vedrò dunque la bella Italia!". Così scrive il 2 settembre 1816 Henri Beyle, Stendhal per la storia, dopo aver ottenuto una licenza di qualche mese che gli aprirà le porte del Bel Paese. Due secoli dopo, la rivista "FMR" commissiona a due giovani artisti venticinquenni, Luciano Paselli e Matteo Tommaso Petri, un Grand Tour che prenda spunto proprio dagli appunti di viaggio di Stendhal, in particolare quelli dedicati a Roma, Napoli e Firenze. Petri e Paselli affidano il resoconto di questo viaggio agli scatti di una macchina fotografica digitale. L'idea è quella di realizzare non un vero e proprio reportage sulle città ma di fotografare l'ultima tappa del viaggio, il ritorno, attraverso quelli che Duccio Canestrini in un libro di qualche anno fa ha chiamato "trofei di viaggio", cioè gli oggetti ricordo, gli amati/odiati souvenir.

L'esito di questo lavoro, proposto in anteprima nel mese di ottobre alla Galleria L'Ariete di Bologna a cura di Flaminio Gualdoni, e poi sulle pagine del numero 4 della rivista "FMR Bianca", mette sotto i riflettori e analizza quell'immaginario pubblico fatto di idoli-cliché che artigiani più o meno abili contaminano con il proprio stile. Nelle immagini i souvenir invadono gli angoli di casa ed entrano a far parte del quotidiano, in bella mostra sul comò o appesi alle pareti, oppure nello scolapiatti se il "trofeo" è un piatto da portata con l'immagine di Palazzo Vecchio. E così la statuetta di David di Michelangelo, comprata a "Firenze la bella", mostra tutto il suo disagio in giardino accanto ai nanetti di Biancaneve. Per non parlare del Colosseo, che mai avrebbe immaginato di diventare un portasapone da lavandino. Lo sguardo "leggero" del duo Petri-Paselli (ma evocativo di grandi nomi della storia della fotografia, da Luigi Ghirri a Martin Parr) parla di un mondo in miniatura ridotto a stereotipi, ma soprattutto parla di noi stessi, del nostro bisogno di fissare il ricordo attraverso un'icona che lo risvegli, anche se si tratta di una goffa riproduzione della Lupa capitolina o del Colosseo che varia colore in base alle condizioni atmosferiche. Le "buone cose di pessimo gusto" possono servire anche a questo.

Petri-Paselli, il duo artistico autore del progetto, è una coppia di giovani artisti che ha già all'attivo mostre al Palazzo della Permanente di Milano, alla Galleria Ta Matete di Bologna e nella cornice del Premio "Vasto". Nel 2008 hanno ottenuto il primo posto al Premio "Iceberg" nella categoria fotografia d'arte e la segnalazione tra i tre finalisti del Premio "Arte". I loro punti di incontro e discussione sono la ricerca fotografica e la passione per gli oggetti che raccolgono, accumulandoli e decontestualizzandoli attraverso la sperimentazione artistica. Una selezione dei loro scatti è disponibile sul sito www.petripaselli.com.

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